Skip to main content

10 Giugno 1940. L’Italia in Guerra

80° ANNIVERSARIO DELL’ENTRATA DELL’ITALIA
NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE

Dopo vent’anni circa dalla Grande Guerra, una Seconda Guerra Mondiale, ancora più Grande della Prima, il 10 Giugno 1940 veniva dichiarata dal Balcone di Palazzo Venezia, sito in Piazza Venezia a Roma. Le grandi potenze europee erano già in guerra, l’Italia dopo un periodo di Neutralità o di Non Belligeranza entrò in guerra, esattamente dopo circa 10 mesi, come era accaduto per la Grande Guerra. Quest’anno ricorre 80° Anniversario dell’entrata dell’Italia nella Seconda Guerra Mondiale.

Si scelse proprio il 10 Giugno, Giornata della Marina Militare,  per dichiarare la guerra. Era il secondo anno che si verificavano le celebrazioni della Regia Marina, in quanto questa festività era stata istituita nel 1939. Prima la festa si celebrava il 4 Dicembre,  nel giorno di Santa Barbara, patrona della Marina Militare. Questa data era stata scelta in ricordo dell’affondamento della Corazzata Santo Stefano, da parte del MAS 15, con al comando il Capitano di Corvetta Luigi Rizzo, che si verificò proprio il 10 Giugno 1918. E’ ragionevole pensare che si confidava nel ruolo fondamentale, che avrebbe svolto la Regia Marina in questa Seconda Guerra. In fondo dal Discorso del Duce Benito Mussolini, relativo alla Dichiarazione di Guerra, si evince chiaramente che la motivazione dell’entrata in guerra è legata alle frontiere marittime, dopo che con la Grande Guerra si erano messi in sicurezza i confini continentali.
Noi impugniamo le armi per risolvere, dopo il problema risolto delle nostre frontiere continentali, il problema delle nostre frontiere marittime; noi vogliamo spezzare le catene di ordine territoriale e militare che ci soffocano nel nostro mare, poiché un popolo di quarantacinque milioni di anime non è veramente libero se non ha libero l’accesso all’Oceano.

Alle ore 18 del 10 Giugno 1940, 80 Anni fa, il Duce puntuale compariva sul Balcone, davanti a una Piazza gremita di Italiani. Una scena che si era ripetuta più volte in vent’anni di regime. Un momento che si voleva memorabile. Parole audaci furono pronunciate, cariche di futuro e di progetti ambiziosi. Basti pensare all’inizio del discorso
Un’ora, segnata dal destino, batte nel cielo della nostra patria. L’ora delle decisioni irrevocabili. La dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli ambasciatori di Gran Bretagna e di Francia. Scendiamo in campo contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell’Occidente, che, in ogni tempo, hanno ostacolato la marcia e spesso insidiato l’esistenza medesima del popolo italiano.

L’Idea di Guerra Parallela e di Quarta Sponda
Ricordiamo l’apice del massimo consenso al regime, il 9 Maggio 1936 quando venne proclamato l’Impero. Parole lapidarie che condizionarono profondamente il futuro dell’Italia. Dopo questo evento infatti i rapporti tra Italia e Germania si intensificarono particolarmente, in quanto erano basati su mire espansionistiche diversificate. La Germania a Est e l’Italia verso il Mediterraneo, la cosiddetta Quarta Sponda.

Alleanza suggellata dallo scambio di visite tra le parti in causa. Mussolini partiva per la Germania, il giorno dopo l’inaugurazione della Mostra Augustea della Romanità, 23 Settembre 1937, organizzata per il Bimillenario della nascita dell’Imperatore Augusto, nel giorno della sua nascita. L’esaltazione della Romanità e la sua attualizzazione trovano espressione evidente nell’imponente progetto dell’E42, con la posa della prima pietra del Palazzo degli Uffici, nell’ottobre del 1937, completato già l’anno dopo.

La Terza Roma si dilaterà sopra altri colli e lungo le rive del fiume sacro
sino alle spiagge del Tirreno

Combattere e Costruire sono due azioni parallele nella politica del regime, che venivano riprese direttamente dalla Storia dell’Impero Romano. Dopo la proclamazione dell’Impero si passava dalla logica del durare alla logica dell’osare. Nel marzo  1938 il Terzo Reich si era impossessato dell’Austria con quello che fu chiamato Anschluss

In occasione della visita nella Capitale, il 5 Maggio 1938 alla presenza del Re e del Duce, il Fuhrer assisteva nel Golfo di Napoli alla potente esercitazione navale della Regia Marina, rimanendone estremamente colpito. I rapporti diplomatici si intensificarono particolarmente, ricordiamo la conferenza e l’accordo di Monaco,  un incontro internazionale che si svolse il 29 e il 30 settembre 1938, fra i capi di governo di Regno Unito, Francia, Germania e Italia. Fino ad arrivare, il 22 Maggio 1939, alla Firma del Patto d’Acciaio, tra Italia e Germania, un’alleanza difensiva-offensiva, che venne sancita sulla base di un accordo, che l’Italia non sarebbe stata pronta ad affrontare alcuna guerra, prima del 1943. Il Progetto dell’E42  mirava proprio a ricavare le risorse necessarie per far fronte a qualsiasi necessità, anche bellica.

CORONAVIRTUS VS CORONAVIRUS

MANCO’ LA FORTUNA NON IL VALORE

Dopo pochi mesi dalla firma del Patto, il 30 agosto 1939 la Germania inviò alla Polonia un ultimatum per la cessione del Corridoio di Danzica, Mussolini tentò di trovare una soluzione pacifica, proponendo alla Francia e al Regno Unito una conferenza con lo scopo di rivedere quelle clausole del trattato di Versaglia che turbano la vita europea.

La macchina si era inesorabilmente messa in movimento, il Trattato di Pace della Grande Guerra rivelava ormai tutte le sue incongruenze e limiti. Il 3 Settembre 1939 Regno Unito e Francia dichiararono guerra alla Germania, l’Italia entrerà nel conflitto il 10 Giugno 1940, dopo un periodo di non belligeranza, come era accaduto per la Grande Guerra. Era giunta a questo punto l’ora della cosiddetta, Guerra Parallela.

Fine della Seconda Guerra Mondiale
Rispetto al momento di massimo consenso, il 9 Maggio 1936, giorno della proclamazione dell’Impero, esattamente dieci anni dopo, il 9 Maggio 1946 il Re Imperatore Vittorio Emanuele III abdicava in favore del primo e unico figlio maschio Umberto II, l’ultimo Re d’Italia, il Re di Maggio.

Il giorno dopo l’abdicazione, il Sovrano andò in esilio ad Alessandria d’Egitto. In questi drammatici giorni la Regia Marina si trovò a compiere un’altra azione difficile, quella di accompagnare il Re e la Regina con l’Incrociatore Duca degli Abruzzi in esilio. Ad Alessandria d’Egitto il Sovrano morì il 28 dicembre 1947, il giorno prima era stata firmata la Costituzione italiana.

L’Italia perse la guerra, e il prezzo della sconfitta fu il passaggio alla Repubblica. Al di là dei numeri e dei cavilli burocratici sui brogli elettorali riguardante il Referendum, in realtà c’è una verità ancora più dura. La storia insegna. Con la Grande Guerra crollarono 4 grandi Imperi, potenze, che avendo perso la Prima Guerra Mondiale, furono trasformate in Repubbliche. Stessa sorte toccò all’Italia, avendo perso la Seconda Guerra Mondiale. La Storia inesorabilmente fa il suo corso. A Noi il compito di Studiare e di fare Ricerca, al fine di incidere sul Presente, con lo sguardo rivolto al Futuro. In quei momenti difficili, molte gesta eroiche, valorose e coraggiose furono compiute dagli Italiani, i nostri nonni e i nostri padri, imprese immortalate dall’Arte, nella pietra e nel bronzo. Indimenticabile l’Iscrizione scolpita nella nuda e dura roccia africana.

                                     Massimo Fulvio Finucci e Clarissa Emilia Bafaro

Lascia un commento