2 Giugno A.D. 2018
di ALESSANDRO RICCI
Il sogno è finito, ma il risveglio è stato drammatico (1*). Il Presidente della Repubblica ha conferito l’incarico per il “Governo del Cambiamento” non ad un politico, rappresentante di uno dei due partiti della coalizione, M5S o Lega, ma ad un tecnico, un avvocato cassazionista, professore ordinario di diritto privato a Firenze, con un curriculum che, sottoposto ai raggi X dai mal pensanti, ha mostrato alcune macchiette.
Accettato l’incarico con riserva il professore, nel suo discorso da premier incaricato ha concluso le sue parole con il seguente impegno: «Mi propongo di essere l’avvocato difensore del popolo italiano senza risparmi e con il massimo impegno e la massima responsabilità.»
Il professore ha immediatamente consultato il Presidente della Camera Roberto Fico e la Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati quindi ha iniziato i colloqui con Luigi Di Maio e con Matteo Salvini per definire la squadra dei ministri.
Gli altri partiti della coalizione di centro destra, Forza Italia e Fratelli d’Italia non hanno gradito lo sgambetto della Lega di Matteo Salvini ed hanno immediatamente dichiarato che voteranno contro un governo presieduto da un tecnico e non da un politico eletto dal popolo.
Definita la lista il premier incaricato, dopo pochi giorni, si è presentato dal Presidente della Repubblica proponendo, quale Ministro dell’Economia, un signore di 82 anni, professore di economia, ex Ministro del governo Ciampi ed anche ex presidente dei consigli di amministrazione di varie banche e società italiane, un po’ malignamente si potrebbe dire che è il nuovo che avanza.
C’è da dire che nei giorni precedenti alla salita al Colle, il nome del professore di 82 anni era circolato e la cosa aveva creato un po’ di panico nelle contrattazioni, in borsa il listino aveva subito dei ribassi giornalieri tra l’1% ed il 2% ed i titoli di stato avevano visto schizzare il differenziale con i titoli di stato tedeschi a quota 300. Colpa dei poteri forti? Della Merkel o di Macron, tanto per citarne alcuni ?
Ma facciamo un caso, vado in pensione, ho una liquidazione di circa € 50.000, per acquistare una abitazione che mi assicuri la vecchiaia non bastano, data la mia età le banche non concedono un mutuo, investo tutto in azioni, ipotizziamo ENEL, i titoli di stato non danno sicurezza, hanno attraversato anni di svalutazione spaventosa ed ora sono garantiti unicamente dall’intervento mensile della BCE.
Nei giorni tra l’accettazione dell’incarico e la salita al Colle il mio portafoglio ha perso tra € 3.000 – 4.000, che faccio vendo? I mercati hanno bisogno di stabilità, l’instabilità della Repubblica italiana porta anche ad una svalutazione dell’euro contro dollaro, forse ci guadagnano le imprese per le esportazioni, ma non i cittadini. Il Presidente della Repubblica ha proposto al premier incaricato di sostituire il tecnico, scelto come Ministro dell’Economia, con un politico, il premier non ha accettato di modificare la lista dei ministri ed ha rinunciato all’incarico con una breve dichiarazione subito dopo l’incontro.
Il cerino, come si usa dire, è passato al Presidente della Repubblica che in una lunga dichiarazione, trasmessa in diretta dai principali canali televisivi nazionali, ha spiegato il suo rifiuto nell’accettazione della lista dei ministri proposta ed ha concluso la sua dichiarazione con queste parole: «Nelle prossime ore assumerò un’iniziativa.» Qualcuno ha parlato di colpo di stato. Il Presidente è stato insignito del titolo di Re Sergio, ma in verità questa Repubblica aveva già avuto un re che era succeduto a se stesso Re Giorgio I.
La signora Giorgia Meloni, Presidente di Fratelli d’Italia, partito che non aveva gradito sia lo sgambetto della Lega e sia l’incarico ad un tecnico ha immediatamente chiesto l’impeachment del Presidente, visto che si parla de “l’Italia agli italiani” proviamo a dire “l’italiano agli italiani” e proviamo a parlare di accusa contro il Presidente della Repubblica previsto nella Costituzione Italiana nell’articolo 90, con riferimenti agli articoli 55, 134 e 135.
Per altri presidenti si è pensato di porli in stato d’accusa, c’è stato il caso del Presidente Antonio Segni, si era nella prima metà degli anni ’60 e, come si usava dire allora, si sentì un tintinnio di sciabole, si parlò di un colpo di stato, c’era un generale dei carabinieri, il generale De Lorenzo, si temevano incidenti come quelli che si erano verificati nel 1960 a Genova in occasione di un congresso del MSI e si pensò di prevenirli preparando un “Piano Solo”.
C’è stato poi il caso del Presidente Giovanni Leone, si era verso la fine degli anni ’70 e le cronache portarono alla luce lo scandalo della Lockheed, con uno sconosciuto Antelope Cobbler, il Presidente decise di dimettersi. C’è stato infine il caso del Presidente Francesco Cossiga, verso la fine del suo settennato, all’inizio degli anni ’90, decise di levarsi qualche sassolino e iniziò a commentare i fatti politici e gli uomini politici dei vari raggruppamenti in un modo inusuale, per questo gli fu attribuito il soprannome di “Picconatore”. Il Presidente si dimise poco dopo i risultati delle elezioni del 1992.
Visto che abbiamo parlato della Costituzione promulgata il 27 dicembre 1947 vale la pena di verificare se c’è stato un colpo di stato. Nella Parte II, Ordinamento della Repubblica, Titolo II, dall’articolo 83 al 91 si parla del Presidente della Repubblica, va detto però che alla norma si è associata la prassi, l’uso, maturato negli anni, ovvero il conferimento dell’incarico per il governo e l’accettazione con riserva.
Nell’articolo 87 sono elencate tutte le attribuzioni del Presidente e non c’è traccia della prassi suddetta maturata negli anni con i vari presidenti che ne hanno fatto ricorso. L’articolo 92, secondo capoverso, prevede che “ Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i Ministri”. Ma l’artico 92 è inserito nel Titolo III, Il Governo, Sezione I – Il Consiglio dei Ministri quindi, non sono un costituzionalista, ma dalla collocazione dell’articolo potrebbe sembrare che comunque la nomina del Primo Ministro e dei Ministri non rientri direttamente nelle attribuzioni previste nel citato articolo 87, ma derivi dall’iniziativa del Primo Ministro.
Parlare di colpo di stato è un po’ eccessivo, altri presidenti che hanno preceduto l’attuale hanno modificato la lista dei ministri ottenendo l’assenso del Primo Ministro, questa volta il Primo Ministro non ha potuto modificare la lista in quanto il Ministro dell’Economia era stato scelto dalla forza minoritaria della coalizione che non avrebbe accettato alcuna modifica. Le due forze politiche si erano unite dopo le elezioni, ma durante la campagna elettorale si erano scontrate duramente. Si voleva andare velocemente alla elezioni anticipate?
Il Presidente della Repubblica ha conferito un incarico esplorativo ad un tecnico di sua scelta, nessuno pare che voglia dare la fiducia a questo nuovo governo, la situazione cambia di ora in ora, per il momento ci fermiamo qui, ci prepariamo per una prossima puntata.
(1*) Trattasi della prosecuzione del precedente articolo a firma di Alessandro Ricci e pubblicato sulla Consul Press in data 22 maggio: “REQUIEM DI UNA REPUBBLICA – L’Anteprima del Nuovo Governo” …un mix tra sogno e narrazione, ma a volte la realtà riesce a superare le più fantastiche ricostruzioni.