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L’idea della bellezza femminile e le differenze nel tempo

Sei magra? Non mi piaci. Ma se fossi stato un  egiziano nell’antichità forse…

La bellezza delle donne è un concetto che è evoluto nel tempo, vediamo i cambiamenti che si sono avuti dalla preistoria al medioevo.

                                  Donna nella preistoria

L’ immagine originaria della donna nella preistoria, da quel che ci è pervenuta dalle antiche statuette, la cosiddetta  “La venere primitiva” è  di una donna dai fianchi larghi, dal seno ampio per allattare e per quel che consideriamo oggi grassa, per il peso corporeo era una donna decisamente in sovrappeso, ovvero con un ventre ampio per accogliere la vita, sopravvivere e portare a termine la gravidanza. Si rappresentavano i tratti fisici più utili alla continuazione della specie. L’immagine femminile aveva un carattere propiziatorio e quindi è possibile che la realtà delle cose fosse ben diversa dalle immagini e le statue che ci sono pervenute.

                                La donna nell’antico Egitto

La donna nell’antico Egitto era una donna dal corpo esile con le spalle strette la vita alta e piccola, il volto doveva essere simmetrico, La donna egizia poteva esprimere la sua intelligenza, e se lo faceva si esprimeva con dolcezza e grazia ma anche forza e sensualità donna, la donna aveva i diritti in un tribunale e poteva studiare se avvezza sia nei palazzi che nei templi. La donna era rappresentata come l’oggetto del desiderio maschile, con un corpo da adolescente e vestiti aderenti che risaltavano i seni piccoli e evidenziavano il triangolo pubico.

Gli occhi dovevano essere grandi, scuri e allungati: erano considerati particolarmente importanti in quanto specchio dell’anima. La capigliatura doveva essere folta e sana, e se non lo era venivano usate parrucche. Il naso doveva essere dritto e sottile e la bocca proporzionata, il  collo lungo e sottile enfatizzato da monili. Nel tempo la maternità viene enfatizzata rendendo la parte inferiore del corpo più grande ma potrebbe essere che le raffigurazioni come nel periodo preistorico avessero carattere propiziatorio e che quindi si sia teso an ingrossare la parte inferiore del corpo.

                              Donna nella Grecia classica

Dalla Grecia classica si affermano dei veri e proprio caratteri estetici per ciò che riguarda  la donna  che doveva essere proporzionata e armoniosa, con un corpo bello in quanto proporzionato alla sua forma intera.

La pelle doveva essere chiara e il corpo doveva essere pieno, con fianchi larghi e seni rotondi e sodi ma non molto pronunciati … Essere magri o emaciati era una cosa adeguata solo a vecchi, malati o alcolizzati, la magrezza era uno stato indesiderato non a caso l’Invidia viene rappresentata come una vecchia magra.

Per ciò che riguarda i trucchi fino al terzo secolo a.C. se ne usavano pochi, poi dopo i contatti con egiziani e orientali, il trucco divenne più frequente. Le donne in questo periodo si scurivano  le ciglia e le sopracciglia con la polvere di Antimonio e si schiarivano la pelle. Per colorare guance e a labbra si usavano sia pigmenti vegetali che il minio (ossido arancione).

                             Donna nell’Impero Romano

Nell’impero romano ci sono stati molti cambiamenti e si è passato da un canone mediterraneo, con la pelle olivastra e i tratti scuri che avevamo già visto in Grecia che poi erano andati a confrontarsi nel tempo con i tratti nordici e quindi si era passato a dei modelli più nordici con capelli e tratti biondi e rossi. La bellezza femminile era rappresentata dalla matrona, la donna sposata dell’antica Roma, con un corpo prosperoso, la prosperità della moglie in sostanza rappresentava la ricchezza del marito.

                        La donna nel medioevo occidentale.

La donna nel medioevo doveva essere angelica ed eterea, il candore della donna doveva risollevare l’animo umano: per questo motivo le donne schiarivano la pelle  (ossido di mercurio o argento) per avere una carnagione candida. La pelle diafana era un gran valore estetico all’epoca: chi aveva la pelle scura era considerato un lavoratore e quindi di basso ceto sociale.

La fronte doveva essere grande ed esposta, tanto che si bruciavano i capelli con rischi per la salute e di incendio.

I fianchi della donna erano preferiti stretti ma la pancia era messa in evidenza, per ricordare il potere di generare la vita, tanto che le donne usavano imbottire lo stomaco quando non si era in carne o grassi. I seni erano considerati una tentazione per l’uomo e venivano fasciati per non farli risaltare, per lo stesso motivo il trucco non veniva usato.

I capelli dovevano essere chiari sempre per esaltare la pelle chiara e la bocca rosea. Si cominciano a tagliare i capelli ai paggi per far credere che le nobildonne avessero i capelli più chiari.

La donna doveva essere per altri versi l’immagine della madonna e quindi essere schiva e timorata di Dio: pieta, pudore ed onore erano le caratteristiche fondamentali fino al 1300 d.C.

foto  capitolium                                                       ©Francesco Spuntarelli                                     Alessandro P. Benini