Perseo e la medusa
Quando sei di fronte a un mostro cerca di guardare oltre le zanne e gli artigli
Abante, re dell’Argolide, era un guerriero così famoso che dopo la sua morte bastava mostrare il suo scudo perché si calmassero gli animi e si mettessero in fuga i nemici. I suoi due figli , Preto e Acrisio era sempre in lotta tra di loro ma la cosa peggiorò quando Preto giacque con la figlia di Acrisio, Danae, riuscendo a stento a salvare la vita: Acrisio, offeso, si rifiutò di cedergli il trono alla fine del suo mandato e Preto si rifugiò presso Iobate re di Licia, di cui sposò la figlia Stenebea o Antea, e da dove portò un esercito per rivendicare il suo trono. Finita la guerra il regno fu diviso in due con Acrisio che ebbe Argo e Preto che ebbe invece Tirinto. La rivalità tra fratelli rappresentanti le due parti di un Grande Anno è presente si nei miti celtici che in quelli palestinesi, sia nei miti greci che in quelli latini.
Sette ciclopi, chiamati Gasterochiri perché facevano i muratori, vennero con Preto dalla Libia e fortificarono le mura di Tirinto, queste mura erano così grandi che due muli non avrebbero potuto muoverne una pietra. I gasterochiri (ventri con mani) erano sette dischi solari che rappresentavano 7 sostituti del re, che in origine venivano sacrificati e poi Perseo rappresentato alla fine del ciclo era invece sacrificato nell’ottavo anno.
La nascita di Perseo e il viaggio in mare
Acrisio non ebbe figli maschi e quando chiese aiuto all’oracolo questi si sentì dire che non avrebbe avuto altri figli ma che il nipote lo avrebbe ucciso. Vedendo che Danae, sua figlia, era incinta di suo fratello, non avendo il coraggio di ucciderla l’abbandonò in mare con Perseo, suo nipote, appena nato su di una specie di botte (detta anche arca o bara a seconda delle versioni). Preto in questo mito come padre di Perseo è l’Osiride argivo mentre Acrisio è Set che per gelosia uccide suo fratello, mentre Danae è la moglie sorella Iside: Perseo ovviamente è Oro-Horus. Se poi pensiamo alla versione in cui è Zeus a fecondare Danae, come nel quadro di Gustav Klimt, questo mito andrebbe invece a rappresentare le nozze rituali tra sole e luna.
Lo strano vascello raggiunse l’isola di Serifo dove Ditti, un pescatore, li ripescò portando poi entrambi a re Polidette, suo fratello, che prese entrambi nella sua casa incantato dalla bellezza di Danae. Trascorsero gli anni e Perseo dovette difendere molte volte sua madre dai corteggiamenti di Polidette, fino a che questi acconsenti a sposare un’altra donna, Ippodamia, figlia di Pelope, qualora Perseo gli portasse la testa della Gorgone Medusa.
La preparazione e la sconfitta di Medusa
Nelle rappresentazioni più antiche, Medusa e le sue sorelle erano raffigurate come orrende donne con ali d’oro e mani di bronzo, dall’ampio viso rotondo incorniciato da una massa di serpenti per capelli, bocca larga con zanne suine e, a volte, anche una corta barba ruvida. Più avanti, nell’arte, presero le sembianze di fanciulle bellissime, sempre con serpi al posto dei capelli. Secondo altri miti Medusa era invece in origine una donna bellissima: a mutarla in mostro sarebbe stata la dea Atena, come punizione per aver giaciuto con (o per essere stata violentata da) Poseidone in uno dei templi a lei dedicati. Fatto sta che Medusa aveva il potere di pietrificare con lo sguardo e questo era il suo potere maggiore.
Atena, che aveva udito il discorso, decise di aiutare Perseo, in quanto era stata lei la responsabile dell’orrendo volto di Medusa, al che Portò Perseo sull’isola di Samo per fargli vedere i simulacri delle tre gorgoni e fargli distinguere Medusa dalle sue sorelle Steno e Euriale; poi gli consigliò di non guardarla mai direttamente ma attraverso uno scudo lucentissimo che gli donò in modo da non essere pietrificato.
Anche Ermete (come Dio delle messi) aiutò Perseo donandogli un falcetto molto affilato, unico in grado di tagliare la testa di Medusa ma per uccidere l’orrendo mostro aveva bisogno di altri tre artefatti custoditi dalle ninfe Stigie. Per sapere dove fossero Perseo dovette raggiungere le tre Graie, sorelle delle Gorgoni, sul monte Atlante, rubando il loro unico occhio e il loro unico dente per costringerle a dire dove le tre ninfe Stigie si trovassero.
Quando le ninfee Stigie gli ebbero consegnato i sandali per volare, la sacca per contenere la testa del mostro e l’elmo di Ade Perseo volò subito verso occidente, verso la terra degli Iperborei dove trovò le Gorgoni addormentate tra grigie statue di uomini e animali pietrificati. Perseo fissò il suo sguardo nello scudo lucente e con l’aiuto di Atena decapitò velocemente la Gorgone mettendo la sua testa nella sacca che le ninfee Stigee gli avevano dato: a questo punto dal corpo morto della Medusa apparvero il cavallo alato Pegaso e il guerriero Criasaore, figli entrambi di Poseidone, che andarono a svegliare le altre Gorgoni. Ma Perseo aveva l’elmo di Ade, che gli donò l’invisibilità, salvandolo in un momento cruciale da uno scontro letale. Robert Graves ipotizza che in origine il mito di Perseo non aveva nulla a che fare con i diversi oggetti mistici che vengono enumerati in questa parte del racconto ma che si tratti invece di una mala interpretazione di una rappresentazione di Ermete che riceve un occhio magico dalle tre Moire.
Al tramonto Perseo era già tornato sul monte del Titano Atlante cui mostrò la testa della Medusa in quanto non era stato ospitale con lui nel suo viaggio per conto di Atena.
Perseo si fermò a Chemmi, in Egitto, dove in seguito riceveva ancora onori e poi volò sopra la Filistia dove vide la bellissima Andromeda legata a un masso come sacrificio e suo padre, Cefeo, l’etiope re di Joppa, gli disse che avrebbe potuto sposarla se uccideva il mostro.
Teseo allora uccise il mostro cui Adromeda sarebbe dovuta essere sacrificata ingannandolo con la sua ombra sull’acqua e tornò da Cefeo e sua moglie Cassiopea per sposare Andromeda.
Durante le nozze irruppero nella stanza degli uomoni armati che erano stati chiamati da Cassiopea ma Perseo ne uccise in gran numero pietrificandone la restante parte. Da allora Poseidone ha posto Cefeo e Cassiopea tra le stelle ma questa assume posizioni sciocche per ricordare il suo tradimento in vita. Andromeda invece è una delle costellazioni più illustri in quanto ha acconsentito a sposare Perseo malgrado l’opposizione dei suoi genitori.
Il combattimento contro il mostro, in alcune versioni considerato un titano, che Perseo va ad affrontare non è altro che la versione ellenica del mito babilonese e siriaco di Bel o Marduk che affrontano Tiamat. Secondo la mitologia ebraica questo combattimento fu fatto da Geova contro Rahab ed in sostanza Andromeda é Afrodite-Ishtar-Astarte che viene legata nuda a uno scoglio per far uscire la sua emanazione, il serpente Tiamat e poi ucciderla, per non fargli commettere altri guai ( trasformando il tutto in un metodo complesso per far ragionare le donne in sostanza). Astarte in Babilonia era la dea del diluvio ed aveva templi in tutti i porti, a Troia era nota come Esione e come per le altre divinità femminili fu esautorata dai suoi compiti nel tempo. Le lotte dinastiche erano all’ordine del giorno in Argo in quanto colonia argiva in Caria, paese molto famoso per la sua flotta di navi.
Il ritorno e la gloria dopo una lunga fatica
Perseo a questo punto tornò a Serifo dove pietrificò Polidette e i suoi seguaci facendo di Ditti, fratello di Polidette, il nuovo re dell’isola.
A questo punto Perseo si recò ad Argo accompagnato da sua moglie Andromeda, da sua madre Danae e da un gruppo di Ciclopi per cui suo nonno Acrisio, avvertito, scappò lasciandogli il trono temendo per la sua vita. In seguito partecipando ai giochi funebri organizzati da re Teutamide Perseo lanciando un disco uccise non volendo suo nonno Acrisio completando ciò che il fato aveva in serbo per lui.
Influenze in arte e cultura di massa
La figura di Medusa è un soggetto che ha lasciato una traccia ben visibile nel corso dei secoli; essa, o più spesso la sua sola testa, il gorgoneion (da cui probabilmente anche il nome della gorghiera medievale, usata per l’appunto per non essere decapitati). Le più antiche rappresentazioni plastiche del mito che ci sono pervenute sono una rappresentazione di Perseo che uccide Medusa sotto gli occhi di Atena, su una metopa da Selinunte e una Medusa sul frontone occidentale del tempio di Artemide a Corfù.
Il personaggio è inoltre ricorrente nella cultura di massa , dove frequentemente Medusa (oppure una o più “meduse” intese come razza di creature, confondendo il nome della “razza” delle tre sorelle gorgoni) appare come antagonista in romanzi, film, serie animate, giochi di ruolo e videogiochi, soprattutto di ambito fantasy, anche senza collegamenti con l’originale contesto mitologico e anche cambiandone l’aspetto (ad esempio, rappresentandola con una coda di serpente al posto delle gambe o l’aspetto da rettile, mischiandola con gli uomini serpente e quant’altro).
foto Enea Rotella W.P. etsy librarsi pinterest google arts and coltures
©Francesco Spuntarelli Alessandro Benini