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Bellerofonte, Pegaso e la Chimera

Bellerofonte era il figlio di Glauco e il nipote di Sisifo, si rifugiò presso Preto, re di Tirinto, dopo aver commesso due omicidi: quello di Bellero, da cui il suo nome, e quello di suo fratello. Presso Tirinto attrasse subito l’attenzione di Antea, moglie di Preto, che quando si sentì rifiutata l’accusò presso il marito di essere stato lui ad importunarla. Non volendo attirare su se stesso l’ira delle Moire mandò Bellerofonte da suo suocero, Iobate re di Licia, con una lettera che recitava così: “Allontana il latore di questa lettera dai vivi, perché costui tentò di violare mia moglie, che poi è tua figlia”.

Questo tentativo lo ritroviamo in tutti i miti, per vicinanza geografica i più vicini sono l’egiziana “Storia di due fratelli” e la storia di Giuseppe con la moglie di Putifarre nell’antico testamento cristiano-ebraico.

Iobate, anch’esso pauroso delle Moire, mandò invece Bellerofonte a caccia della Chimera, il mostro con l’alito infuocato e la testa di leone, la coda di serpente e il corpo di capra.

La Chimera era una delle figlie di Echidna e il re di Caria la teneva come fosse un animale domestico; prima di partire Bellerofonte consultò il veggente Poliido che gli consigliò di catturare l’alato cavallo Pegaso che in quel tempo viveva sul monte Elicona dove aveva fatto spuntare la fonte Ippocrene col suo zoccolo lunato per compiacere le Muse.

La Chimera rappresentava l’anno diviso in tre parti: il leone rappresentava la primavera, la capra l’autunno e il serpente l’inverno. Questo animale fantastico rappresentava in epoca preellenica il re che combatte con uomini-animali mentre con l’arrivo degli Elleni indica la soppressione dell’antico calendario Cario con la chimera che viene uccisa.

Pegaso però non si trovava sul monte Elicona ma Bellerofonte lo rintracciò presso la fonte Pirene.

A questo punto c’è chi dice che lo abbia domato con una briglia che gli era stata data da Atena e chi dice che il cavallo alato gli sia stato dato direttamente dalla dea; fatto sta che con l’aiuto di Pegaso Bellerofonte riuscì a sovrastare la Chimera, tempestandola di frecce e poi mettendogli tra le mascelle un pezzo di piombo che aveva messo sulla punta della lancia, così che quando la Chimera si preparò ad emettere il suo fiato infuocato il piombo si sciolse bruciandole gli organi interni, uccidendola sul colpo. L’eroe sacro era incaricato da una triplice musa a catturare un cavallo selvaggio, allo stesso modo in cui Ercole aveva cavalcato Arione (letteralmente essere lunare che sta in alto), in seguito all’arrivo degli elleni potrebbe significare anche la conquista dei santuari della dea dalla testa di giumenta (come descritto da me in altri articoli).

Iobate, stupito di una così valorosa impresa lo mandò allora a combattere contro i Solimi e le Amazzoni. Bellerofonte li sconfisse tutti volando fuori della portata delle loro frecce e lasciando cadere grosse pietre sulle loro teste. Questa volta quando tornò al palazzo di Iobate in Licia Bellerofonte trovò le guardie e tendergli un’agguato ed allora pregò Poseidone di innondare la pianura dello Xanto alle sue spalle. A quel punto le donne di quella regione si alzarono le gonne sopra le ginocchia per andare a chiedergli di desistere dalla sua impresa e Bellerofonte che era molto timido e modesto fuggì via e le onde con lui.

I solimi erano i figli di Salma in origine, furono poi mascolinizzati in solimi per indicare l’avvento degli elleni sull’originale ceppo matriarcale. Le donne con le gonne alzate non sono altro che le donne invasate dall’Hippomane che smembravano il re a fine mandato allo stesso modo del culto erotico di Api in Egitto e che quindi con Bellerofonte non c’entravano nulla se non perché furono male interpretate delle monete che le ritraevano.

Preto a questo punto parlò con Bellerofonte della lettera ricevuta dal genero e gli chiese cosa fosse veramente accaduto con sua figlia: saputa la verità gli diede in sposa sua figli a Filinoe e lo nominò erede di tutta la Licia. Per onorare le donne Xantie che lo avevano fermato durante l’inondazione gli permise di avere una linea matriarcale e non patriarcale sulla loro discendenza. In verità all’arrivo degli elleni, gli Xanti erano molto conservatori e non accettarono semplicemente il cambio di discendenza.

In seguito giunto all’apice della sua fortuna Bellerofonte osò volare verso l’Olimpo in groppa a Pegaso ma Zeus mandò un tafano che punse Pegaso facendo sgroppare Bellerofonte che cadde a terra, zoppo e cieco, solo e maledetto da allora; Pegaso invece ebbe una maggiore fortuna con Zeus che lo tenne per se, per trasportare le sue folgori in battaglia.

Foto facebook la testata magazine mibact mythologiae            Francesco Spuntarelli