I vichinghi e i falsi miti su di loro
Se pensiamo all’immagine stereotipata dei vichinghi, tutti più o meno siamo portati a dare la stessa descrizione: alti, rozzi, sanguinari, sporchi, con elmi con le corna, barbe lunghe e incolte e biondi con occhi chiari. Eppure le cose non stavano esattamente così.
Tornati in voga grazie ai numerosi film, serie televisive o videogiochi che ne hanno accresciuto la fama, spesso sono cadutri vittima di falsi miti o ricostruzioni troppo immaginarie dovute alle esigenze di mercato.
Innanzitutto bisogna capire chi erano i vichinghi. Solitamente popoli norreni originari della Germania settentrionale o della Scandinavia furono i primi a raggiungere il Nordamerica tra la fine del X e l’inizio dell’XI secolo, tanto che il primo europeo ad avvistare il continente americano, l’esploratore islandese Bjarni Herjòlfsson scriveva del ritrovamente nell’odierno Canada, di un antico insediamento vichingo dell’XI secolo a Anse Aux Meadows, sull’Isola di Terranova.
Il termine vichingo ha una etimologia incerta, tutt’ora si ipotizza derivi da termini norreni che indicano “baia”, “insenatura”, a specificare il luogo di provenienza della popolazione e spesso dediti a pirateria e attività corsara.
Noti e temuti per la loro abilità di navigatori e per le loro lunghe barche, riuscirono nel corso dei secoli a colonizzare gran parte dell’Europa, le isole Orcadi, le Faer Oer, Terranova e la Groenlandia, arrivando finoa lla Grecia, alla Russia e a Costantinopoli.
La prima incursione documentata è quella del 793 all’Abbazzia di Lindisfarne dove i monaci superstiti raccontarono le gesta e la violenza dei vichinghi.
Ma non erano solo violenti conquistatori. I vichinghi erano abili mercanti che riuscirono a sviluppare insediamenti e commerci in Europa, ma videro il loro declino con l’avvento del Cristianesimo che iniziò a diffondersi in Scandinavia e a influenzare le popolazioni locali come la cultura europea. Inoltre le zone costiere cominciarono ad aumentare le difese sotto un potere centralizzato, rendendo quindi le incurisioni troppo rischiose, fino a quando cessarono definitivamente nell’XI secolo con l’ascesa del sistema feudale che ne cancellò l’identita tribale, dato che si sentivano un unico popolo norreno.
Se nell’immaginario li riteniamo crudeli e al limite dell’umano, in realtà erano ben diversi, abili poeti, commercianti, orafi e artigiani. Innanzitutto non erano tutti biondi.
Secondo uno studio che ha richiesto anni per il suo completamento, alcuni scienziati internazionali hanno analizzato il Dna di 440 persone vissute tra il 2400 a.C. e il 1600 d.C. in vari siti tra la Groenlandia e l’Europa. Da questo studio è emerso che i vichinghi si sarebbero mescolato con popolazioni dell’Asia e dell’Europa meridionale. Non avevano quindi i tratti scandinavi ma anzi, si predsentavano con colorazioni molto lontane dall’immaginario.
Parlando invece dell’igiene, molti storici confermano che non erano rozzi e sporchi, ma anzi. Erano un popolo che teneva particolarmente alla propria igiene personale tanto da cambiarsi quasi regolarmente e usavano pulire gli indumenti dopo ogni razzia. Gli scandinavi poi avevano una sorta di set per l’igiene che comprendeva addirittura una sorta di rasoio rudimentale. Le donne poi erano incredibilmente curate, erano solite fare saune frequenti e utilizzare strumenti di bellezza e truccarsi. Se nubili portavano i capelli sciolti, mentre se erano sposate, li tenevano raccolti in trecce.
Le donne poi erano libere e se un marito era violento con loro, potevano divorziare, ma non potevano salire sule drakkar, le tipiche imbarcazioni a vela, strette e lunghe che spesso ritraevano un drago sulla prua. Potevano però accompagnare gli uomini quando andavano a colonizzare una terra.
Parlando invece della divisa da soldato, sembra in realtà che questi non la avessero. Ogni soldato si proteggeva come poteva con le armi di cui disponeva, i condottieri portavano elmi di ferro mentre gli altri copricapi di cuoio. Nessun elmo cornuto però.
Non si sa di preciso da dove sia arrivata questa immagine, ma i vichinghi, prova l’assenza nei resoconti delle incurioni, non hanno mai utilizzato tali copricapi. Tra le ipotesi più accreditate si pensa che siano stati proprio i cristiani, per aggiungere qualche dettagli che rendesse questo popolo simile ai barbari o che ne accrescesse il timore. O ancora c’è chi ritiene che questo mito possa essere riconducibile al 1870 quando Wagner mise in scena “L’anello del Nibelungo” e il costumista decise di realizzare copricapi muniti di corna. O ancora all’artista svedese Gustav Malmström che nel 1900 ritrasse i vichinghi con elmi cornuti nel libri Frithiofs Saga.
E il rituale funerario? Tutti sappiamo che il corpo del defunto veniva adagiato in una nave alla deriva a cui poi si dava fuoco, ma quanto c’è di vero? Sembra infatti che questo popolo avesse una varietà di riti in base al sesso, allo status sociale, spesso seppellivano i loro morti in tumili con i beni del defunto e in alcuni casi si sacrificavano anche la moglie o i servi. Inoltre le navi per i vichinghi erano fondamentali oltre che estremamente costose da realizzare. Probabilmente questo genere di rito era riservato ai capitani o alle persone di spicco, dato che i vichinghi non avevano gradi militari veri e propri.
Francesca Marti