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L'habitat di Domani

L’artista italiano Enrico Dedin
tra i 10 finalisti del progetto europeo CreArt 3.0

La Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, in collaborazione con il Distretto Veneziano Ricerca e Innovazione (DVRI), in occasione dell’European Month of Creativity, ha selezionato 10 artisti under 40 nel campo dell’arte digitale per la mostra L’Habitat di domani. Tra i finalisti anche Enrico Dedin, media artist e project manager nel settore comunicazione.

L’esposizione è parte integrante del progetto europeo “CreArt 3.0 #stringing_together” finanziato nell’ambito del Programma Europa Creativa grazie al quale 13 città europee saranno coinvolte nella promozione dell’arte contemporanea in tutte le sue forme. Tra i paesi che hanno aderito al partenariato: Italia, Spagna, Portogallo, Polonia, Croazia, Macedonia settentrionale, Lituania, Francia, Lettonia, Repubblica Ceca, Finlandia, Germania.

CreArt 3.0 #stringing together, si svolgerà dunque presso la Sala del Camino, Chiostro SS. Cosma e Damiano Giudecca 620, Giudecca (Venezia) dal 10 maggio al 2 giugno 2024. L’inaugurazione è prevista giovedì 9 maggio alle ore 18.

Il tema che intitola l’esposizione veneziana “L’habitat di domani” si interroga su tematiche di grande attualità. Come potremo adattarci e resistere in un futuro in bilico per il cambiamento climatico? Cambierà il rapporto tra le persone? Quale equilibrio creeremo con l’ecosistema in cui viviamo anche rispetto ai grandi temi al centro del dibattito odierno come la green economy e la sostenibilità, o alle trasformazioni tecnologiche in corso come l’IA?

In questo contesto di riflessione, emerge la visione artistica di Enrico Dedin. Sogno o incubo? Dedin ci trascina in una profezia ecologica, un viaggio speculativo attraverso una realtà dove le piante sono i nostri server internet. L’opera selezionata dell’artista veneto per l’occasione si intitola “Fungi-Fi”. Un progetto artistico-culturale d’ampio respiro, che nell’allestimento veneziano prende forma in un pezzo audiovisivo, una distopia ecologica che sorge da questa emblematica domanda: il mondo sarebbe un posto migliore se potessimo connetterci al Wi-Fi grazie alle piante?

Così l’artista ci introduce a “Fungi-Fi”: «Ho immaginato un futuro prossimo, solo apparentemente idilliaco, in cui l’umanità azzererà le emissioni di CO2 dei server Internet collegandosi al Wi-Fi attraverso gli impulsi elettrici del mondo vegetale».

Tuttavia, l’autore conclude rivelando una prospettiva nefasta: «si finirà per alterare e schiavizzare anche il regno vegetale e le foreste di tutto il pianeta, solo per lucrare su una super connessione internet». Restituendoci dunque una riflessione originale sul rapporto uomo-natura in funzione al progresso tecno-scientifico; evidenziando sia il vizio dell’umanità di pensare l’ambiente solo come una risorsa, sia la smania di mercificare ogni conoscenza e creatura. Dedin ha anche anticipato di essere al lavoro su nuove declinazioni di questa visione fantascientifica.

L’artista, ventisettenne residente a Musile di Piave (Venezia), ha già al suo attivo numerose partecipazioni a mostre, concorsi e festival in tutto il mondo, dagli Stati Uniti all’America Latina, dall’Europa all’Asia. Le sue opere video sono infatti presenti in varie collezioni e piattaforme internazionali, tra cui lo storico catalogo di Heure Exquise!, distributore delle collezioni audiovisive del Musée du Louvre e del Musée D’Orsay. Recentemente è stato anche selezionato per la XVI edizione dell’annuario della videoarte italiana, una delle più importanti rassegne del genere nel panorama nazionale e non solo.

 

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