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L' "Italian Sounding" si può stroncare.

L’ “Italian Sounding” si può stroncare.

L’Italian Sounding si può stroncare: come proteggere il vero Made in Italy dall’imitazione e dalla concorrenza sleale a livello globale.

Cos’è l’Italian Sounding?

L’Italian Sounding è un fenomeno che riguarda l’utilizzo ingannevole di nomi, denominazioni geografiche, immagini, colori e marchi che evocano l’Italia per vendere prodotti realizzati all’estero. Questi prodotti si presentano come italiani ma non lo sono, creando una concorrenza sleale per i veri produttori del Made in Italy.

Le cifre attuali

Nel 2024, il valore del falso Made in Italy nel settore agroalimentare ha superato i 120 miliardi di euro. Questo rappresenta un incremento del 75% rispetto al decennio precedente, con oltre 2 prodotti su 3 sul mercato globale che evocano falsamente l’italianità. Questa crescita esponenziale mina la reputazione dei prodotti italiani autentici, creando un danno economico e di immagine significativo per le imprese italiane.

L’Impatto Occupazionale dell’Italian Sounding

Il fenomeno dell’Italian Sounding ha ripercussioni dirette anche sul mercato del lavoro italiano. Secondo i dati aggiornati, la mancanza di autenticità nel Made in Italy ha causato la perdita di oltre 350.000 posti di lavoro nel settore agroalimentare, una crescita significativa rispetto ai 300.000 posti del 2019. La contraffazione erode le opportunità lavorative legate alla produzione e alla distribuzione di prodotti autentici.

I Paesi Maggiormente Coinvolti

L’Italian Sounding non è solo un fenomeno legato a mercati come quello cinese o nordamericano. I Paesi coinvolti nella produzione e commercializzazione di prodotti contraffatti includono:

  • Cina
  • Stati Uniti e Canada
  • America Latina (soprattutto Brasile e Argentina)
  • Russia
  • Paesi del Sud-Est Asiatico (come Thailandia e Vietnam)
  • Europa (Francia, Germania e Regno Unito)

In particolare, l’e-commerce su piattaforme globali come Amazon, eBay e Alibaba ha facilitato la distribuzione di prodotti Italian Sounding a livello mondiale, rendendo difficile la protezione del marchio italiano.

Esempi di Italian Sounding nel Mondo

Caso Francia: Panzani

Uno degli esempi più noti è quello della pasta Panzani, venduta come prodotto italiano in tutta Europa, specialmente in Francia, dove è la pasta più venduta. Anche se il marchio utilizza riferimenti italiani, viene prodotta a Lione, con operazioni che coinvolgono 1.300 dipendenti ed esportazioni in oltre 50 Paesi. Il packaging, i colori e le pubblicità con celebrità italiane come Ornella Muti contribuiscono a creare un’illusione di autenticità italiana.

Caso Germania: Grappagner

In Germania, la contraffazione si estende ai prodotti alcolici. La grappa Grappagner si rifà al marchio veneto Castagner. La Germania è il principale mercato di destinazione della vera grappa, ma il fenomeno del Sounding erode il mercato autentico, creando una concorrenza sleale anche in settori di nicchia come i distillati.

Caso Canada e Regno Unito: Wine Kits

Un altro esempio sono i wine kits venduti in Canada e Regno Unito, che permettono ai consumatori di prodursi in casa vini che imitano celebri denominazioni italiane come il Brunello e il Chianti. Questi kit sono facilmente reperibili su piattaforme e-commerce, minando l’autenticità e il prestigio dei vini italiani.

Le Azioni di Contrasto

Per arginare il fenomeno dell’Italian Sounding, l’Italia ha attuato una serie di iniziative, molte delle quali sono state rafforzate negli ultimi anni.

Progetti di sensibilizzazione

Il MISE (Ministero dello Sviluppo Economico), l’ICE-Agenzia (Italian Trade Agency) e Assocamerestero portano avanti campagne di informazione come il progetto True Italian Taste, che mira a educare i consumatori stranieri su cosa distingue un vero prodotto Made in Italy da una contraffazione. Tuttavia, il successo di tali iniziative è spesso limitato dalla consapevolezza e dalla disponibilità del consumatore finale a verificare l’autenticità del prodotto.

Etichettatura e tecnologia

Negli ultimi anni, sono stati fatti passi avanti nell’ambito dell’etichettatura, con proposte per indicare chiaramente l’origine degli ingredienti e il luogo di confezionamento. App innovative per smartphone permettono inoltre di verificare l’autenticità dei prodotti, anche se l’accesso a queste tecnologie è limitato a coloro che ne conoscono l’esistenza.

Sanzioni e cooperazione internazionale

Nonostante i progressi, il potere sanzionatorio rimane insufficiente, soprattutto in ambito europeo. Un inasprimento delle sanzioni per chi pratica l’Italian Sounding è auspicabile, ma difficilmente raggiungibile senza una cooperazione a livello internazionale.

Gli Esempi di Francia e Parmigiano Reggiano

La Francia rappresenta un esempio positivo di tutela dei propri prodotti attraverso un forte apparato legale. Il caso del Roquefort, un formaggio DOP protetto dalle leggi francesi, dimostra l’efficacia della tutela delle denominazioni di origine. La Francia ha sviluppato una robusta struttura legale per proteggere le sue indicazioni geografiche, un sistema che l’Italia potrebbe potenziare ulteriormente per contrastare il fenomeno dell’Italian Sounding.

Un esempio emblematico è quello dello Champagne, che ha visto numerose battaglie legali per proteggere il proprio nome e la propria reputazione. Negli Stati Uniti, la Francia è riuscita a far riconoscere che solo i vini prodotti nella regione dello Champagne possono utilizzare il termine “Champagne”. Nel 2006, una sentenza della Corte Suprema della California ha vietato l’uso del termine “Champagne” per i vini prodotti al di fuori della regione, consolidando ulteriormente la protezione.

Anche in Italia abbiamo, come dicono i bene informati, una “best practise”: il Consorzio del Parmigiano Reggiano è uno degli esempi più significativi di tutela legale del Made in Italy contro l’Italian Sounding. Il consorzio ha istituito un vero e proprio ufficio legale dedicato alla protezione del marchio e dei suoi prodotti. Questo ufficio si occupa di identificare e combattere le imitazioni del Parmigiano Reggiano in tutto il mondo, attraverso cause legali e denunce.

Il risultato di queste azioni non solo protegge l’autenticità del prodotto, ma spesso garantisce anche un ritorno economico significativo per le cause vinte. Nel tempo, il consorzio ha ottenuto diverse sentenze favorevoli, con risarcimenti che permettono di coprire le spese legali e reinvestire in ulteriori attività di tutela del marchio. Questo approccio dimostra che, con un’organizzazione strutturata e una strategia legale forte, è possibile difendere efficacemente il Made in Italy a livello internazionale.

 

La Strada da Seguire

Accordi internazionali, come il CETA, hanno dimostrato di non essere sufficienti per proteggere tutte le denominazioni italiane. È necessario un maggiore impegno a livello europeo e globale per garantire che i produttori italiani non continuino a subire i danni derivanti dalla concorrenza sleale. Solamente sanzioni severe, soprattutto una ostinata azione legale e una cooperazione internazionale efficiente possono ridurre questo fenomeno e proteggere il vero Made in Italy.

Il governo italiano può adottare diverse misure per supportare le azioni legali contro la contraffazione e la pubblicità ingannevole e fraudolenta, seguendo l’esempio di successi come quello della Francia e del Parmigiano Reggiano. Ecco alcune strategie chiave:

  • Creazione di Unità di Monitoraggio: Istaurare uffici dedicati che monitorino attivamente il mercato per rilevare casi di contraffazione e pubblicità ingannevole.
  • Supporto Legale ai Produttori: Fornire assistenza legale ai produttori locali, inclusi fondi per coprire (in anticipo per il 100%) le spese legali nei casi di azioni contro la contraffazione.

E’ uno sforzo economico che vale la pena fare. Il ritorno economico (sono i numeri a dirlo) sarà importante. Tutto il resto sono palliativi. Il portafoglio, va colpito il portafoglio.

La posta in palio è alta: “La domanda di prodotti italiani è enorme ed è in costante crescita. L’Italia figura al 1°posto come origine di prodotti alimentari esteri più ricercati. Ogni anno 1,2 miliardi di persone nel mondo comprano un prodotto italiano e di questi ben 720 milioni sono consumatori fidelizzati” (fonte: La Rivista).

L’ “Italian Sounding” si può stroncare.

 

Gabriele FeliceGabriele Felice
Founder & CEO
ISW | Italian Store World
Connecting the Best of Italy
with the U.S. Market

 


Fonti: 

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