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Il ritiro degli Stati Uniti dall'OMS: le ragioni

Il ritiro degli Stati Uniti dall’OMS: le ragioni

“Il ritiro degli Stati Uniti dall’OMS: le ragioni” profonde, un j’accuse implicito a Big Pharma, Cina e OMS rivelando un cambio di rotta.

Il 21 gennaio 2025, il presidente Donald Trump ha posto la sua firma su un ordine esecutivo che segna un momento storico: il ritiro degli Stati Uniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Una decisione controversa, esplosiva, che non solo scuote le fondamenta della cooperazione sanitaria globale, ma risuona come una dichiarazione di guerra contro un sistema che, agli occhi dell’amministrazione americana, è marcio, corrotto, inservibile.

La stampa non solo italiana, europea, si sbraccia gridando al pericolo imperialista e isolazionista (che poi delle due l’una) senza (voler) guardare alle ragioni profonde che ci sono dietro questa scelta, all’implicito j’accuse che essa contiene.

La radice del conflitto

Non è un segreto che la gestione della pandemia da Covid-19 abbia lasciato cicatrici profonde nelle relazioni tra gli Stati Uniti e l’OMS, fra i governi occidentali tutti e una fetta di opinione pubblica.

Trump non ha mai nascosto il suo disprezzo per quella che definisce una “marionetta della Cina”. Secondo lui, l’OMS ha permesso a Pechino di nascondere la verità nelle fasi cruciali dell’epidemia, manipolando le informazioni e trasformando una crisi sanitaria in una catastrofe planetaria.

Ma il presidente americano va oltre: l’OMS non è solo inefficiente, è complice. Complice di un disegno geopolitico più vasto, dove la Cina sfrutta la debolezza delle istituzioni occidentali per guadagnare terreno, sfruttando la pandemia come un’arma.

Le catene di approvvigionamento sono saltate e ci siamo resi conto di non avere più un sistema produttivo in grado di affrontare un’emergenza di qualsiasi tipo, grazie alle delocalizzazioni urbi et orbi.

Una teoria che potrebbe sembrare cospirativa, ma che, per molti americani, trova riscontri inquietanti nei silenzi, nelle ambiguità e nelle reticenze dell’organizzazione durante i momenti più bui della crisi.

robert kennedy jr.
Foto di Gage Skidmore

Robert Kennedy Junior: Il nuovo volto della sanità americana

Con la nomina di Robert Kennedy Junior a ministro della sanità, l’amministrazione Trump ha lanciato un messaggio chiaro e inequivocabile: l’era della compiacenza è finita.

Kennedy, celebre per le sue posizioni scettiche sui vaccini e per le sue denunce contro Big Pharma, incarna una visione sanitaria profondamente diversa.

È il simbolo di una battaglia contro l’establishment medico-scientifico, accusato di aver sacrificato la salute pubblica sull’altare del profitto.

Il ritiro dall’OMS, quindi, non è solo una rottura diplomatica, ma un atto di autodeterminazione. Gli Stati Uniti vogliono costruire un sistema sanitario autonomo, impermeabile alle pressioni internazionali, capace di rispondere a minacce future senza dipendere da organizzazioni che, secondo questa visione, rispondono più agli interessi di alcune élite e potentati stranieri che al bene comune.

Una strategia di difesa o di isolamento?

Le critiche, naturalmente, non mancano. Molti esperti avvertono che abbandonare l’OMS potrebbe compromettere la capacità degli Stati Uniti di affrontare crisi sanitarie globali. In un mondo interconnesso, nessuna nazione può affrontare da sola le sfide delle pandemie, delle epidemie e delle emergenze sanitarie. Eppure, per Trump, questa interconnessione è diventata un’arma a doppio taglio, un cavallo di Troia che permette a potenze come la Cina di infiltrarsi nelle istituzioni internazionali per sabotare l’Occidente dall’interno.

Secondo alcune fonti interne all’amministrazione, il ritiro è solo il primo passo di una strategia più ampia. L’obiettivo è creare un’alternativa all’OMS, un’alleanza tra nazioni occidentali e alleate che condividono valori comuni e che non sono disposte a piegarsi alle manipolazioni geopolitiche. Un progetto ambizioso, che però richiede tempo, risorse e, soprattutto, consenso internazionale.

La grande incognita

La vera domanda secondo alcuni è: gli Stati Uniti stanno costruendo un futuro più sicuro o stanno scavandosi una fossa? L’OMS, per quanto imperfetta, rappresenta un pilastro della cooperazione globale. Abbandonarla potrebbe lasciare un vuoto che altre potenze, meno democratiche e meno trasparenti, non esiteranno a colmare.

In questo scenario, Il ritiro degli Stati Uniti ha rappresentato una svolta decisiva per la sanità internazionale. È un riflesso di un mondo che cambia, di un ordine globale che si sgretola sotto il peso delle rivalità, dei sospetti e delle ambizioni. È un monito per il futuro, un segnale che le vecchie certezze non valgono più e che, forse, siamo entrati in una nuova era: quella della diffidenza globale.

 

Un’era in cui ogni nazione deve scegliere da che parte stare, sapendo che ogni scelta comporta un prezzo.

La politica estera dei “ma anche”, dei “giri di valzer” è finita.

L’Italia badi in primis a sé stessa e faccia le sue scelte geopolitiche che non possono essere solamente improntate alle opportunità di business ma di adesioni a valori, stili di vita.

 

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FONTI:
Il Sole24Ore Guerra fredda alla Cina e Covid: ecco perché Trump dice addio all’Oms e tutti gli effetti
QuotidianoSanità Inizia l’era Trump: “Gli Stati Uniti si ritirano dall’Oms
Formiche L’addio di Trump all’Oms. Chi riempirà il vuoto lasciato da Washington?
EuroNews Stati Uniti: Trump nomina il no vax Robert Kennedy Jr. segretario alla Salute
The Guardian ‘Sowing seeds for next pandemic’: Trump order for US to exit WHO prompts alarm
BBC Can RFK Jr make America’s diet healthy again?The Times The RFK diet is just what America needs 


Foto autore articolo

Gabriele Felice

Gabriele Felice Founder & CEO ISW | Italian Store World Connecting the Best of Italy with the U.S. Market
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