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X Febbraio – l’ANPI contro il “Giorno del Ricordo”
Scritto da Franco D'Emilio il . Pubblicato in Arte, Cultura ed Eventi.
Lunedì prossimo, 10 febbraio, Giorno del Ricordo, sarà inaugurata a Strasburgo presso il Parlamento Europeo un’ampia mostra storico-documentaria sull’orrore delle Foibe e sulla persecuzione, sino all’esodo forzato, degli italiani istriani, giuliani e dalmati.
Questo evento culturale vede l’impegno collaborativo di vari storici, pure di diversa formazione e distinto orientamento ideologico, ma comunque concordi nel testimoniare, riaffermare, appunto, quella verità, dal 2004 celebrata dal Giorno del Ricordo, commemorazione civile nazionale italiana.
Dunque, una manifestazione, in modo significativo espositiva, illustrativa di un’analisi e di una narrazione storica davvero imparziali sulla base dell’oggettività inoppugnabile di tanta documentazione. Tutto questo sotto il patrocinio del Parlamento Europeo e dei paesi comunitari; tutto questo nel riconoscimento della giusta fondatezza di onorare gli italiani, vittime delle Foibe o costretti dalla persecuzione comunista titina a subire la confisca dei propri beni e le difficoltà, le molte vessazioni dell’esodo.
Tutti d’accordo, quindi, tranne l’ANPI, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, che fuma di rabbia e vede rosso, forse anche per l’effetto durevole delle sue numerose “pastasciutte antifasciste”, innaffiate da troppo vino rosso partigiano, come rilevabile da tante locandine in varie località italiane.
Adesso, l’ANPI si oppone alla mostra del Parlamento Europeo, irride al Giorno del Ricordo, dunque pure al nostro Presidente della Repubblica e ai nostri Sindaci, ogni anno, proprio il 10 febbraio, interpreti di tanta sentita partecipazione popolare. Con stolta cocciutaggine l’ANPI contrasta la verità storica delle Foibe e della persecuzione ad opera dei comunisti jugoslavi del dittatore Tito, giungendo persino all’insensata contrarietà all’iniziativa di un monumento a Cividale del Friuli, celebrativo di Norma Cossetto (vds articolo del 5.10.23), medaglia d’oro al valor civile, giovane donna violentata e infoibata.
L’ANPI si rivela, così, negazionista della tragica verità storica sugli italiani delle terre istriane e giuliano-dalmate, un negazionismo sfacciato che manifesta la pochezza servile di chi schiavo di faziosità ideologica e politica, soltanto pateticamente e fuori tempo ancora divisiva tra fascisti e antifascisti, tra il male assoluto dei primi e il bene assoluto dei secondi, secondo la trita vulgata partigiana.
Il vergognoso negazionismo del Giorno del Ricordo da parte dell’ANPI si fonda su due motivi: le Foibe e l’esodo giuliano dalmata sono stati l’inevitabile, quasi legittima conseguenza del cosiddetto “Fascismo di confine”, dal 1919 in poi ostile a sloveni e croati; infine, sono stati l’altrettanto inesorabile effetto dell’invasione della Jugoslavia ad opera dell’Italia fascista, complice della Germania nazista.
Dunque, perché mai celebrare il Giorno del Ricordo? Soprattutto reggiamoci forte, tratteniamo le mani dal menare sonore sberle dinanzi all’attuale richiesta dell’ANPI che il Giorno del Ricordo sia cancellato per il riconoscimento, seppur tardivo, delle responsabilità del Fascismo, quale istigatore della violenta reazione degli sloveni e croati contro gli italiani giuliano dalmati.
In questo suo intento negazionista l’ANPI si affida a Eric Gobetti, sedicente storico, come lo definiscono alcuni giornali, personaggio tristemente noto per i suoi imbarazzanti pellegrinaggi sulle orme del dittatore jugoslavo Tito e per i suoi sproloqui su Patria Indipendente, rivista della stessa associazione nostalgico-partigiana. Comprensibile l’indignazione di Roberto Menia (nella foto), Senatore di F.d’I., padre della legge istitutiva del Giorno del Ricordo (vds articolo del 9.2.2019); invece, incomprensibile la condotta dell’ANPI, semplicemente aberrante dal rispetto di comuni valori umani e civili.
NdR – Sull’A.N.P.I. e su determinate iniziative di tale Associazione, la Consul Press – sia con Franco D’Emilio, sia con altri Redattori – è intervenuta più volte per evidenziarne la presuntuosa ed arrogante condotta sciocca, se non decisamente stupida o nonché oltraggiosamente offensiva e scellerata.
Su quanto ora anticipato sarà a breve pubblicata una dettagliata esposizione.
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