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Lo spoils system: il grimaldello per il vero cambiamento
Scritto da Gabriele Felice il . Pubblicato in Italia ed Esteri, Giustizia e Pianeta Magistratura, Economia e Politica.
Lo spoils system: il grimaldello per il vero cambiamento. Senza una riforma radicale, l’Italia resterà ostaggio della burocrazia.
Lo spoils system: il grimaldello per il vero cambiamento
Il problema principale di ogni governo di cambiamento non è solo l’opposizione politica, ma l’ostruzionismo sistemico della burocrazia e degli apparati amministrativi. La soluzione esiste e si chiama spoils system.
Il meccanismo dello spoils system, nato negli Stati Uniti, prevede l’affidamento di cariche pubbliche a persone indicate dai partiti o dalle coalizioni vincenti. Questo garantisce che il nuovo governo possa attuare la propria agenda politica senza resistenze interne. In Italia, tuttavia, lo spoils system è un’arma spuntata: la Corte di Cassazione, con la sentenza 2510 del 31 gennaio 2017, lo ha limitato agli incarichi dirigenziali apicali, escludendo le funzioni amministrative attuative degli indirizzi politici.
Il caso italiano nel 2025: riforme mancate e continuità burocratica
A distanza di anni, la situazione non è migliorata. Il governo attuale, insediatosi dopo le elezioni del 2024, si scontra con gli stessi ostacoli: una burocrazia impermeabile al cambiamento e un sistema di potere consolidato che ostacola ogni riforma strutturale. La recente decisione della Corte Costituzionale del 2024 ha ribadito la necessità di limitare ulteriormente lo spoils system, consolidando la posizione della vecchia nomenclatura amministrativa.
Si assiste così al paradosso in cui il governo può cambiare i vertici, ma non i funzionari che eseguono concretamente le decisioni, rendendo impossibile una reale discontinuità. L’esempio più eclatante è quello del Ministero dell’Economia, dove i tecnici hanno boicottato di fatto molte delle proposte di riforma fiscale, rallentandone l’attuazione.
A questo si aggiunge il costante contrasto da parte della magistratura, che frena sistematicamente l’attuazione delle decisioni politiche in tema di immigrazione e della stessa riforma della giustizia, alimentando uno scontro istituzionale senza precedenti.
Il confronto con gli Stati Uniti
Negli USA, lo spoils system è stato ridimensionato nel tempo, ma con la nuova amministrazione Trump 2025 ha ripreso vigore come mai prima, in tutti i settori e a tutti i livelli. L’amministrazione Biden, ad esempio, ha sostituito oltre 4.000 funzionari federali dopo la vittoria del 2020, ma il nuovo corso repubblicano ha dato il via a un’ondata di epurazioni ancora più massiccia, con la sostituzione di migliaia di funzionari, giudici e dirigenti federali per garantire un allineamento totale con la nuova agenda politica.
In Italia, al contrario, il sistema resta immobile: i governi di centrodestra e centrosinistra si alternano, ma la macchina amministrativa resta la stessa, alimentando un circolo vizioso in cui ogni riforma viene sabotata dall’interno. Il governo Meloni ha cercato, tra mille difficoltà, di applicare un principio di spoils system più incisivo, incontrando tuttavia resistenze enormi da parte della magistratura, delle alte burocrazie ministeriali e degli enti locali. Nonostante i tentativi di riforma, la permanenza di dirigenti non allineati ha rallentato o vanificato molte delle politiche chiave, evidenziando l’urgente necessità di una revisione normativa più radicale.
Una riforma necessaria
Il governo Meloni, insediatosi nel 2022, ha esercitato il proprio diritto di applicare lo spoils system, un meccanismo che consente al nuovo esecutivo di sostituire alcuni dirigenti apicali della pubblica amministrazione per garantire l’attuazione del proprio programma politico. Questo processo è previsto dalla normativa italiana e viene attuato da ogni nuovo governo.
Tra i ministeri interessati, il Ministero della Giustizia e il Ministero delle Infrastrutture hanno visto la sostituzione di tutti i capi dipartimento da parte dei rispettivi ministri, Carlo Nordio e Matteo Salvini.
Per quanto riguarda le dichiarazioni specifiche sullo spoils system, non sono emerse affermazioni pubbliche attribuibili ai vicepremier dell’attuale governo. Tuttavia, la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha sottolineato l’importanza di apportare cambiamenti significativi nell’amministrazione pubblica, affermando: “Siamo stati votati per cambiare”.
In sintesi, il governo Meloni sta utilizzando lo spoils system per nominare persone di fiducia in posizioni chiave dell’amministrazione pubblica, con l’obiettivo di garantire una maggiore coerenza nell’attuazione delle proprie politiche. La proposta sul tavolo prevede l’estensione del meccanismo a tutti i livelli dirigenziali, garantendo un maggiore ricambio e una reale discontinuità con il passato.
Alcuni esperti, come il professor Sabino Cassese, continuano a criticare questa prospettiva, sostenendo che un’applicazione troppo rigida potrebbe minare la continuità amministrativa. Tuttavia, la realtà è che l’Italia è già in una situazione di paralisi decisionale, dove la continuità si traduce in immobilismo e quando a governare è il centro destra, di aperto contrasto.
Conclusioni
Il governo ha i numeri in Parlamento, il consenso nel Paese e l’urgenza di riformare un sistema che ha dimostrato tutti i suoi limiti. Lo spoils system non è una scelta, ma una necessità. Senza un intervento deciso, ogni tentativo di cambiamento verrà affossato dalle stesse dinamiche che hanno reso l’Italia un Paese bloccato da decenni.
Il momento di agire è ora. O si cambia davvero, o si resta ostaggi della burocrazia per sempre.
FONTI
- Spoils System? Better to Reward Performance and Young People
- Cos’è lo spoils system e come funziona in Italia
- Spoils system: Meloni cambia tutto
- Lo spoils system, “alto profilo” o “lottizzazione”? Dipende da chi lo fa
- Che cos’è lo Spoils System introdotto dalla riforma Bassanini
- La Rivoluzione Meritocratica
- “E’ ARRIVATO IL CONTO !” – la Sinistra e i suoi blocchi di potere hanno mostrato il loro proprio volto eversivo e antidemocratico
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