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Cogito, ergo sum

Primum: Intelligere …. di  Cecco d’Ascoli *

 A distanza di secoli, sembra difficile applicare questo detto ai nostri politici. Parlano, parlano, parlano e dicono sciocchezze. A Nola la gente va al pronto soccorso perché sta male. Sono tanti, sono troppi. Non ci sono le attrezzature. Li sdraiano per terra, con qualche coperta addosso. Li curano, come possono, medici ed infermieri. Qualcuno filma quel casino, emblematico di come va la sanità in Campania. Succede il finimondo.

Tronfio e cretino, il Presidente della Regione Campania De Luca minaccia il licenziamento dei responsabili che, per l’intanto, sono sospesi. Poi si scopre che da anni l’ospedale di Nola chiede personale e letti, strutture che la Regione Campania non gli dà. Richieste senza risposte. Quei medici, quegli infermieri, secondo l’ineffabile De Luca, che avrebbero dovuto dire ai pazienti stesi per terra: Non ti curo perché non sei su un lettino che non c’è?

Se c’è uno che dovrebbe essere sospeso o cacciato via è proprio De Luca. Avrebbe dovuto prima capire. Difficile, Meglio se fosse stato zitto. Impossibile. Gli altri, invece, gli attuali sospesi, dovrebbero essere premiati. Nel mondo a rovescio della nostra politica può accadere anche questo.

Passiamo a Grillo. Un uomo comune, prima di vendere l’orso, cerca d’ucciderlo. Grillo non è un uomo comune: intuizioni brillanti, conclusioni cretine. Decide di associarsi al gruppo parlamentare liberale europeo, lasciando il gruppo degli anti europeisti inglesi di Farrage. Lo decide lui solo ma, poiché è un illuminato ma anche un democratico, indice un referendum tra i suoi. Gli dicono di sì solo un terzo degli affiliati. Poi, va a negoziare. Gli sbattono la porta in faccia. Torna da Farrage con le pive nel sacco. Lo riprendono, ma deve calare la testa: niente vicepresidenza e così via. Un trionfo diplomatico.

I fedelissimi dicono che non li hanno voluti perché, loro, sono troppo seri.  Quando un partito perde alle elezioni, si giustifica dicendo che gli elettori non l’hanno capito. La colpa è sempre degli altri. Un classico dello scarica barile. In realtà, anche un bambino sa che prima si negozia, poi ci si mette d’accordo e poi s’indice un referendum. L’ha capito perfino Renzi, ed è tutto dire, visto come è andata.

Adesso, in tema di futuro, perché all’inizio dell’anno si prospetta quello che potrebbe accadere, in Italia, dove non c’è futuro, l’unica speranza risiede nelle mani della Corte Costituzionale, che è diventata l’arbitro supremo dei destini del Paese. Il futuro è lì, da loro. Alloggia scomodamente fra la Costituzione repubblicana e le pandette, ma l’impotenza generalizzata e l’incapacità culturale della nostra classe politica l’hanno condotta in un luogo impervio.

Se la Corte dichiara legittimo il referendum sul job act, ci sarà da ridere. Crollerà come un castello di carte. Un altro successo di Renzi e del suo Ministro del lavoro. Uno scossone mica da poco. Se la Corte, sulla legge elettorale, dichiarerà incostituzionale l’Italicum, sarà un’altra sberla a Renzi ed un salto nel buio. Andremo al proporzionale con soglia?

Non parlo della “buona scuola” che si sta rivelando un disastro. Forse il nuovo Ministro dell’istruzione (con la sua terza media) riuscirà a capire le esigenze vere degli insegnanti e degli alunni? Come si vede, il nostro futuro è nelle mani della Corte, il vice Dio della Repubblica.

Abbiamo un Governo, grazie a Dio, che sa il fatto suo. Ha deciso di rifinanziare il Monte dei Paschi, a spese nostre, ma non un’indagine sui responsabili del disastro. Vuole fare un CIE per gli immigrati in ogni Regione, ed il Vaticano ha già detto di no.Si dibatte nell’incognita di Trump e nell’impotenza europea, ma intanto negozia con la Libia (esiste una Libia?) e manda altri duecento soldati in Afghanistan. A fare che? Non c’è politica, in verità, ma solo un ondeggiare fra un’emergenza ed un’altra. Basta che piova, perché il Paese s’inondi, basta che nevichi, perché il Paese si fermi. Basta uno scandalo, perché tutti tremino.

Ho un’idea: perché non si nomina la Raggi al Ministero degli Affari Esteri? Data la generale inutilità politica del Ministero, lì non può fare danni né fare nomine che poi disfa dopo tre giorni. Lì, almeno, l’ambiente è più pulito. Grillo si vanta di lei dicendo che sa l’inglese. È un buon precedente. Sfruttiamolo, così farà il paio con la nostra Mongherini.

Ah, l’eterno femminino!

Roma, 11 gennaio 2017 –  *CECCO D’ASCOLI,  alias    STELIO W. VENCESLAI

cecco

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