Skip to main content

Festa o Giornata?

UNA RIFLESSIONE …. POST DATATA 

Il giorno 8 di marzo è dedicato alle donne, e per ogni dove sono presenti extracomunitari armati di mazzetti di mimose, splendono vetrine di fiorai tutte pavesate di giallo, risuonano stacchi pubblicitari e trasmissioni televisive di laudi e notizie intorno a celebrità su tacco dodici, e così via.

Bellissimo, veramente: in questa data non si sentono le solite cronache di violenze, forse qualcuno se ne astiene, oppure avvengono, ma per rispetto alla giornata, non vengono rilevate dai mezzi di comunicazione.

Però non è, come si sente dire per via, la festa delle donne, perchè queste non sono un mondo a sé nella vita, ma sono sempre donne ogni minuto, pari civilmente e spiritualmente all’uomo, non bisogna fare di esse una specie particolare. Allora si deve sottolineare che è la giornata, e non la festa , della donna. Giornata, poi, è a prescindere dalle operaie della fabbrica Cotton newyorkese, che non erano sole ma con vari uomini a morire nell’incendio. E’ lo spunto, ma la giornata vuole celebrare precisamente la parità sociale delle donne, liberate dai confini imposti dalla società estremista intorno agli obbligati compiti unici di figliolanza e conduzione domestica per presunta inferiorità di mente ed azione. Le donne, invece, possono essere anche imprenditrici, ingegneri, esperte di scienze esatte e no: le donne da quando la terra si è formata partecipano alla collaborazione in tutti i sensi ed in tutti i modi con la fatica e la gloria maschile. Un esempio è la regina Teodora di Costantinopoli, consigliera, alleata, moglie ed amante di Giustiniano. Un saggio di Giorgio Ravegnani la vorrebbe “femminista” per questo. Ma perchè? Agire, lavorare, pensare è un compito naturale, non competitivo, non in antagonismo con l’altra parte del cielo, nemmeno eseguito per una malintesa supremazia, ma per il proprio sè. Teodora era la Regina, a fianco del Re, non al di sopra di lui. E così altre grandi della storia, Matilde di Canossa, Eleonora d’Aquitania, e così via. Quando non sono a fianco di un uomo, sono per l’universale Conoscenza: dopo Maria Curie insieme al coniuge, c’è Maria Montessori, c’è Giovanna d’Arco, c’è Artemisia Gentileschi, e l’elenco è molto lungo; dunque non bisogna fermarsi all’oscurità delle posizioni religiose espresse da Patriarchi e pensatori, figli di una mente arcaica e neanche troppo civile: per lo meno, di nessuno, neanche di essi, bisogna ingoiare ad occhi chiusi tutto ciò che viene detto, sotto l’ombrello di un credo: sono uomini e possono errare.

Questo estremismo impedisce alle donne di essere valutate per ciò che sono, impedisce alla storia di progredire, alla spiritualità di restare presente nelle nazioni e nelle genti: tutto è cominciato dalle invasioni di Indoeuropei, votati solo alla forza bruta ed alla guerra: perchè non rivedere da questo punto il pensiero storico e vedere la verità di esso: l’uomo e la donna, insieme, ognuno nei compiti che si presentano, ognuno nell’insieme infinito dei loro valori, sono gli unici meravigliosi, fortissimi artefici della vita, quella anche con la “A” maiuscola.

Marilù Giannone