Insolite sfilate
In un quartiere tranquillo, vagamente popolare, di Roma , sabato 1 Aprile ha avuto luogo un evento canonicamente poco pubblicizzato, ma seguito da un buon numero di interessati. Detto luogo era una sala non molto grande del quartiere S.Paolo, ed il discorso trattava di un volo, non superficiale, anzi molto approfondito, su un particolare della moda antica che non è alla portata né di edicole, né di incontri di associazioni più o meno amatoriali.
L’argomento infatti era :” La Moda nell’antica Roma dal 2° secolo a C. al 2° d.C.” . Per chi immagina di vedere sfilate in toghe , eleganti tuniche corredate da accessori impreziositi di ricami, ornamenti, sapienti pieghe, si comunica che egli si è sbagliato. L’oggetto aveva la moda vestiaria come sfondo, ma il fulcro della conversazione, ampiamente incorniciata da diapositive e foto, erano le pettinature delle matrone, delle donne di Roma, degli uomini, che, anche se pronti a menare le mani, indulgevano a farsi i ricci, se bisognava, anche alla barba, in più si accomodavano le chiome in modo da evidenziare la loro prestanza. Sullo schermo, commentate dalla Professoressa SANDRA MAZZA, del Polo Museale di Valle Giulia, che è esperta di tutto quanto concerne le antichità classiche, sono apparse teste con capelli alla francescana, legati a coda, raccolti in boccoli sulla sommità del capo, con ardite scriminature rallegrate da cerchietti sottili ed aurei, e, per i signori, s’intende, baffi alla mafiosa e baffetti stile barbiere di paese.
Non c’era differenza fra imperatori e rappresentanti del mondo degli affari o appartenenti alle varie classi, dagli intellettuali ai truci militi. Ed inoltre Caracalla è apparso coronato di chiome arricciate con vaga somiglianza con Luigi XIV°, ad esempio, e Giulia Domna doveva essere stata impegnata una giornata intera per ottenere quella particolare foggia ornamentale dei suoi capelli, e così altri personaggi.
Tutto ciò fa terribilmente vicini tempi che a ben guardare sono molto lontani, ed assolutamente attuale la natura dei viventi, che poco o nulla cambiano nel tempo se non la conoscenza della scienza e della tecnica che la traduce. Ma, per l’arte ed il gusto, ciò che evidente è la similarità dei concetti e dei sentimenti di questi augusti antenati con gli uomini attuali che, come le loro invincibili armi, riescono tuttavia a surclassarli e ad insegnare a tutt’oggi , commisti ai difetti, i loro ineguagliabili valori.
Marilù Giannone