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Grandi stilisti in cerca di occupazione

Stilisti osannati ieri, creativi in attesa di collocamento oggi. Sul percorso professionale di molti illustri fashion designer, al termine di contratti con importanti luxury brand, sembra essere calato un velo misterioso. Dalla luce dei riflettori all’attesa di una chiamata che potrebbe tardare ad arrivare. La lista degli stilisti ‘a spasso’ comincia a essere piuttosto lunga.

Senza dubbio la telenovela più seguita riguarda il destino di Riccardo Tisci dopo la lunga esperienza alla direzione creativa di Givenchy. Alcune indiscrezioni continuano a volerlo all’imminente guida creativa di Versace, altre (Instagram alla mano) parlano di un periodo sabbatico dalla durata incerta.

In termini temporali, l’ultima ad aver raggiunto il team degli stilisti senza fissa maison è Bouchra Jarrarche ha detto addio a Lanvin dopo appena 16 mesi dalla nomina. Si è fermata a Lanvin, dopo averci passato 14 anni, anche la carriera di Alber Elbazallontanato nel 2015, non ha più ricevuto incarichi di rilievo nel settore.

Ma i nomi celebri sono parecchi. Vanno ricordati i casi di Frida Giannini (direttore creativo di Gucci dal 2006 al 2014), Hedi Slimane (prima da Dior Homme e, fino allo scorso anno, da Saint Laurent), Francisco Costa (Calvin Klein Collection), Massimiliano Giornetti (Salvatore Ferragamo), Alessandra Facchinetti (Gucci, Valentino, Tod’s).

Per alcuni, come Stefano Pilati (Saint LaurentErmenegildo Zegna) e Peter Dundas (Emilio PucciRoberto Cavalli), sembra essersi recentemente aperta la possibilità di intraprendere una nuova avventura professionale lanciando una linea omonima.

Sul tema Wwd riporta un paragone di Frances Corner, a capo del London College of Fashion, secondo cui i grandi designer vivono la stessa situazione di alcuni famosi allenatori di calcio europei: non importa quanto siano bravi, se è stata una brutta stagione si esce. Altri puntano il dito sulle tempistiche impossibili cui vengono sottoposti i creativi costretti a disegnare collezione dopo collezione nel giro di poche settimane alternando ready to wear femminile, maschile, couture, pre-collezioni.

Mathias Ohrel dell’agenzia parigina di reclutamento di talenti M-O riflette sull’importanza di fare squadra anziché puntare sul “culto” di unico stilista al vertice, fenomeno ormai in declino: “Basti guardare a Nicolas Ghesquière (direttore creativo donna Louis Vuitton, ndr). Il brand è più grande di lui, mentre Riccardo Tisci era più grande del marchio per cui lavorava”.

 

articolo via pambianconews.com