Quinto Fabio Massimo
Da QUINTO FABIO MASSIMO – il Temporeggiatore –
alle odierne esigenze della POLITICA ITALIANA
Il temporeggiatore è l’appellativo per definire Quinto Fabio Massimo, politico e generale romano. Già console durante la seconda guerra punica fu nominato anche dittatore. La sua strategia del temporeggiamento, tesa a logorare le forze nemiche senza combattere in campo aperto, non raccolse consensi se non dopo la sconfitta di Canne. Il generale e dittatore romano riuscì a infliggere ad Annibale attraverso una tecnica di guerriglia e di logoramento severe perdite.
Il temporeggiatore passò alla storia, non per le sue tecniche militari, ma per essere considerato un “perditempo”. A distanza di oltre duemila anni, la stessa tattica viene usata abilmente dalla nostra politica. Una mossa per mettere d’accordo tutti, da destra a sinistra, ma che pragmaticamente è ferma. Quinto Fabio Massimo diceva: “A chi opera con calma, ogni cosa è chiara e sicura; la fretta è sconsiderata e cieca”.
Indubbiamente la calma porta a prendere decisioni sagge e a lungo termine per il bene del paese, ma l’Italia chiede aiuto, vive condizioni di crisi su più fronti. I “politici” devono scendere nelle piazze, parlare agli elettori e spiegare le scelte fatte. Il confronto con chi vive una realtà difficile non può che portare a trovare soluzioni migliori e mirate. Apparentemente regna la tranquillità nei palazzi della politica, ma nuove incognite si profilano all’orizzonte. Ogni categoria cerca di richiamare l’attenzione dei nostri politici, dagli agricoltori, agli operai, dagli imprenditori ai liberi professionisti, fino ad arrivare a studenti e pensionati. I giovani disoccupati brancolano nel buio, in attesa di risposte e soluzioni che tardano ad arrivare. Si potrebbe continuare, ma correndo il rischio di diventare noiosi.
Bisogna progettare un piano di sviluppo per il futuro. La storia romana ci insegna che non è più tempo per la politica di temporeggiare, ma di agire.
Rossella Di Ponzio