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Orwell e la politica del Grande Fratello

La politica come “il grande fratello” ?

________________________Rossella DI PONZIO *

Da giorni ormai qualsiasi mezzo di informazione diffonde la notizia dell’elezione del candidato premier del Movimento 5-stelle, avvenuta tramite voto online. Sorge spontanea una domanda: perché affidarsi al voto elettronico che come in molti sanno può essere manomesso e quindi non veritiero e non continuare a votare alla vecchia maniera? Dobbiamo nasconderci dietro la parola democrazia o dobbiamo dare ragione a chi ben 70 anni fa aveva premeditato tutto ciò?

Nel 1948 George Orwell scrive un romanzo tra i più belli della storia della letteratura mondiale: 1984. In questo romanzo lo scrittore delinea un quadro ben preciso su cosa sarebbe accaduto nel futuro e alla vita politica dell’intero pianeta. Il libro viene scritto nel 1948 e pubblicato nel giugno del 1949, subito dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il racconto si svolge nel 1984, ma quello che è importante sottolineare è un aspetto che lo scrittore mette in evidenza, ovvero il potere occulto dei mass media. Un po’ come quello che sta accadendo proprio ora, nel 2017, dove l’informazione viene quasi totalmente controllata dai poteri forti e con essa anche la libertà del cittadino di esprimere un proprio parere politico senza che questo sia manomesso. Mettendo in relazione 1984 con il Panopticon di Jeremy Bentham, si riscontrano analogie e la capacità, da parte di Orwell, di prevedere il pericoloso sviluppo della tecnologia mediatica.

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Il Panopticon nasce come proposta per risolvere il problema delle prigioni: un edificio a pianta circolare, con al centro una torretta dove si trova un unico controllore che così può vigilare i vari settori della costruzione circostante, nella quale alloggiano i detenuti. Ogni cella risulta visibile in tutta la sua estensione; i prigionieri non possono vedere il guardiano, ma sanno di essere visti. Orwell pensava che sarebbe stata la televisione a essere onnipresente nelle future società, perché ancora la rete era un miraggio. Le sue intuizioni furono giuste, è cambiato solo il mezzo per manipolare le scelte del popolo. Perché rinunciare alla matita e al foglio di carta per votare e affidarsi al voto elettronico? Molte fonti assicurano che esiste una mancanza di sicurezza delle macchine per il voto elettroniche in uso in India, Paesi Bassi e Stati Uniti. Anche l’Estonia, riconosciuta come il paese con il sistema tecnologico di governo più avanzato del mondo, ha faticato molto per mettere in sicurezza i propri sistemi elettorali.

Se in alcuni casi i sistemi di votazione elettronici potrebbero non avere influenzato l’esito di un’elezione, nel momento storico in cui viviamo dove le correnti politiche estremiste sono in ascesa, bisogna tutelare la democrazia e prendere atto che il vecchio pezzo di carta e la matita potrebbero garantire la tenuta di questo intramontabile valore.

 * Rossella Di Ponzio  giovane giornalista pubblicista – con laurea specialistica in Editoria e con alla spalle già un interessante percorso professionale – ha iniziato nel mese di settembre a collaborare con la nostra Testata. Auspicando che tale collaborazione prosegua nel modo migliore, da parte di tutta la Redazione i migliori auguri di “benvenuta” ! 

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