Schola, vitiorum magistra
Vorrebbero molti, in merito alla decisione del Ministro Valeria Fedeli, come accenna il Corriere della Sera del venerdì 29 settembre, a firma di Giovanni Belardelli, fare due chiacchiere con lei, non per aggredirla, ma per darle una mano a districarsi nella foresta dell’Istruzione. Innanzitutto, prima di decidere sulla cultura, bisogna essere colti; e poi, per parlare di scuola, bisogna averla frequentata, a lungo, sennò non si sa affatto di cosa si parla e si rischia il futuro, non per i Ministri, in quanto essi arrivano al potere accordandosi, ma quello di una Nazione che è stata il faro della cultura, fatto con i propri talenti e questo deve continuare ad essere.
Se il Ministro suddetto clicca per fare le leggi, nessuna meraviglia che esse siano così strampalate: è colpa dello Smartphone, s’intende.
Mai stati seduti in cattedra? Bene: statale o no, e specialmente nei diplomifici alias Centri Studi, i ragazzi fanno un caos da emicrania a grappolo. Per convincerli ad un contegno decente, ci vogliono santi e diavoli: si truccano, cantano, accennano ad imitare il cantante o il calciatore preferito, s’ingozzano di panini o altro e, soprattutto, sono perfettamente ineducati, cafoni, apprendisti bestioni. Papino e Mammina li scusano sempre, tirando fuori articolati complessi con le lacrimucce, ma questo è niente: sono così incollati alla tettarella del Phone da reagire in modo schizofrenico se qualunque necessità o qualunque persona li chiama. Prima di fare una legge, quando si sa che è in gioco, per certi strumenti, la salute mentale, bisognerebbe informarsi da Psichiatri, Psicologi, eccetera, di quelli veri, non quelli dell’esame col voto di gruppo o il prosciutto al docente.
Non riescono, gli studenti, a prepararsi: ma l’uso dello Smartphone, settoriato, scarno come un’enciclopedia, gli argomenti nella quale sono indipendenti fra loro a contrasto di un qualsiasi tema da svolgere o tesi da sostenere, toglie loro il filo conduttore degli aspetti di qualunque materia: storia, e non sanno più analizzarla, letteratura, e non riescono a cogliere particolari e sfumature di un qualunque scrittore e di nessun libro (semmai leggono), lingue, e vanno a guardare Babel, con il risultato di errori astronomici e traslazioni pressappochistiche ed incomprensibili, non parliamo poi di materie scientifiche: si provi a chiedere ad uno studente a caso la tabellina, magari del cinque, che è la più semplice; ancora: nessun ragionamento sui rapporti matematici nella fisica, nessuna attenzione nelle reazioni chimiche, e si parla della base di queste discipline. Domani, che cosa saranno questi eserciti di ignoranti? Gli autori dei crolli, degli smottamenti, delle male sanità, dell’inedia psichica, perchè questa scuola, invece di e-ducere i ragazzi, e cioè educarli alla vita, rendendo il loro cervello autonomo portandolo fuori dalla nube dorata dell’in-fanzia (non fare, non sapere), dunque in grado di realizzarsi , li imbracano in un clic: i poveretti saranno schiavi del primo prepotente furbacchione, non sapranno niente di se stessi, saranno pazzi furiosi perchè phonedipendenti, pieni di vizi perchè la libertà assoluta, che Sinistra e Fedeli chiamano democrazia, non dà loro il minimo oggetto sul quale impegnarsi, alla faccia dell’evoluzione, e li consegna alla morte desertica e piatta nella quale consistono.
Marilù Giannone