Centri Studi … (alias Diplomifici ?)
Forse, anche questi, sono scuole
Il Ministro dell’Istruzione avrebbe tacitamente confermato l’opinione dei “Colleghi Precedessori”, definendo i Centri Studi come Diplomifici. Il silenzio di reazioni, che fa pensare male, o la sporadica debole levata di scudi, lasciano i cittadini dubbiosi ma non troppo sulla veridicità di questa opinione.
Dicevano i Romani che in medio stat virtus: per cui, ci sono Centri Studi e Centri Studi …. di serie A e di serie N. – Si può essere d’accordo, ma su alcuni di essi forse c’è veramente da calare un vel pietoso. Dunque: tanto per cominciare, sembra presso questi ultimi che il docente inserito si trovi di fronte a programmi confusi, “percorsi” fatti a salto di canguro, dal Medioevo si passa alla seconda Guerra Mondiale senza un filone che esprima il progredire del tempo e dei fatti intercorsi, matematica con l’uso di calcolatrici, e peggio, pare che il prof. si trovi davanti a studenti di diversi anni di corso e tipologie di istituto, tutti mescolati come in un calderone. Chi deve riguadagnare la preparazione per le equazioni esponenziali si imbatte sulla ripetizione dell’inizio del programma d’algebra, e così via, chi vuole rivedere la civiltà romana si trova a dover sentire cosa ha fatto Napoleone.
Seconda amara constatazione: si viene a sapere da voci sparse che gli studenti sono così ripartiti perchè “vanno tutti promossi, perchè figli di persone potenti: il padre è un dirigente,… la madre sta alla TELE” e dunque da non deludere, costi quel che costi il contegno deteriore e lesivo di tutti i soggetti protetti. Una ragazzina di quattordici anni, interrogata, profferì sussiegosa: “rispondo dopo, perchè aspetto una telefonata urgente da mia madre” e dilungandosi da lì a poco sulla minuta descrizione di ben ventisei serpenti e non so quanti topi ed insetti tropicali ospitati nella sua stanza “in una cassettiera” il mangime dei quali era nel frigorifero fra cibi comuni. Esterrefatto, il docente assunse informazioni dagli amici della succitata, per sentirsi rispondere con sicura affermazione.
Inoltre, insegnanti vari, uomini e donne, sembra che si siano trovati davanti ad un uomo fatto che doveva ottenere il Diploma per il lavoro, che, invece di seguirlo, si sbottonava la patta, o diceva che i Carabinieri lo avevano inseguito e ridotto come Cucchi, senza avere in faccia neanche un purchè minimo segno. Esposta la cosa in Presidenza, (chiamiamola così, il gestore si dice sia un ex-commerciante) si è sentito rispondere che il Centro aveva una convenzione con gli Istituti di riabilitazione e di cura psicologica. Senza che il docente ne fosse al corrente. Questo è solo uno degli esempi: è stato riportato che fra i pargoli a caccia del Diploma vi fosse una psicolabile bipolare romena che assaliva, in crisi, chiunque aveva davanti; un autistico tranquillo ma distante, un gruppo non esiguo di ospiti dell’ex Correzionale, che hanno offeso e malmenato uno o due docenti, venduto droghe varie. Il tutto senza preavvertire il personale. La Presidenza non chiama la Polizia, perchè: “fa brutto”, vale a dire che il prestigio del Centro viene meno, intanto una o due volte la settimana si vedrebbe un’auto misteriosa al cancello. In casi peggiori, padri e madri del livello del genitore marocchino degli stupratori di Rimini, denuncerebbero addirittura i professori, perchè “hanno provocato i ragazzi”.
I Centri Studi costano moltissimo, dicono, qualcosa come quattrocento euro a trimestre senza contare iscrizione, tasse di esame, costi di trasferimento da altri licei.
Esempi come quelli fatti precedentemente non finiscono più, ci vorrebbe un’enciclopedia, anche per i differenti tipi di mende che affliggono più o meno pesantemente ognuno. Ci si lamenta perchè nei ragazzi passi la voglia di studiare, la voglia di essere civili, di non indulgere in vizi vari, ma, alla luce di quanto detto, mi sembra errato non capirli, anche perchè l’età giovanile, e adolescenziale, è tipica per la costituzione di gruppi, con un capo. Inoltre, i genitori sono assenti perchè lavorano: cosa dire di più, se non che si preparano adulti distorti o malavitosi? E non è giusto ignorare chi fa il suo dovere, lasciare che il lavoro al quale aspirano sia rapinato da coetanei deviati e viziati.
E’ un dovere, così come è doloroso aver riportato queste voci, provvedere all’istante: i figli sono carne e sangue di chi sgobba da mattina a sera per uno stipendio ridicolo. Le Istituzioni, senza correre dietro ad elezioni e potere, a democrazie strane dove si privilegia chi non merita, devono garantire loro un futuro normale, ed a tutti un presente vivibile.
MG