A Predappio “amarcord partigiano” …. con tagliatella antifascista
Il prossimo 28 ottobre, presso il Circolo Arci di Predappio, si svolgerà la manifestazione “Tagliatella Antifascista” che negli auspici dell’ANPI di Forlì-Cesena, associazione promotrice dell’evento, deve costituire un momento di riflessione e incontro conviviale, a presidio popolare e democratico, in cui incontrarsi in maniera “dolce” e ferma per mantenere e incrementare la Memoria della Resistenza e dei Valori che i Partigiani ci consegnarono con la Costituzione.
I nostalgici dell’ANPI evidenziano come la data di questa “tagliatellata antifascista” non sia casuale, ma faccia coincidere la data della Liberazione di Predappio (28 ottobre 1944) con quella della marcia su Roma che portò alle “nefaste conseguenze di vent’anni di fascismo”.
Insomma, sabato 28 ottobre per le vie di Predappio si respirerà la nostalgia nera, orfana del Fascismo e del Duce, e la nostalgia rossa, orfana della caccia alla camicia nera, ma, soprattutto, ancora vittima della “Resistenza tradita”: da una parte, i visitatori in pellegrinaggio, come ogni anno per questa data, al paese natale di Mussolini; dall’altra, un irriducibile presidio di partigiani, più comodamente al chiuso a cenare con sapori antifascisti, bagnati da vino rigorosamente “rosso partigiano”.
Intanto, prima che il torpore postprandiale affatichi la mente dei partigiani, quale effetto digestivo della tagliatella antifascista, irrorata dal corposo rosso resistenziale, sarà bene richiamare la verità storica. Innanzitutto, Predappio fu liberata dalla V^ Divisione del Secondo Corpo d’Armata Polacco e non dai partigiani, come nella “bufala”, diffusa nel comunicato dell’ANPI, qui allegato; un ufficiale polacco scrisse sul libro-visite della casa-museo del Duce noi non siamo stati liquidati, perché noi siamo qui, in risposta alle parole di Mussolini in occasione dell’invasione del ’39 ovvero la Polonia è stata liquidata.
I partigiani sopraggiunsero poche ore dopo, a liberazione avvenuta, questa è la verità storica; altra cosa è l’epica del coraggioso, intrepido partigiano-liberatore, guarda caso sempre in anticipo sui combattenti alleati. A tal proposito, tra le tante fonti documentarie e bibliografiche, basta leggere l’efficace intervento di G. Panziera, Il 2° Corpo Polacco: memoria scomoda del ‘900 per una nuova identità europea, fra l’altro facilmente reperibile sul web.
Ancora, preme sottolineare come l’ANPI di Forlì-Cesena ed il Circolo Arci di Predappio ribadiscano enologicamente la loro natura rossa, anzi la coincidenza dell’impegno partigiano con la militanza rossa, non a caso, dunque, quel ROSSO PARTIGIANO doc!
Non dimentichino i nostri nostalgici rossi predappiesi che vi furono partigiani cattolici, quali, ad esempio, quelli delle Brigate Verdi, e partigiani di Giustizia e Libertà, socialisti e liberldemocratici, impegnati nelle omonime brigate e, fra l’altro, nella provincia di Cuneo responsabili sul finire del ‘43 delle prime azioni in armi contro il Fascismo: questo tanto per evidenziare come, per fortuna, i Valori che i Partigiani ci consegnarono con la Costituzione, così nel comunicato ANPI della Tagliatella Antifascista, derivarono dal confronto tra diverse anime della Resistenza, quindi non risultarono, grazie a Dio, solo dal massimalismo dei partigiani rossi.
Infine, incuriosisce cosa gli irriducibili nostalgici dell’ANPI intendano quando, sempre nel loro comunicato, verso la fine, scrivono di maniera “dolce” e ferma per mantenere e incrementare la Memoria della Resistenza, soprattutto quel dolce inquieta: forse, vogliono rassicurare che non ricorrono più alle maniere forti e dolcemente si abbandonano ad una dolce convivialità di crostini, lepre e salsiccia?
Questa Tagiatella Antifascista, in verità, è solo un modulo nuovo, ma infelice, maldestro di propaganda partigiana, ormai fuori dalla storia, solo un amaro amarcord che, tra un bicchiere e l’altro, ancora vuole far vivere, anzi sopravvivere lo spirito di una terribile guerra civile che ha diviso tragicamente l’Italia.
In fondo, però, a Predappio con soli 18.00 euro a persona si può rivivere un ritorno gastronomico al “passato partigiano”!