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Amarsi da Vecchi

Antonio Thellung

AMARSI DA VECCHI

(e credere nell’incredibile)

Per iniziare

Con l’esperienza si apprendono tante cose, e invecchiando il bagaglio di conoscenze aumenta sempre più. Giunto ora all’età di 86 anni durante i quali ho letto molto, studiati parecchi testi, scritto oltre 25 libri (senza contare articoli di giornale, conferenze, e conversazioni di vario tipo); e dopo aver attraversato mari, visitato continenti, paesi, città, siti archeologici, meraviglie della natura; e praticato per lunghi anni l’automobilismo sportivo con grandi successi e cocenti sconfitte; e dipinto in abbondanza non senza il lustro di qualche mostra prestigiosa (ma anche di qualche stroncatura); e svolto diverse attività, sia professionali che imprenditoriali, alcune brillanti ma altre fallimentari; e anche dopo aver convissuto per oltre vent’anni in una comunità di famiglie e dedicato alcuni decenni all’assistenza domiciliare a malati terminali; penserei di avere accumulato un abbondante bagaglio di esperienze.

Tuttavia potrei dire che da tempo sento crescere sempre più l’incertezza (per non dire inquietudine). Perché mi accorgo ogni giorno di più che le conoscenze non sono mai sufficienti per spiegare il senso dell’esistenza, né per sciogliere i punti interrogativi e acquietare le insaziabili curiosità che sento crescere col passare del tempo. Anzi, a pensarci bene, direi che tutto quel che ho vissuto mi appare straordinariamente incredibile.

La cosa più strana, però, è sapere di avere ormai sulle spalle oltre 66 anni d’amore coniugale, che mi ha permesso di trasmettere i miei cromosomi a quindici discendenti tra figli (3), nipoti (8) e bisnipoti(4), con età variabile da 1 a 63 anni. So bene che parlare di un amore che continua a funzionare perfino da vecchi mi renderà antipatico

a molti, col rischio di venir considerato uno sbruffone contaballe. Ma la vita vivente non può essere nascosta sotto una coltre o lasciata svanire nel lento rarefarsi di memorie non condivise, perché non è possibile sentirsi avvolto da una tale densa atmosfera senza tentare di comunicarla. Tanto più oggi, che sembra di moda l’amore usa e getta, qualcuno deve pur testimoniare che è ancora possibile coltivarlo per l’intera vita. Così, con la mia sposa, abbiamo deciso di provarci noi, nella speranza di stimolare anche altri a farlo.

Per questo non posso tacere, perché quel che la sorte mi ha riservato sembra proprio un’esperienza che travalica i limiti umani. Prendetemi pure per un visionario, cosa che potrebbe anche essere vera sul piano razionale, ma rispetto al cuore che batte le valutazioni mutano radicalmente di significato, immergendosi nell’incredibile.

Riflettendo poi sul nostro tenerissimo amore (che definirei incredibile se non lo sperimentassi personalmente) il pensiero mi è andato alle tante e tante incredibili stranezze esistenti nel mondo. Così, mettendone a fuoco alcune mi sono reso conto che un amore coniugale ad libitum, come quello che mi accompagna in permanenza, non è più strano di molte altre stravaganze. Qualcuno probabilmente troverà provocatorio questo scritto, e forse lo è, anche se la mia intenzione è semplicemente quella di comunicare esperienze viventi e vissute.

Aggiungerei solo che, al di là di qualsiasi valutazione esistenziale o etica, è lo stupore che più mi accompagna quotidianamente in questo mio finale di stagione. Perciò spero nella benevolenza dei lettori, perché non è facile raccontare eventi straordinari.

AMARSI DA VECCHI, e credere nell’incredibile (Gribaudi editore, pag 144, € 11,50)

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