Convegno dei Frati Cappuccini sull’ “Architettura Religiosa”
Andare oltre la “Povertà delle Forme”
La Semplicità Luminosa di SAN BENEDETTO
Giovedì 26 Ottobre, al Convento dei Cappuccini di via Veneto a Roma, si è aperto, alle ore 9 a.m. un convegno sull’architettura scelta dall’Ordine per la costruzione di luoghi religiosi. Si sono alternati, sulla cattedra da dove si illustrava un punto particolare dell’arte costruttiva dei Frati, sia diapositive che discorsi chiari confortati da piantine e disegni, ispirati ai consigli dei Religiosi che hanno spiegato o perfezionato le Regole seguite dai Frati.
Responsabile di questa raccolta particolare di arte, spesso trascurata da professori ed intenditori , è stato Frate Gianluca Crudo, al quale hanno fatto seguito, per approfondire i diversi temi espressivi, diversi Confratelli ed esperti d’arte, come Gabriella Marchetti. Non è solo la continuità della tradizione architettonica cappuccina che è stata ampiamente illustrata da Costanzo Cargnoni e Patrizia Morelli, ma è soprattutto la dimostrazione di come un percorso di fede possa adattare all’evoluzione la tradizione stessa, per mantenerla ma per parlare, anche, alle nuove sensibilità degli osservatori.
Un grande spazio illustrativo è, naturalmente, stato affidato a quel gruppo di maestri che vogliono mantenere o ripristinare questo patrimonio allo scopo di rendere sempre più chiara alla gente l’azione senza chiasso pubblicitario ma ricchissima di motivi, suggerimenti, esempi, dovuta all’Ordine: ecco dunque Arnaldo Rossi per la fruizione rispettosa del territorio, e Padre Rinaldo Cordovani per la lunga passeggiata spirituale e concreta dalle fondamenta del Convento via via lungo le trasformazioni attuate nei secoli, e fino a noi, con la presenza positiva di Benito Mussolini che ha messo a disposizione il terreno accanto all’abbazia per i locali di ristoro e di accoglienza.
Non si nega che Padre Rinaldo ha fattivamente polarizzato l’attenzione del pubblico che occupava la sala del Refettorio facendo luce diretta sul tipo dei materiali usati per queste nuove creazioni, semplici e poveri secondo lo spirito dell’Ordine, sulle quali la luce scivola senza particolareggiare, sale per indicare oltre il sereno, torna a raccontare con parole di sempre la fatica, il dolore, ma in essi l’esito luminoso dell’uomo.
Marilù Giannone