La Strage degli Innocenti
Una nuova legge per fermare la Fabbrica degli Angeli
Occorre fare una più approfondita riflessione sulle tante ferite inferte dal movimento del ’68, un anno divenuto, nella memoria dei più, pietra miliare per quel cambiamento avvenuto nel mondo universitario e del lavoro, ma, in particolare nella concezione della società italiana, che da quel momento, è andata velocemente nella direzione di un radicale capovolgimento di valori, progetti ed obiettivi, a detta degli innovatori, divenuti obsoleti.
In realtà si voleva, sbandierando l’utopia marxista sdoganare una serie di modelli di vita basati più su un egoistico individualismo anarcoide, esattamente contrario all’invocata realizzazione di un collettivismo egualitario. Come conseguenza di quella “rivoluzione” sostenuta da certe intellettualistiche mode del momento, si è ritenuto opportuno aprire la porte alle più svariate istanze, non diritti, di una società, che con il sopraggiungere di un diffuso, anche se fragile, benessere, si andava allontanando dalla tradizionale cultura ed aspettative del nostro Paese. In quel clima di finta ribellione sociale si è voluto, come in un gioco al massacro, accogliere quella visione sostanzialmente antiumana di minoranze trasversali, nelle quali i concetti di libertà si fondavano sulla distruzione dell’autorevolezza, in primis il Diritto, da sostituire con il sopruso individualista.
Tra queste tragiche novità la legge 194 / 78 , che istituiva, in modo più ampio, l’aborto. Finalmente è stata presentata, ci sono però voluti circa sei milioni di infanticidi da quella data in poi, per iniziativa del Senatore Scilipoti Isgrò, un disegno di legge teso a tutelare il diritto alla nascita del concepito, eliminando una legge che, dalla sua entrata in vigore, è stata oggetto di critiche, divisioni, e profondo smarrimento.
Il 15 novembre, presso il Senato della Repubblica, si è tenuto, sull’argomento, un incontro con politici, giuristi, e medici, che ha avuto, non solo il merito di approfondire le distonie giuridiche della legge 194/78, ma, oltre ogni considerazione religiosa ed etica, ha chiarito l’incidenza sulla salute fisica e psichica delle donne che si sottopongono all’interruzione di gravidanza, visto che diverse, a seguito dell’aborto, vengono poi ricoverate nei reparti di psichiatria dei nostri ospedali. Inoltre, la legge in questione, non ha affatto ridotto il numero delle pratiche abortive clandestine, che ancora tocca livelli impressionanti; si calcola, infatti, che una media di cinquantamila interventi illegali vengono praticati attualmente in Italia.
La nuova proposta di legge presentata dal Senatore Scilipoti, ha, inoltre, il merito di limitare l’interruzione di gravidanza delle minorenni, che, evidenzia l’art. 3 della legge, dovrà, finalmente, avere il consenso di chi esercita la responsabilità genitoriale.
Nel corso del convegno il Prof. Alessandro Meluzzi, nel sottolineare come le attuali norme abbiano scardinato i più elementari sentimenti di umanità, ha ricordato come la triste pratica ha in molti casi, trasformato i nosocomi in cliniche dell’orrore.
Com’è possibile continuare su questa strada quando è evidente come la stragrande maggioranza di coloro che ricorrono all’aborto non terapeutico lo fanno per motivi economici o edonistici? Aiutiamo le famiglie concretamente, non invochiamo le nascite straniere per colmare il deficit italiano di natalità, spendiamo, dunque, per aiutare le puerpere, sospendendo il costo ospedaliero per la fabbrica degli angeli.
Alessandro P. Benini