Renzi & Co. V/ M-5 stelle
INGERENZA E DISINFORMAZIONE
Una settimana fa scrivevo nell’articolo “la lunga marcia” che in questa campagna elettorale, all’insegna di una legge voluta da alcuni imbecilli del PD apposta per far fuori il M5S, «a Renzi e a Berlusconi, accomunati nel motto “auro quaeque ianua panditur”, interessa prima di tutto inquinare la mente degli elettori ed addossare al M5S la responsabilità dei mali che le loro politiche hanno causato al paese. Contro le loro manovre occorre una maschera antigas”. Quanto accaduto negli ultimi giorni mi costringe a ricordare questo passaggio “Renzi appoggiandosi alla sponda americana (l’opinione pubblica mondiale è stata bombardata dalle notizie di interferenze russe nella campagna presidenziale per la Casa Bianca) ha accusato direttamente il M5S di essere un propalatore di notizie false… Renzi dimentica che a fare ricorso alla propaganda non sono i cosiddetti “populisti”, ma i detentori del potere che l’hanno storicamente utilizzata in pace e in guerra. Come si fa a dimenticare che il mondo è stato precipitato in una guerra contro Saddam Hussein accusato falsamente dagli USA di possedere armi di distruzione di massa con la plateale esibizione di finte fiale velenose e di filmati costruiti ad arte dal controspionaggio americano davanti al Consiglio di sicurezza dell’ONU ?»
In effetti l’ennesimo esempio di questa propaganda malevola e mefitica ci viene ancora una volta dagli Stati Uniti, come se fosse stata sollecitata dal ragazzotto di Rignano che non si rassegna a dover passare la mano e che ormai non sa più a che santo votarsi. Siamo arrivati alla dimostrazione più plateale che dalle mere bufale si è passati alla disinformazione scientifica, definita dalla scienza della comunicazione come attività sistematica e deliberata, di diffusione di notizie distorte e infondate, per colpire l’opinione pubblica e influenzarne le azioni e le scelte politiche. Fornire e diffondere intenzionalmente informazioni false e fuorvianti, che distorcono e alterano la realtà, l’obiettività, la completezza, la trasparenza, la precisione, la citazione delle fonti è un vero e proprio reato. E’ un’attività spregevole perché vuole ingannare e modificare le opinioni della gente allo scopo di mantenere il potere. Questa tecnica ampiamente utilizzata dallo spionaggio e dal controspionaggio nelle operazioni di guerra consiste nel diffondere notizie false per indurre il nemico in letali errori di valutazione e di decisione, mentre in politica è comunemente usata da regimi antidemocratici per denigrare l’avversario (lo diceva Tiresia nell’Edipo di Sofocle: infanga qualcuno, la macchia gli resterà addosso) con accuse false e con insinuazioni rivoltanti per conseguire il controllo sociale del popolo.
La rivista americana Foreign Affairs ha pubblicato il 5 dicembre, in contemporanea con il devastante annuncio di Trump su Gerusalemme, uno strampalato saggio dell’ex vice presidente USA Biden e dell’ex sottosegretario alla difesa americano Carpenter intitolato “How to stand up to the Kremlin” (Come fronteggiare il Cremlino) con il sotto titolo “ difendere la democrazia contro i suoi nemici”. Esso risente di un’impostazione maccartista, anacronistica e delirante per arrivare a conclusioni assolutamente campate in aria, senza uno straccio di prova, di circostanza, di persone, di tempo e di luogo, che dimostrano solo la crassa ignoranza americana della storia europeae e delle aspirazioni dei popoli del vecchio continente. Nel capitolo dedicato alla sovversione soffice di Putin (Putin’s soft subversion) i coautori della disinformazione arrivano a sostenere che l’intelligence Russa non solo ha manipolato le coscienze dei francesi in occasioni delle elezioni presidenziali, ma che una simile interferenza è stata utilizzata in molti altri paesi europei inclusa l’Olanda (referendum sull’integrazione dell’Ucraina in Europa), l’Italia (referendum sulla riforma costituzionale), la Spagna (referendum sulla secessione catalana), la Germania (successo del partito diestrema destra per indebolire la Merkel) e che nel nostro paese la Russia sta fornendo sostegno ai nazionalisti della Lega Nord e ai populisti del M5S in vista delle imminenti elezioni legislative. Come se venti milioni di italiani che hanno votato No il 4 dicembre 2016, intenzionati a difendere la loro costituzione dagli sfregi renziani avessero portato il cervello all’ammasso; come se l’anelito di indipendenza catalana dipendesse dalle manovre propagandistiche di Putin ecc.
Analizzando freddamente questo maldestro tentativo americano di inquinare ancora una volta la nostra politica interna non si può non ricordare come qualche mese prima del referendum costituzionale l’ambasciatore americano a Roma Phillips (in contemporanea con il pranzo di Renzi alla Casa Bianca a Washington) avesse esercitato una pesante pressione sull’opinione pubblica italiana minacciando che il rifiuto della riforma costituzionale avrebbe comportato l’abbandono del nostro paese da parte degli investitori americani e che il nostro Pil sarebbe crollato. Si trattò allora di una ingiustificata e inammissibile entrata a gamba tesa negli affari interni dell’Italia, probabilmente sollecitata, fondata su un’errata comprensione e valutazione della riforma costituzionale. La stampa italiana, tranne qualche raro esempio critico, ha riportato la notizia di questa disinformazione di Biden dandola per certa ed acquisita e lo stesso segretario del Pd Renzi non ha mancato di sottolineare che la reazione del M5S è la prova che il bersaglio ha colpito l’obiettivo. Il fatto è che dal Largo del Nazareno fino alle rive del Potomac vogliono metterele mani avanti e giustificare come frutto di un complotto internazionale d imatrice russa la probabile vittoria alle elezioni del M5S che ha sempre rifiutato aiuti economici pubblici, e tanto meno da stati stranieri, nella massima trasparenza facendo esclusivamente affidamento sulle micro contribuzioni dei suoi aderenti.
TORQUATO CARDILLI
Una breve osservazione a margine – Da parte mia concordo quasi totalmente con l’intervento dell’ Ambasciatore Torquato Cardilli e condivido il fatto che gli U.S.A. (e non solo) detengano il primato nella manipolazione delle notizie e del “Falso d’Autore”, come già dimostrato con la II^ guerra scatenata contro Saddam Hussein. Ma il Governo d’ Amerika è composto da “Uomini d’Onore” – come declamava, un tempo, un illustre Cittadino di Roma – e, pertanto, deve essere considerato “degno di fede” da parte degli Stati e dei Popoli del così detto Mondo Democratico… così come il Governo dell’ex Unione Sovietica doveva venire considerato “degno di fede” dagli Stati, dai Popoli e dai Partiti del Mondo Comunista. Quindi ognuno, in base alle proprie collocazioni, tira l’acqua al proprio mulino. Non concordo con l’illustre Amico Ambasciatore su un unico punto e precisamente sulla sua positiva valutazione dei risultati relativi al nostro referendum costituzionale. Infatti, io personalmente mi sono schierato senza indugio per il “Si”, ritenendo: a) che il progetto di riforma – pur se non ottimale e pur carente in più punti – avrebbe comunque migliorato l’antiquato ed obsoleto sistema giuridico costituzionale vigente; b) che l’attuale “Italica Costituzione” non poteva né doveva assolutamente essere difesa da una Comunità politica ed umana, nel cui ambito – pur con vari distinguo – credevo esserne un “militante”. Personalmente ho dovuto prendere atto, con notevole delusione, della dura sconfitta del fronte del “Si”, ma resto comunque convinto che le proprie idee – se considerate giuste e valide – meritino di essere difese. (G.M.)