Traiano e l’Europa
TRAIANO. Costruire l’Impero – Creare l’Europa
IL MUSEO E LA FORZA DEL CONTESTO
La mostra “Traiano. Costruire l’Impero, creare l’Europa” è in corso ai Mercati di Traiano Museo dei Fori Imperiali dal 29 novembre al 16 settembre 2018. L’obiettivo di una mostra è quello di ricreare un contesto, all’interno del quale i singoli oggetti riprendono vita, colmando vuoti, lacune e mancanze dovute principalmente allo scorrere del tempo. Tanto più una mostra è riuscita quanto più si è messi in condizioni ottimali, tali da favorire una visione il più possibile integrale.
Nel caso della Mostra su Traiano, il grande Imperatore Romano, di cui si celebrano i 1900 anni dalla sua morte, l’operazione è riuscita pienamente, proprio perché la mostra si svolge in uno spazio voluto e vissuto dallo stesso Traiano. Questo fattore è decisivo e ben ottempera alle tendenze della Politica Culturale vigente, che sembra promuovere la pressoché totale e radicale rimozione del contesto, al fine di favorire la sola fruizione estetica. Non solo, ma volendo puntare sulla chiave emotiva si finisce a livello della comunicazione per forzare l’interpretazione di alcuni temi e fatti del periodo traianeo, assecondando il senso comune, che li riconosce come “politicamente corretti”, quali la presunta origine “straniera” di Traiano, “primo imperatore non romano”, la scelta della locandina della mostra dai colori “americani”, l’inserimento di un’opera “pop”, il considerare le donne della famiglia imperiale delle “first ladies” e infine l’orientamento “social” della politica imperiale.
Tuttavia dal momento che la mostra è stata ideata da un ambiente costituito da studiosi seri e ricercatori attenti, se si riesce a superare questa patina che a tutti gli effetti avvolge solo la superficie dell’evento, si comprende bene la profondità del progetto-mostra, già dalla scelta del titolo: “Traiano: Costruire l’Impero, Creare l’Europa”, tentativo di individuare un ponte tra un passato glorioso e un futuro che potrà farsi presente solo a condizione che si instauri un saldo legame tra la tradizione antica e il mondo moderno. L’Europa verrà alla luce come atto creativo, spirituale prima ancora che materiale, solo se si riconoscerà il valore simbolico di Roma, capitale spirituale dell’Impero. La storia insegna, i periodi più gloriosi per l’Europa e per l’Italia in particolare sono quelli che hanno riconosciuto la missione di Roma Antica, come portatrice di civiltà. In questo senso l’ultimo periodo degno di essere ricordato per le imprese gloriose compiute, ispirate alla Tradizione Romana, è stata la pur breve storia del Regno d’Italia: un solo esempio, l’esperienza coloniale italiana in Africa, che seguì il modello espansionistico Romano, non di sfruttamento (vedi modello angloamericano), ma portatore di civiltà e benessere.
Il percorso espositivo comincia con un ambiente che simula la Grande Aula alla base della Colonna di Traiano, luogo della sua sepoltura, scelto e voluto dall’Imperatore. Tutti i suoi predecessori fino a Nerva sono accolti nel Mausoleo di Augusto (ci auguriamo che i lavori di bonifica e di restauro restituiscano presto questo maestoso luogo alla sua sacralità). In questo spazio si assiste alla visione di un breve filmato in cui lo stesso imperatore si racconta. L’inserimento tecnologico con filmati e ricostruzioni virtuali è molto valido, perché aiuta l’immaginazione e favorisce la conoscenza. Nella Sala Centrale del museo sono esposti alcuni calchi restaurati della Colonna, conservati al Museo della Civiltà Romana all’EUR, museo chiuso ormai da qualche anno e sottoposto a lavori di ammodernamento e di messa in sicurezza (“riaprirà a Ottobre del 2018” parole del Sovraintendente Capitolino. Sarà una bella Vittoria). La Colonna di Traiano, che racconta le gloriose battaglie contro i Daci, è un documento fondamentale che si può osservare e leggere da vicino, grazie ai calchi realizzati per volontà di Napoleone III e del papa Pio IX nel 1861. Le scene riguardano non solo vicende belliche, ma raccontano e documentano dell’organizzazione e della genialità dell’esercito romano. Si possono ammirare costruzioni ingegneristiche, capacità di navigazione, descrizioni di paesaggi e contesti urbani, il magnifico ponte sul Danubio, di cui in mostra è presente un modellino, sempre conservato al Museo della Civiltà Romana, inoltre è possibile individuare la figura dell’Imperatore Traiano, che compare ripetutamente fra i suoi soldati, ritratti con estrema attenzione tanto da poter scorgere la loro tensione e la loro forza. Dopo Augusto è l’Imperatore di cui si conservano più immagini.
Nelle sale circostanti si celebra il trionfo dell’Imperatore con un bellissimo plastico del corteo trionfale e molti busti e teste di Traiano e dei suoi modelli ispiratori Alessandro Magno, Giulio Cesare e Nerva. Il busto di Traiano, uno dei più belli e ben conservato, lo si vede illuminato con un fascio di luce verde fluorescente. (PERCHE’…) Sono esposte anche molte statue frammentarie di Daci, dalle enormi dimensioni, popolo bellicoso e valoroso sconfitto dai Romani, queste statue erano presenti in tutto il Foro, costruito con il bottino di guerra per esaltare la vittoria. La conquista della Dacia, terra ricca di miniere d’oro, portò infatti una grande ricchezza, che venne subito investita in grandi opere a Roma e nello stesso territorio conquistato, strade, ponti, acquedotti, edifici pubblici, terme, archi e inoltre fu portata avanti un’importante politica di assistenza verso i più bisognosi “Institutio Alimentaria”, attività svolta soprattutto dalle donne della famiglia imperiale, molto attive, alle quali la mostra offre un’ampia sezione. Molte di queste opere ingegneristiche sono visibili attraverso plastici e modelli, ma anche attraverso le monete, che circolavano per tutto l’Impero, con impresse queste grandi costruzioni, che avevano un fattore comune, quasi tutte sono state progettate da una figura eccezionale e geniale l’architetto-ingegnere Apollodoro di Damasco, che seguiva l’Imperatore sia nelle imprese belliche che in tempo di pace.
Una sezione della mostra dove si può ammirare l’eleganza e la raffinatezza degli ambienti privati dell’Imperatore è dedicata alla Villa di Traiano, sita in Arcinazzo Romano, un luogo non lontano da Roma, amato dagli imperatori soprattutto per l’abbondanza e la salubrità dell’acqua. Stucchi dorati, affreschi di grande qualità e marmi provenienti da tutto il Mediterraneo sono venuti alla luce negli scavi realizzatisi negli ultimi anni. Molti di questi reperti sono esposti all’interno del Museo Civico Archeologico di Arcinazzo Romano “Villa di Traiano”, mentre i raffinati pavimenti realizzati in opus sectile, tecnica basata su piccoli pezzetti di marmo colorato, con cui si otteneva una sorta di “pittura di pietra”, sono visibili nell’area archeologica subito fuori il centro abitato. Grazie alla collaborazione culturale con questo museo è possibile vedere in mostra una ricchissima decorazione a stucco, con tracce d’oro e parte di affreschi a fondo rosso con scene di vita pubblica.
Un’altra sezione della mostra è dedicata ai particolari decorativi e ai fregi del Foro e dei Mercati di Traiano, opera “eccezionale”, che celebra la gloriosa campagna bellica contro i Daci, nemico forte e ben armato, che Traiano dopo 200 anni di lotte, che avevano impegnato anche i suoi predecessori, porta vittoriosamente a compimento. Il Foro , i Mercati e la Colonna per la grandiosità dell’architettura e la ricchezza delle decorazioni in marmi bianchi e colorati, statue, rilievi e fregi, rappresentano un vero miracolo ingegneristico, giunto fino a noi in tutta la sua grandezza. Il segreto è riposto nell’opera cementizia e nei sistemi di copertura a volte, ma anche nell’aver rafforzato la parete del Colle Quirinale con una struttura ad arco rovesciato, chiamato il Grande Emiciclo, con due grandi Aule semicircolari ai margini. Questa struttura era capace di reggere la spinta delle terre e di articolare e rendere funzionali i vari spazi. Nelle decorazioni della piazza del Foro i motivi più ricorrenti sono figure di barbari (Daci) e cataste di armi, mentre i fregi degli ambienti interni presentano figure in posizione araldica: vittorie, grifoni, amorini, sfingi e ancora ghirlande di alloro e di quercia, candelabri accesi. Tutti questi fregi trasmettono l’idea di giustizia, potenza, vittoria, pietas, abbondanza, eternità, apoteosi, “imponendo”, più che un significato preciso, un’atmosfera che rende chiara un’immagine di potenza e di grandezza di Roma e dell’Imperatore.
Con Traiano l’Impero raggiunge la sua massima estensione, per questo gli viene dato l’appellativo di “bellicosissimus et optimum princeps”. Primo Imperatore nato a Italica in Spagna, appartenente non ad una dinastia imperiale, ma ad un’ottima famiglia aristocratica, Ulpia, di origine umbra, di Todi. Valente condottiero, gli vennero conferiti dai Flavi importanti incarichi militari. Con queste parole dell’Imperatore Nerva cambia il sistema politico romano “Grande fortuna per Me, per il Senato e per il Popolo di Roma: io adotto Marco Ulpio Nerva Traiano” (Dione Cassio, Historia Romana, 68,3-4). Traiano è considerato un “Uomo nuovo”, adottato da Nerva nel 98 d.C. riceve la notizia mentre si trovava sul fronte germanico e rientra a Roma vittorioso con il suo esercito dopo due anni. Plinio il Giovane nel 100 d.C. nel suo famoso “Panegirico”, discorso laudatorio su Traiano sottolinea l’adozione per merito “L’unico legame era quello dell’eccellenza condivisa, rendendovi degni di scegliere e di essere scelti… Se è destinato a governare tutto, deve essere scelto tra tutti… poiché non si tratta affatto di assegnare un padrone a degli schiavi”. Traiano muore in Cilicia, in Asia Minore a Selinus (Traianopolis) nella grande impresa bellica contro i Parti nel 117 d.C., nel tentativo di realizzare il sogno che fu già di Alessandro Magno. A Roma gli vennero resi gli onori da parte di Adriano, suo successore. Le statue, i busti o le teste esposte in mostra, attribuibili a Traiano, sono caratterizzate da elementi che rimandano alle funzioni imperiali di condottiero, magistrato e sacerdote, uomo giusto e virtuoso, immagine che si è tramandata nel tempo. Alla storia della memoria di questo illustre imperatore è dedicata la sezione conclusiva della mostra con un filmato ricco di immagini, dipinti, sculture, versi poetici dedicati a Traiano.
La fortuna di Traiano è legata sia all’elogio continuo delle sue qualità da parte dei suoi successori in epoca imperiale, sia in epoca cristiana al racconto noto come “Leggenda della giustizia di Traiano”, contenuto nella “Vita Sancti Gregorii Magni” e ricordata da Dante nel Purgatorio (X, 73-96) e nel Paradiso (XX, 101-117). Traiano simbolo di Giustizia e di Virtù, esempio e modello per tutti gli uomini di potere di un tempo ormai lontano… Ai politici di oggi ricordiamo questi versi ripresi da Dante e che riproducono il primo versetto del Libro della Sapienza nella Bibbia “DILIGITE IUSTITIAM… QUI IUDICATIS TERRAM” (Amate la Giustizia…Voi che siete chiamati a governare la Terra) Paradiso XVIII, 91-93.
Ci auguriamo che la visione della mostra possa “riportare gioia tra i romani”, come ci invita lo storico Plinio il Giovane ricordando il Grande Imperatore
“TRAIANO CI HA ORDINATO DI ESSERE FELICI E NOI LO SAREMO”
Per maggiori approfondimenti consigliamo la rivista “Forma Urbis”, n.11, Novembre 2017.
Massimo Fulvio Finucci e Clarissa Emilia Bafaro