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Caffè Greco sotto sfratto

Un po’ difficile da pensare che ad uno dei caffè più antichi di Roma sia toccata la stessa sorte che ultimamente sta colpendo le varie eccellenze (da intendersi botteghe storiche) capitoline. L’antico Caffè Greco di Via dei Condotti è finito sotto sfratto. Frequentato da Goethe, Hans Christian Andersen, Orson Wells, Moravia, D’Annunzio, Schopenauer, Elsa Morante, Pier Paolo Pasolini, Ennio Flaiano e Guttuso che l’ha ritratto nella sua celebre “sala rossa”, il Caffè Greco rischia di spegnere per sempre i suoi meravigliosi lampadari settecenteschi nel giro di tre mesi.

Lo scorso settembre è scaduto il contratto ed il  Tribunale di Roma ha imposto all’attuale gestore della struttura (la società Antico Caffè Greco Srl) di uscire dai locali entro il 20 marzo di quest’anno; proprietario dell’immobile è l’Ospedale Israelitico che avrebbe si garantito la continuità dell’esercizio, ma portando l’affitto ad un costo più alto dei 18 mila euro mensili di oggi. In realtà anche il nosocomio attualmente non se la passa bene essendo, da ormai due anni, sottoposto a commissariamento, dopo la bufera giudiziaria che ha coinvolto l’ex dg Antonio Mastrapasqua, e per questo cerca di valorizzare il suo patrimonio immobiliare.

Sembrerebbero esserci importanti aziende pronte a rilevare la gestione e quindi disposte a pagare anche un affitto maggiorato. Una dinamica, però questa, che rispecchia la progressiva perdita di identità del centro storico di Roma, che in poco tempo ha perso molti dei suoi residenti e visto nascere un numero elevato di attività commerciali rivolte principalmente al turismo; un percorso passato anche attraverso la chiusura, e la nuova “funzione d’uso”, di attività storiche come caffè (per esempio il Bar della Pace che dovrebbe diventare un hotel), antichi negozi di artigiani, cinema e teatri.

Fortunatamente in questo caso l’attività non sembra in discussione, piuttosto i proprietari puntano a farlo fruttare maggiormente; la struttura è comunque sottoposta a dei vincoli in quanto esercizio storico; al suo interno, tra l’altro, ospita una collezione di circa 300 opere d’arte. Il Campidoglio ancora non si espresso ma entro marzo c’è ancora tempo sia per una eventuale presa di posizione da parte dell’amministrazione e sia per un intervento del Mibact.

crediti agi.it, dissapore.com