Israele: ciò che non si conosce
Un affresco chiarificatore al di là delle solite “menate”
C’è chi li dice avari, chi lamentosi. Di certo, sembra che nessuno conosca i fratelli maggiori citati da Giovanni Paolo II. Queste sono le parole d’inizio di un evento tenutosi venerdì 26 gennaio, presso la Basilica degli Angeli di Roma, nel quale un professore di significativa qualità, ONORATO BUCCI, esperto in Diritto Romano, e Diritti particolari di varie popolazioni mediterranee, nonché mediorientali ed iraniane, uomo di fiducia sicura di tutto un mondo culturale del campo, ha illustrato il carattere degli Ebrei e di Israele, facendo sponda da remote età ai giorni più recenti. Una vasta illustrazione di vari gruppi anche in antitesi fra loro, Sadducei, i più aperti alla conoscenza ed i meno adesi alle regole quali la circoncisione e l’obbligo alla religione;i seguaci di Isaia, più vicini al pensiero che sarà accessibile ai futuri cristiani, quindi i Farisei, e dei loro vicini e dirimpettai: Maroniti, Palestinesi, Sumeri, Greci e Romani.
L’uditorio era letteralmente preso dalla favella scorrevole e precisa come un bisturi del Professore, che ha fatto in parte rivedere il giudizio di alcuni su questo popolo che non cessa mai di far parlare di sé né in bene, né in male. Israel, o I-sara-el vuol dire “coloro che combattono Dio”, essi dunque sono in perenne contrasto fra loro, fra se stessi, e gli altri. Sono i padroni nel senso conoscitivo dei due estremi entro i quali si muove la vita, maschio e femmina, bianco e nero, ferocia e gentilezza.
Presi tutti dall’impegno di armonizzarli, gli Ebrei – sostiene il Professore – sono un continuo mistero, chiusi in sé, conservatori assoluti della loro origine e del passato, ed insieme eminenti e dinamici accoglienti del nuovo: in loro non c’è distacco sprezzante verso gli “stranieri” (falascia) ma una più profonda e radicata individualità di nazione.
Più volte perseguitati, a cominciare dai Russi, per passare ai Bulgari, agli Ungheresi ed a dolori più recenti, essi si rendono nemici ed amici : colpiti dalle Leggi Razziali, ma senza deportazione per mano italiana, sono stati i primi a sollevare il capo, dopo la chiusura dell’ultima guerra, anche in grazia della Legge Romanelli. Un mistero, creato dall’irrazionalità senza la piaga dell’Illuminismo, sostiene il Professore, creato forse anche per la confusione avuta a seguito della mescola con i Greci e l’Ellenismo. Hanno come scopo quello di giudaizzare il mondo.
Sarà un bene, sarà un male, una cosa è certa: non si può non ammirarli.
Marilù Giannone