“Noi con L’Italia” – intervista all’Arch. Paolo Pecorari
CONSUL PRESS intervista l’Arch. PAOLO PECORARI, candidato alla Regione Lazio
Come riorganizzare una Nuova “ARCHITETTURA”
Ambientale – Sociale – Umana del NOSTRO PAESE
Paolo Pecorari, classe 1965, nato a Mantova ove risiede anagraficamente pur vivendo prevalentemente in Roma, è coniugato ed è padre di due figli, rispettivamente studentessa universitaria Chiara e studente liceale Francesco. Laureatosi nel 1994 in Architettura presso il Politecnico di Milano, ha subito iniziato a collaborare con importanti Studi di Architettura e Società di Costruzioni, tra cui lo Studio Internazionale di Architettura del Paesaggio Novello Giardini Italiani di Montichiari (BS) e le Società di Costruzioni del Gruppo Mezzaroma, di Roma.Fin dal 1997 è iscritto all’Ordine degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Mantova.
Ha svolto numerosi incarichi professionali per sistemazioni paesaggistiche ed urbanistiche in Italia e all’Estero, sia direttamente, sia per conto dei suddetti Studi e Società, seguendo personalmente la progettazione e la realizzazione di immobili ed acquisendo una buona esperienza di gestione di grandi cantieri, collaborando fianco a fianco anche con grandi architetti, come ad esempio il Prof. Paolo Portoghesi. Nel 2015 e 2016 è stato responsabile per l’Ambiente presso il Comune di Guidonia ed il Comune di Mentana, entrambi in Provincia di Roma.
A livello hobby, … ma non solo, l’Architetto coltiva anche interessi musicali (chitarra e pianoforte) ed artistici come fumettista professionista con una spiccata passione per la Storia dell’ Arte e la Storia di Roma in particolare.
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1) D. Quali ritiene siano, a suo giudizio, i punti qualificanti del programma di “Noi per l’ Italia”, formazione con cui Lei si presenta come candidato alla prossima competizione elettorale nella Regione Lazio, nell’ambito della coalizione di centrodestra, ?
R. I punti principali che a mio giudizio, ritengo sia giusto affrontare sono tre: l’ambiente, il sociale e una giusta politica per l’immigrazione. Per quanto riguarda l’ambiente, intendo tutto ciò che serve a migliorare la qualità della vita nei nostri centri urbani e non solo. Per questo il mio interesse spazia dalla riqualificazione delle aree verdi, alla sicurezza videosorvegliata nei parchi, alla raccolta differenziata di quartiere, al recupero delle aree demaniali dismesse o degradate attraverso l’organizzazione di Orti Urbani e Forestazioni Urbana, al potenziamento delle energie alternative, fino all’organizzazione di un vero e proprio Grande Raccordo Ciclabile. Per quanto concerne invece, il sociale, il mio interesse si concentra prevalentemente sul garantire una casa per tutti, soprattutto per i meno abbienti. Ciò significa una politica della casa che veda il recupero dell’edilizia demaniale o privata dismessa a condizioni agevolate, per la realizzazione di nuovi alloggi popolari, ma anche una maggior flessibilità e sanatoria, verso quelle realtà soprattutto periferiche, in cui l’occupazione abusiva passata, ha dato luogo a delle vere e proprie comunità di cittadini che si sono pienamente adattati al territorio. Infine, per quanto riguarda la politica sull’immigrazione, ritengo sia assolutamente corretto e morale, dal punto di vista cristiano cattolico , l’accoglienza delle persone straniere alla ricerca di una nuova dignità, purché a fronte di una adeguata sistemazione e di un dignitoso sostentamento, ci sia da parte di quest’ultimi la consapevolezza oggettiva dell’accoglienza, il rispetto delle regole e delle tradizioni, la conoscenza dell’educazione civica del Paese ospitante e la disponibilità incondizionata a lavori socialmente utili. Punterei inoltre, maggior attenzione sull’istruzione dei residenti stranieri, soprattutto verso le nuove generazioni, proprio per agevolarne l’integrazione e la consapevolezza dell’appartenenza ad un nuovo Paese.
2) D. Lei personalmente, in precedenza, ha già maturato eventuali esperienze specifiche in campo politico per aver partecipato come componente od osservatore in alcune formazioni partitiche e/o in movimenti di opinione?
R. No, provengo dal mondo imprenditoriale e della Libera Professione. Mi ritengo più un tecnico che un politico, forse per questo, più adatto ad occuparmi concretamente dei problemi reali dei cittadini.
3) D. In base alle sue molteplici competenze ed esperienze professionali maturate “sul campo” – riscontrate leggendo il suo interessante curriculum – come pensa di risolvere alcuni dei tanti problemi della Regione Lazio ed in particolare quelli che riguardano Roma e la propria Provincia? Quali dovrebbero essere i più importanti provvedimenti da affrontare o le ipotesi da proporre?
R. Come architetto, ed in particolare architetto paesaggista, ritengo che bisogna ridisegnare le aree verdi di quartiere, rendendole sicure, vivibili e ricreative. Solo così possiamo pretendere il rispetto da parte della cittadinanza. È difficile infatti, pretendere l’osservazione delle regole quando vengono a mancare i principali servizi e viene a mancare l’assistenza primaria delle istituzioni. E poi la pulizia. E assolutamente indispensabile indirizzare la cittadinanza, soprattutto quella di quartiere (ed insisto su questo punto), ad un maggior senso civico nei confronti della raccolta differenziata. Per questo ritengo sia assolutamente indispensabile la creazione delle Giornate Ecologiche programmate settimanalmente, con una raccolta differenziata itinerante. Si tratta di organizzare centri di raccolta (cassoni) di materiali differenziati, itineranti nei punti principali dei quartieri, in cui il cittadino può periodicamente differenziare o alleggerirsi di tutti quei materiali ingombranti che altrimenti non saprebbe dove buttare. La differenza sostanziale tra questo sistema e le Isole Ecologiche classiche, sta nel fatto che non è il cittadino che va al centro (spesso svogliatamente e con mille difficoltà) ma è l’Isola Ecologica che va dal cittadino, con tutti i vantaggi e le evidenti comodità del caso.
4) D. Da alcune sue dichiarazioni risulterebbe la necessità di indirizzare un particolare “forte impegno” verso tre importanti tematiche, riguardanti una nuova politica ambientale, la sicurezza, i trasporti con la annessa mobilità… Può anticipare più approfonditamente la sua posizione in merito?
R. Per me lo ripeto, si può pretendere rispetto solo se si garantisce un buon sistema pubblico, efficace e decoroso. Quindi, tutto ciò che è al servizio del cittadino deve essere efficiente, veloce e funzionale. Non si ammettono deroghe. I trasporti, la pavimentazione stradale, le fognature, la sicurezza e la prevenzione, la sanità, deve funzionare in modo eccellente.È non mi si venga a dire che è pura utopia. Sono molteplici le capitali europee che garantiscono un tenore di vita migliore e più funzionale. E non posso credere che noi non ne siamo all’altezza. Anzi, abbiamo la fortuna per certi versi, di essere superiori, sia per il nostro passato glorioso, sia per la Bellezza indiscussa che ci circonda.
5) D. Per quanto riguarda specificatamente la grande meravigliosa area verde di Villa Ada – che Lei ben conosce, essendosi occupato della sistemazione paesaggistica dell’Ambasciata d’Egitto collocata all’interno dello stesso spazio – area in cui esistono numerose pregevoli costruzioni in stato di fatiscente abbandono grazie all’ incompetenza o incapacità del Sindaco Virginia Raggi e della sua Giunta (non inferiore comunque a quella dei suoi predecessori !) …Lei ha qualche progetto o proposta da mettere in cantiere?
R. I nostri parchi, soprattutto quelli storici, sono fantastici già di loro. È difficile poter apportare miglioramenti paesaggisti in ambienti così ben disegnati. Tuttavia, è indispensabile eseguire una corretta, adeguata e periodica manutenzione. Le aree verdi, sono esseri viventi per tanto soggette ad un continuo divenire. Ambirei ad circondarmi di un esercito di validi e solerti giardinieri, che amino la propria missione. Si perché di una missione si tratta, non di un lavoro, quando ci si confronta con il benessere pubblico dei cittadini. Ai nostri parchi, manca soprattutto pulizia, rispetto e sicurezza. Ed è su questo che bisogna lavorare con fermezza. Poi sicuramente, bisogna rendere le aree verdi pubbliche più interattive con il cittadino, sia con la creazione di spazi ludico-ricreativi che nella creazione di zone attrezzate quali gli Orti Urbani al servizio della collettività.
6) D. A suo parere, l’immigrazione come dovrebbe essere meglio legiferata in ambito regionale e come dovrebbe essere organizzativamente gestita dalle relative Istituzioni?
R. Come ho avuto modo di sottolinearlo in precedenza, ritengo che a fronte di un dovere morale verso l’accoglienza dei meno fortunati, è altrettanto doverosa la pretesa di collaborazione e riconoscenza. Chi non lo accetta e pretende un’accoglienza lassiva e passiva, non merita di essere integrato nel nostro Paese. Dobbiamo favorire la cultura, perché solo così potremo formare nuove generazioni rispettose e consapevoli del grande patrimonio che abbiamo e del senso civico che abbiamo raggiunto dopo secoli di lotta.
7) D. Qual è una domanda che non le è stata rivolta e a cui avrebbe voluto rispondere?
R. Se credo di essere un sognatore. No le risponderei, perché chi ama il proprio paese e prova profondo rispetto per la propria bandiera, ha l’obbligo morale di difenderla e di fare in modo che nulla possa insediarla. Io sono fermamente convinto che sia un grande privilegio essere cittadini di Roma, e che sia altrettanto una grande fortuna essere Cittadini Italiani. Se ognuno di noi ne fosse realmente consapevole, a partire dalle istituzioni fino all’ultimo degl’italiani, non ci sarebbero problemi e tutto funzionerebbe alla perfezione. Purtroppo però, molto del nostro Senso di Appartenenza, è andato via via scemando, colpa spesso di amministrazioni sempre più distanti dalle esigenze quotidiane dei cittadini.
…Bene Architetto, termina ora il nostro primo incontro rinviando a breve qui in Redazione un approfondimento su altri temi specifici ed importanti, quando vorrà ritornare a trovarci. Per ora “in bocca al Lupo” e a presto risentirci !
intervista a cura di Giuliano Marchetti