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Pasqua o… OSTARA

Dai MITI della TRADIZIONE…
al CREDO del CRISTIANESIMO

Numerosi eventi storici di carattere politico, scientifico, tecnologico, artistico, sociale e certamente non ultimo quello relativo alla credenza religiosa hanno contrassegnano la trasformazione della condotta del genere umano. Per tali metamorfosi è stata progressivamente condizionata nell’uomo la propria conoscenza che  in tale modo ha consentito ad alcuni di essi perseguire e concretizzare specifici interessi ed obiettivi.

Considerando che le trasformazioni comportamentali dell’uomo hanno avuto significativa predominanza per l’incidenza relativa al credo religioso, non si può trascurare che sono stati attribuiti denominazioni e cause differenti a stessi momenti del ciclo terrestre.

Assistiamo così alle innumerevoli nascite miracolose e divine, maschili e femminili, collocate proprio nel giorno del solstizio di inverno, altresì in quello estivo troviamo riferimenti nelle credenze celtiche, in quelle degli Inca ed anche nelle feste solstiziali dell’antica Roma, come la somiglianza fonetica tra Janus e Joannes, quest’ultimo richiamato a “riscrivere” il culto arcaico in termini cristiani. ll termine equinozio deriva dal latino aequinoctium e significanotte uguale“, ovvero indica il momento in cui le ore di luce coincidono con le ore di buioNell’equinozio di primavera e’ collocata la più antica festa di Primavera al mondo, ricorrenza legata all’agricoltura, le cui tracce risalgono a circa 4700 anni fa, in epoca Faraonica.

Ancora oggi la festa è celebrata secondo l’antica tradizione ed i cibi consumati seguono per simbologia e principi le offerte citate negli annali di Plutarco. Le uova riccamente dipinte, simbolo della rigenerazione della Vita e dell’Universo erano deposte dalla mitica Fenice. Secondo la leggenda, l’Uccello di fuoco prima di morire preparava un nido a forma d’uovo, poi si adagiava al centro lasciandosi incenerire dai raggi del sole. Dalle ceneri nasceva quindi l’uovo dal quale la Fenice riprendeva vita. La Fenice è la Vita stessa e, allo stesso tempo, è il Cosmo nel quale essa porta la Vita, per questo genera l’uovo dal quale rinascerà la vita, così come la Natura genera sé stessa all’infinito.

In Grecia in primavera si celebravano i Piccoli Misteri EleusiniIl nome significa “arrivo”, a simboleggiare l’arrivo ad Eleusi della dea Demetra, alla disperata ricerca della figlia Persefone, rapita da Ade. La sparizione ed il ritorno di Persefone venivano ricordati con cerimonie che simulavano la morte mistica della natura, la rinascita, la fecondità e la generazione. Il messaggio per gli iniziati ai Misteri era la promessa di abbondanza da parte della dea del grano, ma anche la liberazione dall’angoscia e dal dolore ed un trattamento privilegiato dopo la morte.

I primi dieci giorni di aprile erano invece dedicati alle “Feste Megalesi” in onore di Cibele, la Grande Madre, divinità primigenia, madre degli dei e degli uomini. Il suo culto era caratterizzato in origine da cerimonie orgiastiche e sanguinose che si addolcirono in seguito alla sua diffusione in tutta la Grecia.

I Romani continuarono questa usanza, arricchendola con i Ludi Megalenses, giochi pubblici che seguivano l’aspersione pubblica rituale, fatta con acqua consacrata, della statua della Grande Madre. A Roma tutto il mese di aprile era dedicato ai festeggiamenti. Il 7 era il compleanno di Apollo e Diana. Il 15 si tenevano le Feste Fordicalie, che vedevano vacche sacre immolate in onore della dea Terra. Il 18 si celebravano le Cerealie, dedicate a Cerere, protettrice delle messi; il 21 nelle Palilie si sacrificava per la dea Pale, patrona dei greggi e dei pastori; il 23 si libava per Giove e Venere con il vino fatto in autunno; il 25 si pregava la dea Robigo perché tenesse i parassiti lontano dal grano; il 28 la dea Flora veniva sollecitata a curare la vegetazione ed i fiori; e il 30, durante le Larenziali, si inneggiava a Larenzia, la lupa che aveva salvato, nutrendoli col suo latte, i gemelli Romolo e Remo.

ostara

Un’altra antica festa onorata ancora ai giorni nostri è il festival di Naw Ruz che significa «Nuovo Giorno». Il festival affonda le sue radici nello Zoroastrismo e i riti celebrati rievocano la storia della creazione e l’antica cosmologia del popolo Iraniano e Persiano. Festa di speranza e di rinnovamento Naw Ruz è osservata oggi non solo in Persia ma anche nei paesi vicini: la sua celebrazione dura ben 13 giorni. La popolazione dà il ben venuto al nuovo anno purificando le case e saltando sui falò allestiti per le strade.

Il nome “pasqua”, deriva dal latino pascha e dall’ebraico pesah, per effettuare un esame etimologico della parola pasqua, però, dobbiamo rifarci al termine inglese “Easter” che ci riporterebbe ad antichi culti al sopraggiungere della primavera e alla fertilità dei campi legati alla divinità pagana la Dea Eostre messaggera di fertilità e la collega alla luce dell’Est e in particolare all’equinozio di Primavera che veniva chiamato dai popoli celti “Eostur – Monath” e successivamente di “Ostara” Infatti il nome sembrerebbe provenire da aus o aes e cioè Est, dunque, divinità legata al sole nascente e al suo calore. La pasqua è una delle Feste cristiane per eccellenza ed incorpora tradizioni precristiane legate alla primavera e alla fertilità. La Pasqua, assimilata alla festa di Ostara, viene festeggiata nel giorno successivo al primo plenilunio dell’equinozio di primavera. Sole nascente, luna piena, primavera, uova sono riti di fertilità tradotti comunemente in una festa campestre: la nostra “pasquetta”.

Giovanni PIPI


Giovanni Pipi

Matematico, Opinionista, già Dirigente Aziendale