Il primo G7 per il nostro Premier Giuseppe Conte, ….. assente Vladimir Putin
Pronto il documento sul Commercio
Trump lascia in anticipo il Canada, la Russia non siede al tavolo dei grandi – La notte porta consiglio e… salta tutto.
Canada, Charlevoix – Debutta sulla scena internazionale il nuovo premier italiano Giuseppe Conte. Presenza in sordina per il nostro paese per varie ragioni, primo: il leit motiv «Trump vs Resto del mondo», Europa, dazi commerciali, insomma il Presidente americano occupa la scena; secondo: proprio il tema più scottante è quello dei dazi commerciali, dove la nuova alleanza giallo-verde ha mantenuto un profilo basso; terzo: il neo Presidente del Consiglio Giuseppe Conte porterà con sé la staffetta (il dossier preparato dallo staff del suo predecessore) di Paolo Gentiloni.
Il “padrone di casa”, il primo ministro Justin Trudeau, ha ricevuto così i suoi ospiti: Donald Trump, Angela Merkel, Theresa May, Emmanuel Macron, Shinzo Abe e per l’appunto Giuseppe Conte. Grande assente ancora una volta, Vladimir Putin che “paga pegno” con le sanzioni imposte dall’Occidente per l’invasione della Crimea.
Alla vigilia del vertice c’è stato un certo fermento per alcune dichiarazioni incrociate tra il premier canadese Trudeau e Donald Trump. La Cnn riporta una telefonata piuttosto tesa tra i due leader relativamente proprio alcune lamentele di Trudeau a proposito dei dazi commerciali cui segue la pronta risposta del Presidente americano: “Non bruciaste forse la Casa Bianca nel 1812?”, compiendo una piccola gaffe riguardo la Storia, in quanto ad appiccare il fuoco furono gli inglesi, non i canadesi.
I partners commerciali, Europa e Canada, lamentano il disequilibrio da parte dell’amministrazione americana ora rivolta ad un confronto con la Cina. Manifestano dissenso comune Trudeau ed Emmanuel Macron, auspicando ad un fronte comune, un «6+1» contro Trump per risolvere la situazione.
Naturalmente Bruxelles ha annunciato una serie di ritorsioni sull’import made in Usa, quasi una “Guerra Commerciale” e Trump non ci sta ovviamente rispondendo per le rime sul suo profilo twitter: “Si dica per favore al primo ministro canadese Trudeau e al presidente francese Macron che loro fanno pagare agli Stati Uniti dazi enormi e creano barriere non-monetarie, il surplus commerciale dell’Ue è di 151 miliardi di dollari, e il Canada tiene i nostri agricoltori e altri fuori”. Ecco le nuove armi di “distrazione di massa”… i Social Network che, con le dichiarazioni al vetriolo, fanno salire e scendere i mercati finanziari, lo spread, ecc.
E ancora il Presidente americano tuona in un altro twitt che i dazi imposti agli USA sono pari al 300%, percentuale che schiaccerebbe secondo Trump l’economia e gli agricoltori a stelle e strisce.
E l’Italia? Il nuovo Presidente del Consiglio punterà la sua attenzione per catalizzare, soprattutto sulle posizioni espresse, i rapporti con Mosca. Il fronte occidentale ritiene essenziale mantenere le sanzioni contro Putin. Di buon occhio la cancelliera Angela Merkel vede il nuovo governo italiano, che designa in lei un’acerrima “nemica” da parte di Lega e M5S. Fra Germania e Italia «dovremmo parlare gli uni con gli altri, invece di parlare gli uni degli altri, e non iniziare la comunicazione in modo indiretto con insinuazioni e congetture» ha detto la cancelliera.
E per tornare alla Russia, l’Italia dimostra: da un lato fedeltà ai partner occidentali, dall’altro apertura di credito verso la Russia, Salvini ribadisce chiaramente ritenendo inutili le sanzioni Occidentali imposte al Cremlino auspicando alla riapertura di un dialogo.
Nel frattempo Donald Trump lasciato il Canada per volare in Oriente, a Singapore dal “suo” Kim- Jong-un e cercare di distendere i rapporti tesi tra USA e Corea del Nord; nella notte il Presidente americano a colpi di twitter manda all’aria l’accordo finale sul commercio prendendosela con Trudeau e i partners dell’UE viste le reazioni di questi ai dazi che il tycon impone con la sua politica protezionista.
Ci viene allora da fare alcune riflessioni a posteriori, più o meno condivisibili comunque valevoli di attenzione: le sanzioni, gli accordi di Minsk sull’Ucraina non sono ancora attuati, avere la Russia isolata non conviene a nessuno perciò non sarebbe più ragionevole reintrodurre la Russia al tavolo dei potenti? Si, se Putin volesse, perchè a questo punto lo “Zar” si dichiara non interessato alla “piattaforma”, bensì verso altri progetti di ben più ampio respiro. In effetti anche Conte avrebbe dichiarato, nel corso del vertice internazionale, che il WTo risulterebbe comunque superato, concludendo quindi che tale accordo rischierebbe di non soddisfare nessuno. Alla fine, potrebbe verificarsi una convergenza tra Trump e Putin mentre al centro il “Nostro Neo Premier”, Giuseppe Conte, potrebbe volgere il proprio sguardo – nell’interesse del “Nostro Paese” sia ad Oriente che ad Occidente
E non mancano polemiche, forse sterili ma degne anche queste di attenzione: ogni qual volta si svolge un vertice, in cui i potenti si incontrano, non mancano manifestazioni di protesta che sfociano in incidenti ed atti vandalici: è l’altra faccia della medaglia, ma sui social ci si imbatte in commenti che prendono di mira il governo giallo- verde italiano e il premier Conte poichè siedono tra i potenti, quei potenti che tanto hanno contestato appartenere al circolo Bilderberg, quegli “illuminati” che il popolo del web, sull’onda grillina, accusa di gestire le sorti di noi tutti.
Ecco, tutta questa babele di simboli, colori, posizioni politiche e non, infesta la rete con tesi complottiste cui, a suon di tastiera i più facinorosi lanciano invettive alla “Pasquino”, a torto o ragione, ma di fatto qualche certezza c’è: chi contesta l’UE, chi contesta la moneta unica europea, chi paventa la tecnocrazia bancaria, dovrebbe guardare ai nuovi “paladini” con un certo dubbio, poichè siedono proprio accanto al banco degli accusati. Sarà allora che dovremmo fare tutti un bagno di umiltà ed evitare certe simili invettive?
Il mondo è cambiato, il commercio è globale, lo è l’economia ormai da quando esistono i mercati finanziari, siamo tutti interconnessi, telematicamente ed anche quantisticamente per tanto bisognerebbe comprendere il senso ed il valore di quanto l’umanità sta cercando di compiere: da un lato l’apertura delle frontiere commerciali, dall’altro la chiusura delle frontiere territoriali…una dicotomia in sintesi ed orwelliana a cui fa seguito un effetto domino con conseguenze su ampia scala.
CRISTIAN ARNI