L’intervista a Otello Profazio,
poeta e cantautore del Sud
Consul Press ha intervistato Otello Profazio massimo esponente musicale italiano del genere folk, definito come il cantautore, il cantastorie ed il poeta del Sud Italia.
Il maestro racconta di aver iniziato la sua attività artistica ben 60 anni fa, nel lontano 1959, ed ancora oggi continua ad allietare il suo enorme pubblico con le sue opere musicali. Calabrese di origine vive ormai a Roma da tantissimi anni, ma continua ad avere un legame indissolubile con la sua terra e con tutto il Sud.
Profazio rielabora e reinterpreta molte canzoni della tradizione calabrese e meridionale, in particolare della Sicilia, Puglia e Basilicata. È l’interprete assoluto delle poesie in lingua siciliana di Ignazio Buttitta. Autore, ricercatore e interprete sensibile e appassionato, ha saputo dare voce alle tante anime del Meridione, coniugando impegno, ironia e passione. Ha contribuito alla conoscenza e diffusione della musica popolare in Italia attraverso un’attività sincretica, affrontando tematiche non sempre semplici.
La sua carriera prosegue tuttora con esibizioni e concerti in giro per l’Italia, ma racconta di aver girato tutto il mondo. Il maestro afferma di aver vissuto l’intera carriera viaggiando ovunque ci fossero italiani e cantando per loro. Pur vivendo viaggiando, ma mai in vacanza, tiene a sottolineare, ripercorre con noi quasi tutte le sue tappe: 31 volte in Australia, poi Canada, Argentina, Brasile, Cile, Uruguay e Venezuela.
Profazio ha voluto dare rilievo al fatto che in un ultimo articolo pubblicato sul Giornale della Musica lo hanno definito “l’uomo ulivo”, una metafora che lo ha particolarmente colpito, perché è un onore per lui essere paragonato proprio all’albero simbolo del Sud Italia. Con questa metafora hanno voluto dire che i suoi brani dovrebbero essere protetti come patrimonio di tutti e custoditi per sempre.
Tra i suoi ricordi più belli restano fissi e indimenticabili le collaborazioni con altri ‘mostri sacri’ del palcoscenico musicale italiano: Giorgio Gaber, Enzo Jannacci e Lino Toffolo. Quel periodo lo ricorda con estremo affetto, l’emozione di aver lavorato con loro si avverte dal tono della sua voce, infatti aggiunge: «Eravamo insieme in RAI quando la TV era ancora in bianco e nero.»
Nelle ultime battute dell’intervista, riferisce di aver vinto il prestigioso Premio Tenco nel 2016, quest’anno gareggia come finalista delle targhe dello stesso premio.
Infine ricorda di esser stato insignito del Disco d’Oro per aver venduto oltre un milione di copie con l’album del 1974 “Qua si campa d’aria”, una vera ballata per il Sud, che il cantautore italiano considera la sua canzone più famosa.
Attualmente Otello Profazio è l’unico cantante del genere folk ad aver raggiunto questi magnifici traguardi. Come si usa dire: Ad maiora semper!