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“A Spasso per Montecitorio”… intervista ad Alberto Ciapparoni

 A SPASSO PER MONTECITORIO: intervista all’autore

Alberto Ciapparoni è un brillante giornalista e corrispondente di Radio Rtl 102.5. Nato a Bergamo, è cresciuto a pane, pallone, e politica. Dopo essersi laureato in giurisprudenza prova a realizzare il suo sogno: fare il giornalista… Ci riesce frequentando la Scuola di Specializzazione dell’Università Luiss di Roma. Poi vince l’ardua impresa di trovare un lavoro e, dopo uno stage al Corriere dello Sport, inizia a collaborare con l’Indipendente e con il Venerdì di Repubblica. Infine arriva il contratto Fnsi con Rtl 102.5. Ora fa il capo-servizio del politico.

Siamo riusciti ad intervistarlo in occasione del suo primo libro “A spasso per Montecitorio”, un pamphlet sulla sua esperienza giornalista alla Camera. Il libro è edito dalla Casa Editrice Mursia.

In che relazione sono per lei la scrittura, la politica e la società?
“Sono tre facce della stessa medaglia, ovvero la stato dell’arte della cultura di un Paese. Indicano in pratica quale sia l’andamento culturale dell’Italia nel momento in cui vengono esaminate. Non è un caso che oggi si legga poco e si assista spesso a fenomeni sociali quantomeno discutibili”.

Com’è nata l’idea di scrivere il libro?
“Dopo quindici anni da cronista parlamentare di Rtl 102.5 ho voluto raccogliere in un volume le curiosità, i segreti, e gli aneddoti conosciuti frequentando soprattutto la Camera”.

Ciapparoni 9788842558552Qual è il suo rapporto con la scrittura?
“La scrittura per me è come l’aria, necessaria per respirare, o l’acqua, fondamentale per sopravvivere. Sin da piccolo scrivere è sempre stata la mia passione: anche in amore, anche nei litigi… Ho sempre scritto, e nonostante lavori in radio, considero la penna più importante della voce: può sembrare paradossale ma è così. Senza una buona penna non esiste una buona voce. Almeno secondo me”.

In quanto tempo ha scritto il libro?
“7/8 mesi, che sono diventati di più perché sono stati necessari degli aggiornamenti prima della pubblicazione”

Che cosa è raccolto in questo volume sulla vita parlamentare e giornalistica a Montecitorio?
“Abitudini e aneddoti dei protagonisti che hanno fatto la storia d’Italia negli ultimi anni: dove mangiano e con chi, dove e a che ora vanno a prendere il caffè, dove si ritrovano per fumare (e cosa fumano). Ma anche i soprannomi che si danno tra loro, storie di vita e flirt che si incrociano e rituali che nascono e si protraggono ancora oggi, come per esempio la «cerimonia del Ventaglio» che debutta nel 1893 con Zanardelli e che si svolge ogni anno tra la fine di luglio e i primi giorni di agosto per la chiusura dei lavori parlamentari in vista delle vacanze estive. Oltre a curiosità sulle, a volte strane, abitudini dei politici, il libro offre molte informazioni: per esempio chiarisce cosa deve fare un cittadino normale per assistere, se lo vuole, a una seduta della Camera, e termina con un simpatico glossario che spiega «sempre con il sorriso sulle labbra» il linguaggio politico-giornalistico usato in tv o in radio per descrivere i fatti attinenti alla Camera”. 

Come ha descritto Montecitorio?
“Come una città nella città. Cerco di accompagnare il lettore nei corridoi, nei vicoli e nelle sale del Palazzo del potere, abitato da politici, funzionari (i cosiddetti «uomini in grigio» perché teoricamente neutrali) e personaggi spesso improbabili che si sono acquartierati nelle stanze del potere a caccia di poltrone e poltroncine”. 

Qual è l’aneddoto più curioso che possiamo trovare all’interno del volume?
“A questa domanda, senza offesa, preferisco non rispondere, è che come se mi chiedessi qual è la mia figlia preferita. Non c’è, voglio bene a tutte e due, e non posso e non voglio scegliere: e il concetto vale pure per gli episodi raccontati nel libro. Tutti , nessuno escluso”.

Qual è stato il periodo più bello e più difficile vissuto a Montecitorio?
“Credo che sia sempre quello che verrà: ogni epoca ha pregi e difetti, si può narrare tutto ma diventa difficile scartare o premiare qualcosa. La storia serve certamente per un futuro migliore, ma senza anche un solo tassello del passato non si costruisce il domani. Pure alla Camera”.

 A quale pubblico si rivolge?
“A tutti, come del resto l’informazione di Rtl 102. 5. Un tempo si sarebbe definita nazional-popolare: definizione che rivendico. E del resto come sosteneva Montanelli, come sostiene Feltri, la semplicità è la chiave per farsi capire ed arrivare al maggior numero possibile di persone”.

Ha in programma di scrivere altri libri?
“Non lo escludo, resto un giornalista prima che uno scrittore, ma ogni tanto percorrere strade diverse fa bene e ti fa restare giovane”.

Esiste uno scrittore o un libro in particolare che ha avuto influenza nella sua vita?
“Emilio Salgari e tutta la saga di Sandokan”​

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