Intervista a Patrizio Leopardi di Costantinopoli
UNA CONVERSAZIONE CON UN PRINCIPE BIZANTINO
intervista a cura di Giovanni Cavallanti Ferrero
Il Principe Patrizio Tomassini Paternò Leopardi – Conte di Montelupone e San Leopardo, Marchese di Montaperto, Conte Palatino del Regno di Polonia, Nobile del Regno di Aragona – ci riceve in campagna, nelle sue terre marchigiane, intento a ispezionare vigne e bestiame al pascolo. Si, Sua Altezza Imperiale, Sir Patrick, discendente della dinastia Giustiniana Heracliana di Costantinopoli, è un principe contadino, persona di grande semplicità e straordianria umanità, che guarda alla sostanza delle cose: 55 anni, imprenditore agricolo, ma anche regista che ha girato tutto il mondo, profondo studioso di storia, ovviamente bizantina, ma anche templare, dopo un lungo percorso filosofico e spirituale, ha recentamente deciso di tornare alle orgini della sua famiglia, convertendosi alla Ortodossia cristiana.
Sarà infatti battezzato (ribattezzato, visto che lo era già da cattolico), il prossimo 28 ottobre, dal Vescovo Silvano Livi, Eparca (ovvero capo) della Chiesa Greco Ortodossa Tradzionale in Italia, nel Monastero di San Serafino di Sarof, appena sopra Pistoia. Nella stessa giornata, il suo primo cugino, il Conte Ezra Annibale Paterniano Foscari Widmann Rezzonico (Nobile Dogato e Patrizio Veneto, Conte di Noventa, Zellarino e San Bruson, Barone di San Paterniano, Somareg e del SRI, Conte di Ortenburgo e del SRI, attuale presidente della associazione culturale internazionale Aristocrazia Europea) sarà “incoronato e benedetto Principe Porfiriogenito”, ovvero nominato Capo della Augusta Casa Imperiale, con il sigillo sacrale ed il riconoscimento ufficiale del Patriarcato Greco Ortodosso, legittimo erede della tradizione religiosa costantinopolitana.
Cosa vuol dire essere un principe bizantino oggi? Quali obblighi ha e come si rapporta con la moderna quotidianità? Essere un principe bizantino al giorno d’oggi è, innanzitutto, rispetto per la propria famiglia, le proprie radici e l’educazione ricevuta, ma anche testimonianza, quotidiana e concreta di storia, simboli e, sopratutto valori fondamentali per la nostra civiltà. Questo stile di vita, oggi giorno, non viene più apprezzato e capito, anzi, spesso viene frainteso, perché giudicato sorpassato, ma, in realtà è semplice e profondo rispetto di se stessi, degli altri esseri viventi e della natura uniti in una armoniosa gerarchia cosmica divina.
Cosa c’è ancora di attuale e di valido nella storia, nella organizzazione metapolitica e nel concetto di Impero Romano? Nella Roma imperiale, come nel medioevo, si partiva per una battaglia con lo spirito di conquistare qualcosa di importante, non solo materiale ma sopratutto spirituale, e spesso la priorità èra una giusta causa: la famiglia, la terra, la libertà. Dell’impero vanno ripresi questi valori e gli ideali universali di ordine dei diversi, che è vera convivenza fra popoli e religioni, nel reciproco rispetto dellem identità.
Cosa ne pensa dell’attuale crisi della Chiesa Cattolica e perchè ha deciso di convertirsi alla Ortodossia Greca Orientale? Ritengo che una persona debba approfondire la propria appartenenza religiosa, la storia della propria chiesa, quella della Città Santa di Gerusalemme ma anche delle religioni precedenti, pre cristiane e pagane, e di quelle diverse dalla nostra. Innanzitutto sono partito da una rilettura dei testi sacri biblici, ufficiali ed apocrifi, naturalmente in italiano, ma anche in latino, greco ed aramaico, proprio per cercarne di capirne di più le differenze e le sfumature, e poi di tutti i principali commentari, scritti, nel corso de secoli da studiosi, filosofi, dottori della chiesa, spesso divenuti Santi. Da questo lungo percorso di studio, anche dei vari concili e scismi, è nato il mio avvicinamento, culturale e spirituale, alla Santa Chiesa Ortodossa Orientale Costantinopolitana. La evidente crisi di identità della Chiesa di Roma ed il crescente smarrimento di tanti fedeli cristiani cattolici occidentali, mi sta dando ragione, ma io rimango uomo di continua ricerca e dialogo.
Lei è profondamente legato alla simbologia, alla musica ed alla spiritualità dei Cavalieri Templari, cosa ci può dire in merito? Sono appassionato, da sempre, alla musica Gregoriana, alla storia del Medio Evo e della cavalleria cristiana. Da giovanissimo sono entrato in contatto con i più autorevoli maestri internazionali delle scuole templari, riconoscendomi negli insegnamenti spirituali e nelle rigide regole di vita dei “poveri cavalieri del Tempio e di Cristo”. Una missione, quella della difesa della verità e della giustizia, dei poveri e dei pellegrini, ancora valida ed attuale.
La vostra famiglia ha annunciato la rifondazione ed il rilancio dei vostri storici e legittimi ordini cavallereschi, con quali finalità? Abbiamo deciso di riprendere le antiche istituzioni nobiliari e cavalleresche di famiglia, oltre che riunire e riordinare il nostro importantissimo archivio storico, araldico, genealogico di famiglia (circa diecimila libri e oltre ventimila documenti, dei quali diverse centinaia originali, antichi e preziosi, ora collocati in quattro sedi in tutto il mondo) per continuare l’opera dello zio, il Principe Don Hugo Josè. In particolare stiamo rivedendo e aggiornando, alle nuove esigenze del mondo contemporaneo, gli statuti degli Ordini Imperiali della Corona Heracliana (ordine nobiliare) e della Guardia d’Onore di Santa Sophia (ordine militare) e, certamente, fra le finalità vi è il concreto sostegno alla presenza cristiana in Medio Oriente ed ai fratelli cristiani oreintali (siriani, irakeni, egiziani ma anche palestinesi e turchi) discriminati, perseguitati, spesso martirizzati, abbandonati e dimenticati da questa Europa decadente, ipocrita e vile.