Cinema Delle Provincie: un altro pezzo di storia capitolina che rischia di scomparire
A ROMA, NEL QUARTIERE “ITALIA – NOMENTANO”, CITTADINI IN FERMENTO PER UN CINEMA CHE NON DEVE SCOMPARIRE
È iniziato tutto circa una settimana fa, quando Padre Manlio Asta, parroco della Chiesa Sant’Ippolito di Roma, alla fine di una funzione religiosa, aveva annunciato, davanti ai fedeli, la chiusura del cinema Delle Provincie (1*) di Roma. “La possibilità che la gestione del cinema sia un costo per la chiesa piuttosto che una risorsa è altissimo. … Che la nostra parrocchia soffra di carenze di spazio è evidente… per cui ho deciso per una riflessione di tipo pastorale”. Queste le sue parole al termine della Messa di Domenica 30 settembre.
Ma ripercorriamo brevemente la storia di questo cinema, considerato dai cittadini del quartiere, e non solo, un vero e proprio pezzo di storia. Il “Delle Provincie” venne costruito dall’ Architetto Clemente Busiri Vici nel 1934, e nacque come parte integrante della Chiesa. Ribattezzato il “Pidocchietto” in quanto la sala conta solamente 300 posti. Attualmente il costo del biglietto si aggira tra i 3 /4 euro e, nella Zona viale XXI Aprile- Piazza Bologna, il cinema è l’unico ad avere funzione prettamente culturale, dato il cospicuo numero di attività di somministrazione alimentare. Nell’immagine sottostante è raffigurato il cinema al momento dell’apertura.
Principalmente venivano rappresentati spettacoli teatrali e proiettate pellicole cinematografiche. Nel 1984 cambia aspetto: viene posta l’insegna “Cinema delle Provincie”, dando finalmente un’identità al cinema, il quale, fino ad allora, portava l’insegna “sala parrocchiale Sant’Ippolito”.
Nel 2014 l’insegna ha subito un modifica nell’insegna: “Cinema delle Provincie D’Essai, e una nuova modifica, riguardante colore e formato, è stata apportata nel 2018, come risulta dall’immagine in testa all’ articolo.
Lunedì 8 ottobre, 1500 persone si sono riunite per protestare contro la chiusura della sala. La contestazione, iniziata alle ore 17:30, si è ravvivata solamente un’ora dopo, con l’arrivo massiccio di manifestanti. Misure di sicurezza sono state prontamente prese con la chiusura di viale Delle Province, nel senso di marcia che la collega con Piazza Bologna. Il confronto tra don Manlio Casta e i contestatori è durato circa un paio d’ore. Il Don ha dichiarato che la voce cinema, nel bilancio parrocchiale, ha portato un debito di circa 50 mila euro. Il sacerdote, a fine manifestazione, ha annunciato, tra gli applausi dei presenti, che si impegnerà a riformare la gestione della sala, con l’ausilio di un avvocato e un commercialista. La disapprovazione in merito la chiusura della sala è stata immediata, migliaia di persone hanno firmato una petizione sul sito internet change.org, indirizzata a parroco, sindaca e papa. I presenti hanno suggerito proposte al prete per mantenere aperto il cinema d’essai. Il vescovo si è congedato con l’impegno di costituire, il più presto possibile, un comitato di sostegno.
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(1*) NOTA A MARGINE – Mai sino ad oggi nessuna persona (tra i tanti Abitanti del quartiere, Consiglieri del Municipio Capitolino, Sacerdoti della Chiesa di Sant’Ippolito, Docenti ed Insegnanti delle vicine Scuole) ha evidenziato come il nome di “Piazza delle Provincie”, della omonima “Via delle Provincie”, nonchè anche della sala cinematografica, siano tutti ortograficamente errati: infatti, in base ad una regola grammaticale della lingua italiana, il plurale del sostantivo “Provincia” risulta essere “Province” – senza la “i” e, quindi, non “Provincie” …. CAPRE !!! urlerebbe Vittorio Sgarbi !!! (La Redazione di Consulpress)