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Eccellenze del teatro italiano: Pietro Longhi a Roma

Intervista al Direttore Artistico del TEATRO MANZONI di Roma

Impegno e passione nell’attività lavorativa di Pietro Longhi svolta nel mondo dello spettacolo sono attestati dai numerosi incarichi conferitigli.

Nell’arco della propria intensa attività lavorativa, Longhi, ha acquisito una indiscutibile abilità nel coinvolgere la platea, rendendo gradevole e divertente anche la presentazione della stagione teatrale 2018 / 2019 al Teatro Manzoni di Roma, durante la quale, altrettanto significativa è stata la capacità di richiamare,  con garbatezza, l’attenzione del pubblico su tematiche sociali e culturali pesantemente penalizzate da una drastica riduzione delle sovvenzioni comunali e regionali.

Tematiche che da sempre hanno contraddistinto l’attività della agenzia giornalistica Consul Press per le quali, a Pietro Longhi, è stata richiesta una più dettagliata esplicazione in merito. Di seguito il contenuto dell’intervista gentilmente concessa dallo stesso.

 PIETRO-LONGHI-500x4451) – D/  Signor Longhi, nella presentazione della stagione teatrale 2018 -2019 al Teatro Manzoni di Roma ha fatto rilevare che la riduzione dei contributi da parte delle amministrazioni pubbliche ha determinato necessariamente una limitazione degli investimenti.  Può cortesemente esporre con maggior dettagli le motivazioni che hanno determinato questi tagli? 

R/  E’ abbastanza evidente quello che è successo a  Roma dove  il denaro pubblico nel settore culturale è andato sempre più alle attività pubbliche. Inoltre “il colpo di grazia” a questa situazione è stato inferto da un precedente Sindaco di Roma  – Walter Veltroni – che, con una serie di iniziative tra cui “Maxi”, “Zetema”, “Musica per Roma” e successivamente con “Nuvola di Fuksas” ha prosciugato milioni di euro pubblici esaurendo il denaro a disposizione del settore cultura, sia a livello comunale che regionale.  Situazione totalmente differente quella a  Milano, Torino e  Napoli dove non sono presenti “Zetema” e “Musica per Roma”. Inoltre a Roma e nel Lazio si paga la tassa alla Camera di Commercio la quale riversa milioni di euro all’Auditorium, di cui è socia, facendo concorrenza agli stessi Teatri di Roma. Vedete più un concerto di musica in un teatro?  No, perché queste risorse sono utilizzate per fare attività che, non solo non si finanziano, ma addirittura necessitano di milioni di euro della Regione, del Comune e della Camera di Commercio lasciando quindi  il settore culturale privato senza l’erogazione di finanziamenti. A suo tempo io stesso parlai con il Direttore della Camera di Commercio e sottolineai che dai tanti milioni versati all’Auditorium si poteva stornare un milione di euro  per metterlo a benefico dell’attività dei teatri di Roma. Nulla di tutto ciò ! E’ evidente che si vuole ridurre l’attività dei teatri di Roma contrariamente a quanto avviene a Milano, dove  il Comune destina due milioni e settecento mila euro ai teatri milanesi.  Ai teatri romani – ribadisco – il Comune di Roma destina zero euro, lo stesso fa la Regione Lazio per i teatri di Roma: zero euro !!!  Inoltre diciamo pure che a “Musica  per Roma” ed a “Zetema”  le assunzioni sono state fatte chiamando le persone  al cellulare e, quindi, per ottenere consenso politico. E’ questo il problema di questa nostra bella Roma. Lo stesso dicasi per  molti altri aspetti che hanno caratterizzato la gestione politica del Comune di Roma. Con profondo disappunto possiamo quindi sottolineare che  il denaro pubblico non e’ andato a sostegno di attività culturali,  ma purtroppo a sostegno della classe politica dominante.  Non parliamo poi delle tasse che paghiamo !!! Quando abbiamo chiesto ai proprietari dei teatri di ridurre gli affitti, i proprietari hanno risposto che l’incidenza della tassa IMU non veniva coperta dall’incasso  del canone di affitto. Ma è mai possibile che un teatro,  una libreria o un’attività culturale debba avere gli stessi codici di una attività commerciale? E’ consequenziale la chiusura dei teatri. A Roma al Teatro Parioli, rinomato ritrovo culturale, deceduto De Filippo, sono state smontate le poltrone per fare una sala da te’; anologamente il Teatro dell’Angelo ed altri, via, via chiudono, Mi sembra che sia sotto gli occhi di tutti che da anni a questa parte nessuna attività culturale ha avuto sostegno pubblico e si vede nella strade, dal comportamento della gente, la mancanza di ogni più elementare regola di convivenza.

2) – D/  Nonostante la mancanza di sovvenzioni, Lei – quale Direttore Artistico del Teatro Manzoni –  ha mantenuto un alto livello di spettacolo imponendo significativi sacrifici ai propri collaboratori. Quali suggerimenti ritiene poter dare ai “signori politici” per evitare che il protrarsi di una gravosa situazione possa ripercuotersi sulla partecipazione del pubblico?  teatro_manzoni_roma

R/  Un primo sugggerimento è quello che per  l’Auditorium con tre sale e la cavea che può essere utilizzata nel periodo estivo si potrebbe indire,  con clausole stabilite dal Sindaco, un bando di concorso europeo per trovare un gruppo di imprese che, in un contesto di gestione, potrebbe  corrispondere denaro al comune di Roma contrariamente a quanto oggi accade per i gravosi stanziamenti necessari per la propria  attività. Può dirsi altrettanto per il Teatro Valle. Purtroppo temo, anzi sono sicuro, che il finanziamento pubblico ancora una volta sarà destinato ad settore pubblico in quanto l’assunzione di personale determina un clientelismo politico.  Altra proposta avanzata quella di destinare una percentuale del finanziamento pubblico ad attività culturali  di iniziativa privata. Ma ripeto a Roma  e nel Lazio non accade così  è per dirla in breve questo è  un fatto squisitamente locale perché a Milano, Torino e Napoli non si riscontra assolutamente questa situazione.

3) – D/  In considerazione della esperienza acquisita, quale progetto gradirebbe sviluppare affinché vi sia una maggior presenza di giovani, non solo come spettatori, ma anche come  gratificante carriera di lavoro.  

R/  E’ necessario che premetta alcune considerazioni in merito perché per un giovane aspirante attore pochissime sono le possibilità di entrare all’Accademia d’Arte Drammatica, poi ci son tante scuole private più o meno valide dove però spesso il costo dei corsi è elevato. Solo la scuola d’arte della Fondazione  Pasolini  prende una sovvenzione dalla regione Lazio  ed è gratuita, ma anche li è difficile entrare. Per quanto ci riguarda, noi abbiamo una stagione di teatro giovane  riservata ai bambini il sabato pomeriggio e la domenica mattina dove si esibiscono attori giovani che fanno “gavetta” vera e buona scuola per chi vuole intraprendere questa carriera. Noi, inoltre, ospitiamo una compagnia di giovani che riteniamo molto valida e nelle nostre rappresentazioni teatrali ben volentieri ci avvaliamo della partecipazione di giovani quando il copione richiede una presenza giovanile.  

>  Bene, concludendo, ringraziamo per la cortese attenzione riservata alla Consul Press  e – condividendo con quanto espresso dallo stesso Longhi – auspichiamo che il Sindaco del Comune di Roma ed il Presidente  della Regione Lazio riesaminino i finanziamenti pubblici destinati alla cultura … e che sia  sostenuta  quella cultura (con la lettera maiuscola) destinando un adeguato finanziamento come necessario contributo sociale per l’educazione e la formazione intellettuale che si acquisiscono nella scuola, nella visita dei musei e dei siti archeologici, ma anche nei teatri ed in generale in ogni manifestazione culturale.

GIOVANNI PIPI

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Giovanni Pipi

Matematico, Opinionista, già Dirigente Aziendale