A 60 Anni dall’opera “Metafisica del sesso” di Julius Evola
Un Convegno di Studi ero(t)icamente riuscito.
Si è svolto a Roma, Sabato 24 Novembre 2018, presso l’Associazione Culturale “Oroincentri”, un Convegno di Studi dal titolo “Per un eroticamente (S)corretto: 60 anni di Metafisica del sesso di Julius Evola”, organizzato dalla Fondazione Julius Evola e dalla Casa Editrice Mediterranee. Il testo “Metafisica del sesso”, è pubblicato dalla Casa Editrice Mediterranee, impegnata insieme alla Fondazione Julius Evola a diffondere e a far conoscere in modo attento e approfondito il pensiero di questo grande pensatore del Novecento, dedicatosi per tutta la vita a una multiforme attività, affrontata da un punto di vista spirituale e metafisico, in una parola “Tradizionale”. Segnaliamo un nuovo testo su Evola artista, di prossima pubblicazione Edizioni Mediterranee, dal titolo “Teoria e pratica dell’arte d’avanguardia”.
A dare inizio alla Giornata di Studi, come di consueto, il Presidente della Fondazione Evola, Gianfranco de Turris, che ha messo in evidenza “Le ragioni di questo convegno”, mostrando come a 60 anni dalla pubblicazione di questo testo, Evola come spesso accade, si è dimostrato profeta, prendendo le distanze e criticando l’atteggiamento materialista e le conseguenze di un certo modo di concepire il sesso, che oggi sono sotto gli occhi di tutti. Il punto di vista di Evola è quello spirituale e metafisico, grande è la capacità del filosofo di prendere spunto da fatti contingenti, epocali per risalire a una visione più ampia, “Tradizionale”. Quando uscì “Metafisica del sesso” nel 1958 Evola venne accusato di essere un “Teorico dell’Orgia”, in questo senso va interpretato il titolo del convegno “(s) corretto”, si deve andare oltre il fisico, cioè l’erotico, per affrontare l’argomento correttamente da un punto di vista metafisico. Le relazioni hanno ampiamente chiarito la visione evoliana sul filo della Tradizione, portando luce su cosa significhi “Metafisica del sesso”.
Il Prof. Vitaldo Conte con il suo intervento dal titolo “Metafisica del sesso come magia sexualis” ha ricostruito l’origine sacrale e spirituale dell’eros, richiamando l’etimologia della parola “Amore”, intesa come “A” – “MORS”, “SENZA MORTE”, dunque Immortale. Per i “Fedeli d’Amore”, l’amore ha il potere di innalzare l’uomo, la donna è l’anello di congiunzione tra l’uomo e dio. Dante parla di “Indiarsi”. Sono stati richiamati molti rituali di iniziazione, le orge dionisiache, vere e proprie opere di catarsi, di purificazione, attraverso l’atto erotico, la sessualità intesa non in senso bramoso, passionale, ma sacrale e spirituale, si raggiungeva un livello superiore, metafisico. Amore sessuale inteso come superamento della dualità, dell’io e dell’altro da sé, raggiungimento della suprema unità, trascendimento della natura umana ed ingresso nella sfera del sacro e dell’universale. Questa visione sacrale dell’amore, come percorso iniziatico, Evola la esprime non solo in questo testo, ma anche nella sua attività artistica. Come pittore intorno agli anni ’60 realizza molti nudi di donna, che emergono dal precedente astrattismo, aspetto ben evidenziato dal relatore, docente dell’Accademia delle Belle Arti a Roma. Fusione ascetica tra opposti, maschile e femminile, spirito e natura, cielo e terra. Trascendimento della natura umana in una effettiva rigenerazione.
Interessante l’intervento avvenuto con collegamento videotelefonico del Prof. Alessandro Meluzzi, dal titolo “Metafisica del sesso come antidoto alla teoria del gender”. E’ stata evidenziata l’attualità del pensiero di Evola rispetto al tema del sesso, Evola rivoluzionario e anticipatore dei tempi. La teoria del gender è stata definita come la peggiore espressione del postmoderno, portando avanti temi come l’abbattimento di ogni limite e confine, in verità si uccide l’eros, si sta nell’indistinto, nel caos, in una dimensione nichilistica senza passato, né futuro. Senza maschile e femminile non c’è vita, non c’è trascendenza, manca la tensione sacrale. La filosofia perennis, che pensatori come Julius Evola ci insegnano, ha le radici nel passato e lo sguardo rivolto al futuro.
La prof.ssa Paola Giovetti nella sua relazione dal titolo “Femminilità e pudore. L’importanza di essere “soltanto donna”. Le profezie di Evola”, ha affrontato il tema dell’eros da un punto di vista sociale e quotidiano. Evola aveva un atteggiamento e una visione aristocratica, tradizionalista e gerarchica, antipopulista, anticonformista e antidemocratica, portava con sé il monocolo, era definito “cordiale ma invalicabile”. La decadenza che Evola evidenzia nelle attuali società, riguarda anche il modo di concepire il sesso e l’amore, in un mondo totalmente desacralizzato, dove vige la crisi dei costumi, del pudore, del femminismo, del rapporto uomo-donna. Evola richiama la donna a non tradire se stessa, a “essere soltanto donna”, a non “scimmiottare l’uomo” e a mantenere la distinzione tra maschile e femminile, senza imitazioni, in un rapporto di complementarità. Il filosofo è molto attento ai cambiamenti epocali e ai fenomeni sociali degli anni 50 e 60 e profetizza il futuro, che noi oggi viviamo, si è passati dal “pudore aristocratico” a una “inutile volgarità”.
La relazione del prof. Romano Gasparotti dal titolo “La potenza erotica del pensare. Etica ed estetica dell’ultraidealismo magico”, sottolinea come Evola in “Metafisica del sesso” individui nell’amore sessuale la più grande forza magica della natura, intesa quest’ultima non come opposta allo spirito, ma come tutto ciò che ha la forza di esistere, di uscire da sé , vita vivente e forza come dinamis, come necessità, intesa come “non potere non”, ecco la dimensione magica di questa forza dell’eros. Questa forza va oltre la procreazione, coinvolge la dimensione erotica del pensiero e del pensare, impedendo qualsiasi forma di dispersione e di frammentazione si mostra come la forza magica che “tien congiunto il mondo”, di faustiana memoria. “Fare tutto ciò che non si può non fare”, piano etico e piano estetico per Evola non sono separati, l’esistente si distingue per ciò che è capace di fare qui ed ora. Pensare è agire, necessità dell’agire, la vita si difende solo assecondando la potenza, si va oltre il pensiero logico razionale e si tocca il piano dell’immaginazione, facoltà che permette una continua metamorfosi. La forma non chiude e fissa come per Aristotele, ma per Evola delimitando apre, si mantengono attive le dinamiche in un continuo potere trasformante. La vita di Evola è espressione del suo pensiero, estrema coerenza tra i suoi scritti e il momento storico ed esistenziale che il “barone” si trova a vivere.
L’ultima relazione di un giovane studioso Luca Siniscalco dal titolo “Eros-fania. Metafisica dell’erotismo, fra Eliade ed Evola”, ha tracciato dei punti di contatto tra la posizione di Evola e quella di Eliade, riguardo all’apparire della sacralità dell’eros. Questa concezione è ben espressa in Eliade quando sottolinea che se davanti alla nudità femminile non si coglie la terribilità del mistero, non si è di fronte alla ritualità, ma a una volgarità. L’amore è “A- Mors”, senza morte, immortale, rappresenta il ripristino dell’unità cosmica originaria, fondamento dell’esperienza erotico sessuale. Meticolosa ritualità, pratiche iniziatiche, tentativi di riunificare ciò che è separato, ricongiungimento con la condizione originaria dell’essere assoluto, l’immortalità.
Un invito a tutti i lettori di “Metafisica del sesso”, un libro che vi renderà Immortali: prima di iniziare a leggere il testo, soffermatevi sulla copertina e contemplate la bellissima immagine di Amore e Psiche, opera del Canova, rappresentazione simbolica dell’ “Amor Divinus”, unione di Divino e Mortale. Concentrazione Massima-Compenetrazione Assoluta. Non c’è erotismo senza eroismo. L’atto erotico come potenza eroica.