L’Archeologia è un’arma calda:
il Mito della Dea di Baring e Cashford
Fino a pochi anni fa l‘archeologia era considerata una maniera di ricerca storica ed artistica, ma soprattutto filosofica da usare con i guanti, di solito forniti dal potere del momento, e con il preciso intento di sottolineare la sua efficacia.
Ci si abbandonava, anche, da parte degli Stati che se ne dicevano appassionati, a raccolte di reperti spesso senza altro motivo che la pura e semplice volontà di immagine o di collezionismo commerciale e no.
L’esito è stato particolare: o studiosi stranieri riportavano verità storiche o si faceva una vera e propria mistificazione del significato dei reperti stessi, ed allo stesso tempo si andava focalizzando , sia pure con contraddizioni ed errori, il senso più bello di questa scienza: l’indagine sull’ origine dell’uomo e, spiegata questa, la possibilità di migliorare il suo cammino .
Una delle novità della recente Fiera libraria, alla Nuvola di Roma, è stata la presenza di un volume scritto da due docenti, di Psicologia Analitica e di Filosofia: Anne Baring e Jules Cashford, avente il titolo di “Il Mito della Dea”, un volume edito da Venexia che rivede, con un’analisi storica rigorosa, bellezze ed orrori di un percorso che ha portato il mondo alle presenti scelte ed ai presenti terribili problemi. Ma non solo: il testo (data la curatissima indagine di testimonianze ed accadimenti e la ricca bibliografia) ritrova il filo sottile di una futura armonia fra i vari pensieri filosofici e religiosi fin qui seguiti, non mancando di additare le cause del suo perdersi nella menzogna dottrinale e religiosa che ha fatto annebbiare nell’uomo la spiritualità e la ragione del vivere. Violenze e falsità interpretative nell’essere attuale di fronte all’archeologia ed ai suoi significati hanno provocato solo dolore e, considerando le previsioni del futuro, distruzione.
Quando si sente dire che la Natura è danneggiata, è in pericolo, che il mondo rischia l’estinzione, quando si chiede perchè non si crede più, la risposta è in questo volume: da quando si è visto come essenziale alla vita solo ciò che è maschile relegando il femminile a diabolico. Sia detto questo senza facili ed errate accuse di femminismo, che non è divisa nè nelle pagine del volume, nè in chi scrive .
L’uomo, secondo la ragione psicologica in questo libro, ha voluto essere primo, creando assolutismi; ha voluto essere unico Dio, creando un Demiurgo pauroso di perdere e distruttore; si è imposto nei giorni creando deviazioni, straniamenti, violenze, fino a queste attuali proposte di globalizzazione governata da oligarchi, di grandi fratelli che tutto vedono e tutto pilotano come i biblici e babilonici Nephilim. L’Archeologia evidenzia le mende dell’Umanità ed insieme suggerisce la via di salvezza, interpretando questa scienza con semplice verità e delineando una nuova armonia: bisogna tornare a studiare i classici e le fonti senza storture provocate da Inquisizioni , Partiti, Cupole e, una buona volta, senza restare fermi su antichi capipopolo assertori dell’Uomo-Ordine e Donna-Caos. La scusa dell’imposizione con la forza bruta. E’ meglio tornare al punto di partenza, e scoprire un’altra civiltà in accordo: forse è questo l’Eden che spetta al vivente, l’eterna creazione, l’eterna ri-generazione.
Marilù Giannone