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L’Equinozio di Primavera al Pantheon

LA BELLEZZA DELLA PRIMAVERA
RINNOVA LA GRANDEZZA DI ROMA

Gli Antichi davano molta importanza allo scorrere del tempo e i passaggi stagionali erano considerati crocevia vitali. Con Marzo e con l’Equinozio di Primavera iniziava l’Anno Sacrale Romano, che sanciva la vittoria del sole, della luce sulla tenebra, si usciva così dalla notte-ignoranza e ci si apriva alla luce-intelligenza.

Marzo dedicato a Marte dio della guerra è il mese della riaffermazione delle forze fondanti e ordinanti, che vincono le forze del disordine e aprono il mondo a Venus genitrice, l’imperitura ed infinita potenza generatrice di tutte le cose. Al mese di marzo segue infatti Aprile da aperire, schiudersi, germinare, che significa anche A-perire, non morire, a-mors, senza morte, dedicato a Venere, mese dell’amore e della grazia, della rigenerazione continua, della fioritura, mese di Flora e di Amor, i nomi segreti di Roma, la città eterna punto di contatto tra cielo e terra.

L’atteggiamento sacrale verso la Natura, trovava il suo rispecchiamento nella “sapienza costruttiva” dei templi e delle forme simboliche costitutive dell’Urbe. Negli ultimi decenni questa relazione tra architettura, archeologia e astronomia è stata oggetto di studio di una “nuova” disciplina, l’archeoastronomia. Dall’osservazione in loco sono emersi dati straordinari. I monumenti antichi sono orientati non solo in senso geografico, in considerazione dei punti cardinali, ma anche in senso astronomico, in riferimento ai punti dell’orizzonte in cui il sole sorgeva o tramontava ai solstizi o agli equinozi.

Per sperimentare questi dati basta visitare il Pantheon in alcuni giorni dell’anno, per esempio in questi giorni vicini all’equinozio di primavera. A mezzogiorno (o alle 13 ora legale) durante gli equinozi e i solstizi il fascio di luce che penetra dall’oculo colpisce sempre lo stesso punto, lungo l’asse del portone, da quando il Pantheon è stato costruito (circa 1900 anni fa). Durante gli equinozi il fascio di luce forma un cerchio luminoso esattamente sopra il portone, sul tamburo, considerato l’equatore, dove poggia la cupola o volta celeste.

Durante i solstizi invece il fascio di luce entrando dall’oculo colpisce rispettivamente il cassettone più in alto della cupola, sempre sull’asse del portone, nei giorni del solstizio d’inverno, invece nei giorni del solstizio d’estate si forma un cerchio luminoso nella parte più bassa, sul pavimento, di fronte al portone.

Ma i fenomeni astronomici nel Pantheon non si limitano solo ai giorni degli equinozi e dei solstizi, ma coinvolgono anche altri giorni sacri a Roma, per esempio il 21 Aprile, Natale di Roma. In questo sacro giorno il fascio di luce forma un cerchio luminoso che colpisce il centro del portone e illumina con un quadrato di luce il cerchio di granito che si trova sul pavimento del pronao, proprio davanti al portone all’esterno, come ad illuminare l’Imperatore, identificato col Sole, colui che domina il tempo e inaugura una nuova Età dell’Oro.

Altri fenomeni di luce significativi si verificano i primi giorni di aprile e di settembre, giorni consacrati a Cibele e a Giove, (sempre alle ore 12 o alle 13). Il fascio di luce, entrando dall’oculo (il cui diametro misura 9 metri, come l’arco di pietra che è sopra il portone), illumina perfettamente l’arco, dando vita all’Arco di luce, elemento architettonico che sta a fondamento della sapienza costruttiva dei Romani.

Fenomeni solari simili si possono osservare anche nella Domus Aurea, a Villa Adriana a Tivoli e nell’Ara Pacis.

Di questi fenomeni astronomici e dell’origine mitico-simbolica del Pantheon ne parleremo (Noi autori di questo articolo) nella Libreria Horafelix, caffè letterario, Via Reggio Emilia, 89. Siete invitati a una nostra conferenza con immagini, dal titolo “Il Pantheon. Mito, Storia e Realtà”, il giorno 27 Marzo alle ore 18,30, seguirà una cena primaverile dell’Antica Roma. (Contributo alla serata 10 Euro). Per informazioni e prenotazioni telefonare al 3711278745 e allo 0645618749.

Un Augurio per il Futuro di Roma e del Mondo “Urbe et Orbi”

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