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Gestione delle Strutture Alberghiere aspetti economici e manageriali

LE DIFFICOLTA’  DELLA GESTIONE ALBERGHIERA MODERNA

E‘ pervenuto alla nostra Redazione, con il titolo sopra riportato, un articolo tecnico su alcune problematiche riguardanti la Gestione Alberghiera. Tale intervento è firmato da Roberto Necci di cui, già in precedenza su questa stessa Testata, sono stati ospitati altri articoli specifici sul settore alberghiero, nelle rubriche “Professionisti d’Impresa” e “Master & opportunità”.
Pur se tali articoli potrebbero sembrare destinati prevalentemente agli “Addetti ai Lavori”, riteniamo che la loro lettura possa essere consigliabile anche ad altri Imprenditori, Manager e Professionisti.
Pertanto pubblichiamo ben volentieri questa analisi e dichiariamo la disponibilità della nostra Redazione a diffondere divulgare anche successivi approfondimenti sulla materia, partecipando eventualmente anche con nostri contributi per ipotizzare una collaborazione da parte della Consul Press con la Necci – Academy e la FederAlberghi. Ciò in quanto ben consapevoli dell’importanza che il Turismo e l’Ospitalità dovrebbero rivestire come settori trainanti per la economia di questo nostro “Bel Paese” … settori la cui importanza viene spesso inconsapevolmente ignorata sia dalle Istituzioni, sia da una una classe politica forse incapace e, comunque, distratta. 
Rinviamo pertanto tutti i visitatori, assidui od occasionali, della nostra Testata – se interessati a tali tematiche – a leggere l’intervento in oggetto. 

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È innegabile che il contesto storico sociale caratterizzato da grandi mutamenti ha reso particolarmente complessa l’attività imprenditoriale in particolar modo nel nostro Paese.

UN QUADRO GENERALE

Lo spartiacque fra la vecchia e la nuova epoca può senz’altro identificarsi con un evento che ha fondamentalmente rivoluzionato le dinamiche della finanza e di conseguenza dell’imprenditoria: il crack della banca d’affari americana Lehman Brother’s. Gli storici che analizzeranno le dinamiche del nostro tempo avranno così un punto di riferimento chiaro: il mondo prima e dopo Lehman brothers.
Prima di Lehman l’allegra finanza e l’importanza del mattone – L’intera economia mondiale prima del fallimento della banca d’affari americana ha girato grazie ad una eccessiva leva di debito che basava le sue garanzie esclusivamente sugli aspetti patrimoniali e non su quelli reddituali.
Il settore alberghiero non è stato immune da questi errori di valutazione e la garanzia patrimoniale “le mura” erano lo strumento per operazioni di indebitamento che l’attuale contesto economico e quindi gestionale difficilmente riesce a sostenere.
Fondamentalmente prima del crack di Lehman Brothers gli istituti di credito avevano tutto l’interesse ad erogare prestiti che a torto consideravano garantiti da immobili poiché questo aumentava il loro attivo patrimoniale (impieghi). 
In alcuni casi inoltre questi attivi diventavano essi stessi strumenti da vendere sul mercato con lo strumento della cartolarizzazione, al fine di monetizzare velocemente il tutto. 
Queste operazioni effettuate su scala mondiale e praticamente su tutti i settori dell’economia sono state la causa principale della grave crisi finanziaria del 2008. 
Una crisi figlia della volontà dei soggetti finanziari di ottenere guadagni rapidi con operazioni non legate alla capacità produttiva delle aziende ma finalizzate alla cartolarizzazione dei prodotti finanziari, per poi venderli ai risparmiatori o agli investitori.

IL GRANDE CRACK 

Il fallimento della storica banca d’affari ha fatto gelare immediatamente i mercati immobilizzandoli, la circolazione della moneta si è interrotta e vi è stata difficoltà a finanziare la normale operatività delle aziende, delle organizzazioni pubbliche, degli Stati. 
Il mercato ha avuto momenti di panico dove il fallimento delle istituzioni poteva apparire imminente. Fiumi di inchiostro hanno raccontato quelle ore, dove l’irrazionalità  sembrava prendere il sopravvento e dove probabilmente vi e’ stato il passaggio dal vecchio al nuovo mondo.

DOPO IL GRANDE SHOCK

Dopo i fatti descritti l’intera società è entrata decisamente in una fase nuova, la crisi ha minato le fondamenta delle economie e l’enorme debito pubblico che caratterizzava gli Stati e l’Italia in particolar modo ha cominciato a fare ancora più paura. 
La crisi ci ha insegnato che non si può vivere per sempre a debito e si e’ così intrapresa la strada dell’austerità. 
Una strada che ha portato un ulteriore depotenziamento dell’economia la cui normalizzazione a distanza di oltre 10 anni dai fatti è ancora di la a divenire.

LE RIPERCUSSIONI SULL’ ATTIVITA’ DI IMPRESA

Ovviamente questi scenari hanno notevolmente modificato le modalità di fare impresa. Nell’ambito dell’attività alberghiera innanzitutto ci si è concentrati di più sull’aspetto di conto economico rispetto all’aspetto patrimoniale. 
Questo tipo di focalizzazione ha fatto emergere chiaramente alcune difficoltà frutto anche di un mancato intervento del nostro legislatore, fra cui: 
– alto costo del lavoro  
– alta pressione fiscale 
– inasprimento delle norme 
– aumento della burocrazia

Con uno scenario dove veniva reso molto difficoltoso se non impossibile l’accesso al credito (che basava ora le valutazione sull’aspetto prettamente gestionale) ed una mancanza di intervento su un settore che dovrebbe essere considerato strategico per il nostro Paese, la fragilità delle aziende alberghiere è venuta alla ribalta. 
Un alto numero di strutture, oltre 33.000, caratterizzate da una stagionalità sempre più breve, una gestione famigliare non sempre in grado di comprendere il cambiamento, una scarsa capacità di generare reddito e una alta incidenza del valore immobiliare. Va aggiunto a tutto ciò: 
– Mancanza di interventi infrastrutturali 
– Scarsa azione di governo (caso Roma) 
– Aumento pressione fiscale 
– Aumento costo del lavoro 
– Esplosione ricettività alternativa (extra alberghiero)

QUALE FUTURO PER IL COMPARTO ALBERGHIERO

Delineare uno scenario futuro non è cosa semplice anche se alcune considerazioni alla luce di quanto ad oggi noto possono essere fatte. 
Innanzitutto conteranno sempre di più le dimensioni, ovvero le aziende in grado di impostare delle economie di scala in virtu’ di un elevato numero di camere. Oggi l’albergo medio in Italia ha poco più di 30 camere. 
Ove non si possano garantire le economie in virtù delle dimensioni, dovranno essere impostati processi di automazione a discapito della forza lavoro, con i limiti che l’attuale normativa prevede. Si dovranno pertanto pensare dei processi di aggregazione fra imprese che prevedano fusioni o accorpamenti in grado da rendere sostenibile il conto economico. 
Si dovrà inoltre utilizzare sempre più la tecnologia per l’analisi dei dati e dei comportamenti della clientela e dei flussi turistici,  proponendo quindi soluzioni rapide a mutamenti rapidi. 
Avrà sempre più importanza l’analisi costante dei risultati economici che non potranno più basarsi “sul fiuto” o “sull’esperienza”, ma si dovranno impostare rigidi sistemi di controllo atti al monitoraggio dei risultati ed in grado di concepire i risultati economici sotto l’aspetto aziendale, fiscale, civilistico. 
Ogni investimento dovrà essere finalizzato ad un effettivo aumento del valore e dovrà tenere conto del ritorno della liquidità. 
Le operazioni di debito, rispetto al passato, dovranno essere strutturate con una maggiore componente di equity da parte dei proponenti e di conseguenza si dovrà rafforzare sempre di più la struttura patrimoniale delle aziende.

GLI ASPETTI GESTIONALI  

Da un punto di vista prettamente gestionale – considerando la caratteristica “labour intensive” delle aziende alberghiere – risulterà “fondamentale la ricerca e la selezione delle migliori risorse che dovranno essere favorite nei processi di crescita interni visto che la struttura del CCNL spesso penalizza la stessa mobilità delle risorse. 
In aggiunta, una risorsa che staziona per molto tempo all’interno del medesimo ruolo tenderà ad avere un costo maggiore ed una minore produttività; di conseguenza le aziende dovranno sempre maggiormente credere negli investimenti sulle risorse umane al fine di assegnare loro ruoli e/o funzioni sempre più a valore aggiunto. 
L’utilizzo della tecnologia sarà sempre più orientato non solo all’interazione con i clienti, quanto a decifrarne gusti ed aspettative e dovranno attivarsi veri e propri programmi di fidelizzazione virtuale che studieranno costantemente i comportamenti dei clienti già dalla fase di ricerca del viaggio.
La creazione di ambienti di lavoro a misura di dipendente – considerando anche le mutate esigenze fisiche, di spazio, di benessere e di mobilità – permetteranno una maggiore scelta da parte delle aziende relativamente alle risorse. 
Il prodotto alberghiero dovrà essere molto concentrato sugli spazi che metterà a disposizione dell’ospite; spazi che dovranno di volta in volta essere idonei al lavoro, all’interazione con i dispositivi mobili, al benessere.

 Roberto Necci 
Vice Presidente della Federalberghi Roma
Presidente Centro Studi Federalberghi Roma