Stefano Scodanibbio – Accademia Nazionale di San Luca
Venerdì 21 giugno 2019
ACCADEMIA NAZIONALE DI SAN LUCA
in occasione della festa della musica giornata dedicata a
STEFANO SCODANIBBIO
Accademia Nazionale di San Luca – Palazzo Carpegna
piazza dell’Accademia di San Luca, 77 – Roma
Programma
ore 17
proiezione del film “Cartoline per voci e contrabbasso” omaggio a Stefano Scodanibbio, regia di Claudio Chianura prod. Haze 2017
ore 18
presentazione del libro Stefano Scodanibbio Non abbastanza per me Scritti e taccuini a cura di Giorgio Agamben e Maresa Scodanibbio – Quodlibet, Macerata 2019
intervengono: Federico Capitoni, Andrea Cortellessa, Mario GaMba
ore 19
concerto Stefano Scodanibbio Only connect, 2001 per pianoforte
Stefano Scodanibbio Terre Lontane, 2003 per pianoforte e nastro magnetico pianoforte Fabrizio Ottaviucci
Il film Il documentario dedicato alla figura di Stefano Scodanibbio (1956-2012), compositore e contrab- bassista tra i più importanti della scena contemporanea internazionale, si avvale di riprese effettuate a Milano e a Macerata e dintorni in occasione della Rassegna di Nuova Musica nel 2016. Ricordano il mu- sicista e la sua musica alcuni tra i suoi più vicini colleghi e compagni di esperienze: Irvine Arditti, Dario Calderone, Gianni Dessì, Wolfgang Korb, Terry Riley, Daniele Roccato, Giancarlo Schiaffini. Musica: Stefano Scodanibbio (durata 59’, prod. Haze 2017).
Il libro A pochi anni dalla sua morte, il passaggio folgorante di Stefano Scodanibbio nella musica con- temporanea appare sempre più, come ebbe a dire lui stesso del suo rapporto col contrabbasso, come un’avventura che nessun altro avrebbe potuto intraprendere. Di questa avventura gli scritti qui raccolti presentano una testimonianza straordinariamente viva: gli appunti di viaggio (l’India, l’amatissimo Mes- sico, la Svezia, la Spagna, la California), gli incontri decisivi (Scelsi, Berio, Xenakis, Nono, ma anche poeti e scrittori, come Sanguinetti e Agamben), le annotazioni illuminanti sulla musica si compongono in una sequenza vertiginosa, che ricorda la velocità e l’esattezza con cui egli riusciva a trarre dal contrabbasso sonorità prima di lui insospettate. E man mano che la lettura procede, gli sguardi, i gesti, le sensazioni febbrili e quasi incomunicabili lasciano trasparire in filigrana qualcos’altro: il legarsi sempre più intimo e stretto di una vita e di un’opera, di un’avventura biografica perennemente insoddisfatta e di una maestria creatrice ogni volta esemplare.
Il concerto Stefano Scodanibbio si è dedicato al pianoforte a partire dall’anno 2000 dopo vent’anni di quasi esclusiva frequentazione di strumenti a corde; il suo interesse per questo strumento è principalmente legato alle molteplici possibilità ritmiche che la prassi esecutiva polifonica del pianoforte può realizzare.Only Connect, 2001, è la sua prima opera pianistica ed esplora ampiamente queste possibilità, dando vita a articolate e complesse formule ritmiche collocate come miniature dentro meccanismi di grande precisione; “il brano – come dichiara l’autore – è costruito seguendo una serie di associazioni libere, un po’ come un trattamento psicoanalitico, con effetti imprevedibili e incontrollabili. Possibilità che si accavallavano, proliferazioni selvagge, accostamenti liberi e anche un po’ libertini, accumuli, significati disparati, appro- priazioni, rimandi, echi, schegge, riflessi, trasformismi.”.
Il brano, pervaso di costante tensione, si ispira alle connessioni del libro Fratelli d’Italia di Arbasino ed è strutturato in tre sezioni , quasi una parafrasi della forma sonata, in cui un unico tema melodico è alla base dello sviluppo di tutto il materiale sonoro.
“L’avanguardia è finita. L’avanguardia comincia ora. Scodanibbio ha capito tutto: si possono mettere tutti i neo e tutti i post che si vogliono, basta avere uno sguardo irrispettoso, aperto, caldo, vivace sul mondo”. (Mario Gamba, recensione alla prima tenutasi a Roma nel 2003).
In Terre Lontane ( 2003) un nastro magnetico realizzato con i suoni di contrabbasso manipolati elettro- nicamente avvolge il pianoforte in un viaggio timbrico dal colore scuro e profondo, dove gli scintillanti gesti sonori dello strumento a tastiera si adagiano quasi senza interferire con l’inesorabilità del paesaggio. L’opera si può considerare un lavoro di musica elettronica centrato sulla elaborazione del suono del con- trabbasso in cui il pianoforte fa da testimone, assiste, accompagna. Come di prassi, nella tecnica composi- tiva di Scodanibbio e di molti altri compositori, alcuni temi vengono ripresi da un’opera all’altra e trattati nel diverso contesto; possiamo qui riconoscere come “lo sviluppo”, parte centrale di Only Connect, sia ripreso in una versione “pianoforte e orchestra” al centro del brano Terre Lontane.
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