“Senso Civico ed Etica”: Intervista all’Avvocato Gianluca Di Ascenzo
LA CHIAREZZA ETICA DI GIANLUCA DI ASCENZO:
UN UOMO DI LEGGE CHE DIFENDE I DIRITTI DEI CONSUMATORI
UNA “CONVERSAZIONE” CON MASSIMILIANO SERRIELLO
È dalla parte dei consumatori. Ma l’aiuto che presta non è incondizionato. Occorre impegno e senso civico per meritarlo. Avvocato cassazionista del Foro di Roma, componente del Consiglio di Presidenza del Codacons, Gianluca Di Ascenzo crede in quello che fa.
Quando gli domandai presso il Caffè Letterario Horafelix, dove era relatore per la presentazione dell’ultimo libro del Professor Giulio Tarro, come scienziati e legali potessero cooperare, in merito alle prassi per ottenere l’indennizzo dei danni vaccinali dovuti all’obbligatorietà, la sua risposta fu garbata ed esaustiva. L’emergenza rifiuti, che attanaglia l’Urbe, non lo spaventa. Bensì lo esorta a ribadire la preminenza di dare all’insieme di specifiche informazioni un carattere di presa immediata.
È un argomentatore erudito. Deciso a marcare stretto le istituzioni e a farsi capire dal destinatario optimum. Quest’ultimo non deve pagare dazio all’accidia di dantesca memoria. «Aiutami ad aiutarti» diceva Tom Cruise a Cuba Gooding Jr. in Jerry Maguire. Ed è così che la pensa Di Ascenzo: le scorciatoie servono a poco. Al dono di un eloquio chiaro, con la padronanza tanto dei codici in vigore nello Stivale quanto dei legami che congiungono la lingua latina all’italiano finanche colloquiale, unisce il piglio pratico. Gli sfoggi non gli piacciono. Per la tutela dei consumatori, torchiati dagli interessi delle multinazionali, preferisce credere nello Stato, però ancor più nel rispetto delle regole. Sia nell’ambito dell’agire economico sia nel contesto dove vengono legiferate norme decisive. Destinate a durare nel tempo. Ovviamente l’infallibilità non gli appartiene. Così come non è concessa a chiunque debba prima o poi coniugare la vita all’imperfetto.
Tuttavia l’avvocato, Vice-Presidente dell’Osservatorio Imprese e Consumatori, nutre fiducia nel livello di eccellenza. L’esempio fornito dai giganti della Storia può servire a guidare sul versante etico chi ricopre incarichi dove la completezza e l’obbiettività hanno un peso specifico. Che si riflette dal passaggio dal ‘macro’ al ‘micro’. Una sorta di biglietto di andata e ritorno che permette di rilevare nella relazione tra reddito e consumo, nonché nell’esito della modifica dei gusti, dei riscontri concreti. Il filo di Arianna per uscire dalle situazioni ingarbugliate, per l’effetto della discussa modernizzazione, come per i controsensi dei consumatori che vogliono la botte piena e la moglie ubriaca, risiede nel rifiuto del sistema clientelare, fine a sé stesso, e nell’adesione ad azioni solidali.
L’ambiente, la salute, l’istruzione sono dei diritti da tutelare. Anche con procedimenti istruttori ed estreme sanzioni nei confronti dei trasgressori. La misura cautelativa è un suo credo. Ve ne sono nondimeno ulteriori. Riposti nei disegni di legge, nella costanza di fare come la goccia che buca la roccia. Le difficoltà ci saranno sempre. Risolto un problema, se ne crea un altro. L’importante è affrontarlo a testa alta. E con purezza di cuore.
Chi fa informazione, sulla carta stampata e sulla rete, può dare una mano. Al di là dei criteri di «notiziabilità». La percezione degli eventi, aliena al sensazionalismo dello scoop, acquista uno spessore d’interesse pubblico quando concerne la quotidianità. L’assillo di dover dare un colpo al cerchio dell’interesse personale e uno alla botte dell’urgenza collettiva ha una soluzione. L’equilibrio si trova solo col giusto stimolo. Gianluca Di Ascenzo è assolutamente persuaso che l’inefficienza e l’impreparazione possano cedere il passo al discernimento, alla capacità di trovare risposte concrete a interrogativi sollevati nel tran tran giornaliero e al principio della responsabilità.
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1). D/ Le incombenze vanno divise: non esiste, né d’altronde dovrebbe mai esserci, un aiuto incondizionato. Come si distribuiscono le responsabilità tra un’associazione dei consumatori ed essi stessi, i destinatari?
R/ Occorre stimolare i destinatari, vale a dire i consumatori, al pieno rispetto delle regole e ad attivarsi anch’essi per il miglioramento della società. L’associazione, da par suo, deve impegnarsi per garantire che l’offerta dei servizi di consumo sia conforme alla norma anche per mezzo di appositi esposti. È chiaro che se un cittadino – per la pigrizia di non fare dieci metri in più – butta la spazzatura della differenziata nel cassonetto sotto casa, tutto si complica. Un autentico senso civico resta l’idonea base di partenza. E può e deve essere incoraggiato in tal senso. Anche perché, sennò, dal micro-contesto si passa al macro. In un’ottica oggigiorno di allarme rosso.
2). D/ La lotta alla malavita, che scorge il modo di fare soldi nel tallone di Achille della società, passa attraverso il rispetto delle regole della concorrenza. Come si accordano la pratica del mercatus, ovvero il luogo dello scambio merci, la libera circolazione dei dati e la tutela dei diritti?
R/ La libera circolazione dei dati porta benefici al mercato. Dietro c’è tutto un mondo. Da Facebook a Google. Se tuttavia le regole ivi comprese non sono rispettate, possono essere sanzionate multe fino al 4% del fatturato globale. Bisogna agire, da una parte, fornendo gli strumenti per operare in un determinato ambito; al tempo stesso vanno stabilite regole chiare su cui non si transige. La sanzione esemplare salvaguarda pure il dispositivo del mercato affinché possa procedere senza intoppi.
3). D/ Non ci piove. Se i diritti, non solo in merito alla proprietà ma anche quelli relativi ai dati, sono vigilati con decisione le scorciatoie si riducono e il perseguimento di empi interessi va a farsi friggere.
R/ È esattamente così. La sanzione dissuasiva è la chiave. A una grossa società la multa di un milione di euro fa il solletico. Se invece è proporzionata e unita al danno reputazionale, con la notizia resa pubblica dalla stampa planetaria, la quantificazione economica – inasprita dalla lesione all’immagine – cresce. E pure il colosso ci pensa due volte prima di violare le regole rendendo più debole il mercato.
4). D/ La gente semplice, che fa sempre più fatica ad aprire e ad amministrare una piccola attività commerciale, definisce, con una punta di amara ironia, lo Stato il socio di maggioranza. Anche perché poco incline a restituire somme talora indebitamente riscosse. Chi informa le persone può contribuire a riformare la legge sul recupero crediti e sostenere il diritto al rimborso?
R/ L’informazione è imprescindibile. Per far capire alla gente quali sono i suoi diritti ed entro quanto tempo possono essere esercitati e a chi rivolgersi al fine di rientrare nel periodo concesso con forme più convenienti ed esaurienti di quelle che balzano agli occhi. Da parte nostra i criteri di comprensione ed efficacia d’ogni informativa rappresentano il minimo sforzo per garantire al consumatore l’autotutela.
Poi, chiaramente, bisogna alzare il tiro e salire di livello. Ed è perciò necessaria un’attenta, operosa attività sia di consultazione sia di sollecitazione. In modo da segnalare le criticità. Prima tra tutte l’impasse del credito con lo Stato e viceversa.
5). D/ Crede che unendo le forze, per chiarire gli spazi d’intervento ed ergo svolgere azioni di controllo, il Codacons e l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato possano favorire disegni di riforma atti ad affinare i contesti pubblici in cui s’incontrano gli interessi privati?
R/ Tenga presente che l’Autorità Garante può spingere il Parlamento a diffondere nuove leggi in una rotta concorde agli interessi di un mercato sano. Ciò ci aiuta come associazione dei consumatori, nell’ambito di un’opportuna condivisione di obiettivi, a mettere in pratica i nostri propositi. Se la strada indicata è condivisa, il quadro della situazione cambia in meglio. Gli interventi per rendere più utile una certa disciplina, nell’ambito altresì dei beni e dei servizi, vanno a spronare in modo concreto ed esaustivo i temi attinenti ai consumi pubblici, l’ingerenza dello Stato, gli obblighi di posizione, le opportunità. In un rapporto attivo e proficuo. Noi, partendo dal contatto allo sportello con i consumatori insoddisfatti dell’andamento di mercato, individuiamo il decreto di una norma che potrebbe correggere le cose.
6). D/ Quindi Codacons e Antitrust possono remare nella stessa direzione?
R/ Nel modo più assoluto. Specie per sostenere la validità dei provvedimenti migliori.
7). D/ Il bisogno di affrancare l’amministrazione di certi comparti utili ai consumatori dal vincolo degli organi politici si deve andare ad appaiare con dei princìpi di trasparenza riguardo la nomina dei vertici delle Autorità indipendenti. Occorre dar vita a tal fine ad atti ‘sindacabili’ e chiarire il rapporto fra la funzione di governo e quella amministrativa?
R/ A parer mio l’alto grado di competenza dei responsabili delle Autorità Indipendenti rende tutto più facile. Pensi soprattutto al compianto Stefano Rodotà, nominato diciannove anni fa Presidente dei Garanti europei per la privacy, e ad Antonio Catricalà (nella foto). Alla guida dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato dal 9 marzo 2005 al 16 novembre 2011. Solo per fare due nomi, senza voler togliere nulla a chi adesso ricopre tali incarichi. La nomina deve garantire l’indipendenza dalla politica, nell’interesse del Paese, e rientrare nella scelta in un livello di eccellenza. L’autorevolezza di un’Autorità Indipendente impone i giusti criteri nel campo del mercato in cui il rischio che la corsa al profitto prevalga sui diritti è una costante.
8). D/ A tal proposito, il mantra del neoliberismo ha fatto più danni della grandine. Le bollette di luce e gas sono arrivate alle stelle. Dal 1º luglio 2020 verrà revocato il servizio di maggior tutela. Siamo messi male. Una campagna informativa coscienziosa come deve agire in questi casi?
R/ Come Codacons abbiamo composto due gruppi di acquisto. Per cercare di far ottenere uno sconto. A tal fine ci siamo impegnati a prendere attentamente in esame i diversi contratti. Per verificare ed eludere gli aspetti ambigui in cui sono tesi dei tranelli. È stata nostra premura spingere le società contattate ad avere un continuo e leale filo diretto con le persone che loro vedono come potenziali clienti.
9). D/ Anche perché tra questi clienti ci sono persone in avanti con gli anni che, pur rifiutando di andare ad abitare coi figli o in una casa di riposo, possono cadere vittime dei calappi di un’offerta disonesta su gas e luce. R/ Infatti, da questo punto di vista, capita anche a noi, in ufficio, ricevere la visita di persone che si presentano come rappresentanti di una certa società, piuttosto che un’altra, persuasi di convincerci riguardo la scarsa convenienza dell’attuale bolletta. In quel caso li lasciamo parlare per poi dirgli: ma sapete dove siete venuti?
10). D/ Sembra la scena dell’inizio del film I tartassati col maresciallo della Tributaria impersonato da Aldo Fabrizi che Totò nei panni del titolare di un negozio di abbigliamenti, restio a contribuire ad aumentare il reddito dello Stato, scambia per un avventore.
R/ Esatto. È la stessa cosa. Assistiamo a una sorta di schizofrenia, con delle punte pure di comicità involontaria. Ci sono delle società che avviano delle collaborazioni con le associazioni dei consumatori, che fanno l’osservatorio sulle pratiche commerciali scorrette, formano i dipendenti secondo parametri adeguati, mettono le dovute indicazioni in bolletta. Poi si scopre che il garante della privacy ha multato una società che faceva telemarketing mandando all’aria tutti i buoni propositi.
11). D/ È una deformazione professionale. Lo so. Ma da critico cinematografico mi viene in mente la commedia all’italiana sul precariato Tutta la vita davanti di Paolo Virzì. Lì Isabella Ragonese interpreta la neo laureata Marta spinta dalla crisi a svolgere i compiti di addetta al call center che vende elettrodomestici inutili alle casalinghe per conto di una società di sfruttatori. Qual è il procedimento per far sì che affiorino anche le cose buone del telemarketing?
R/ Sta sfondando una porta aperta. Nel senso che il telemarketing può anche essere una risorsa. Magari per le persone anziane che non hanno Internet. La società in quel caso può aiutare ad acquisire un bene di servizio a un prezzo vantaggioso. Lo strumento, quindi, di per sé è positivo. Il problema è che le norme utilizzate per chiudere contratti sono state talmente aggressive da indurre le persone dall’altra parte del telefono ad adeguarsi con dei ‘no’ categorici. I furbi sono riusciti in seguito ad aggirare persino la legge n. 5 dell’11 gennaio 2018 per distinguere le chiamate. Fatta la legge, trovato l’inganno. Da questo punto di vista, a dodici anni di distanza dal film da lei preso in esame, il bicchiere è mezzo vuoto: il problema esiste ancora ed è angosciante con gare al massimo ribasso. Mentre invece la preparazione è l’antidoto. Più l’operatore è bravo, più è possibile fare business con onestà. Vedo, quindi, il bicchiere mezzo pieno poiché non si può prendere in considerazione la fine del mercato. Bensì dei bandi come si deve.
12). D/ È stato approvato l’accordo “Aria Pulita” a favore di auto “green”. Tra il dire e il fare, come si dice, c’è di mezzo il mare. Anche chi ha coscienza di essere parte di una comunità perde il senso di solidarietà nel rispetto dell’ambiente a causa delle esigenze personali e si domanda solo se i vincoli connessi al principio del bonus malus per inibire l’uso di veicoli ad alte fuoruscite inquinanti vanno estesi pure al mercato dell’usato?
R/ Purtroppo è così: il consumatore è accidioso il più delle volte. Preferisce pensare a come aggirare la norma, comprando un’automobile usata che non rientra nell’aumento del bollo per le vetture che emettono elevate quantità di CO2. Quando si va a toccare il portafoglio, la sensibilità collettiva è messa duramente alla prova. Ci sono tante iniziative per promuovere veicoli con basse emissioni. Ma alla fin fine sembra che l’aspetto del vantaggio economico personale conti di più dell’assoluto bisogno di avere cura delle cose d’interesse pubblico.
13). D/ L’Ubi Maior, Minor Cessat parla chiaro.
R/ Non c’è dubbio. Ribadendo l’appello civico a ciascuno di noi nel rispettare l’ambiente, anche per renderlo accessibile ad altri in un clima per quanto possibile di fiducia e di collaborazione, è importante spingere la pubblica amministrazione a non dare più scusanti. Se ci fosse un servizio dei trasporti efficiente, senza più falle né ritardi clamorosi, la possibilità di acquisire mezzi appropriati a prezzi accessibili crescerebbe nettamente. Di pari passo con la serenità. In tal caso anche la sensibilità per le cose pubbliche non cadrebbe in più contraddizione. Siamo nel campo delle ipotesi. Un miglioramento dei servizi di mobilità comunque darebbe davvero una spinta risolutiva alla solidarietà collettiva.
14). D/ L’attivista Erin Brockovich, che ha ispirato l’omonimo film di Steven Sodebergh impersonato da Julia Roberts, è divenuta nota grazie alla causa intentata contro la Pacific Gas and Electric Company per l’inquinamento con cromo esavalente delle falde acquifere della cittadina di Hinkley. Causa dei tumori contratti dagli abitanti. Anche le emissioni delle antenne del 5G costituiscono un pericolo concreto. Cosa occorre fare per frenarne la diffusione a tutela della salute dei cittadini?
R/ Ci troviamo sempre ad avere a ché fare con l’eterno conflitto: da una parte il business, rappresentato dai progressi della tecnologia, e dall’altra le questioni di salute. Che deve essere tutelata. Non si transige. La faccenda della sostenibilità, che resta quella preminente e decisiva in questo tipo di frangenti, va affrontata con estrema attenzione. Il rispetto del principio di precauzione diviene imprescindibile. Se non c’è l’assoluta certezza che una cosa sia innocua, non va utilizzata. A prescindere dalle conseguenze. È chiaro che oggi diventa tutto più complicato perché sono gli stessi consumatori a chiedere il miglioramento delle prestazioni dei servizi con le reti di nuova generazione già attive quindi in ogni angolo del globo. La preoccupazione per la salute viene così a cadere dinanzi al richiamo commerciale e al fascino del top di gamma degli svariati smartphone 5g in uscita nell’anno in corso. Uno pensa: il mio telefonino non prende, quel cellulare è più evoluto. Quindi va richiesto a gran voce il rispetto dei princìpi e delle priorità. Soprattutto le imprese al momento di redigere il bilancio devono realmente tenerne conto. L’investimento fatto col giusto riguardo per la sostenibilità, che non deve essere usata soltanto per riempirsi la bocca, dura nel tempo. La tattica del ‘mordi e fuggi’ nel mercato globalizzato è destinata a fallire.
MASSIMILIANO SERRIELLO