Skip to main content

Il Buono e il Cattivo governo in Italia e in Europa

Dallo Stato politico-sociale al mercato globale i bisogni reali dei popoli e delle persone

 

 

Raffaele Panico

 L’arena nel corso degli anni Novanta del secolo scorso si è allargata. Arena in quanto la tanto magnificata globalizzazione ha fatto riemergere logiche più simili alla decadenza dell’impero romano d’Occidente: tratta di essere umani, salari da poche manciate di euro, insicurezza, il ritorno di malattie infezioni già debellate, massiccia immissione di sostanze stupefacenti. Problemi igienico-sanitari, le scuole fatiscenti… Basta anche vedere i marciapiedi di Roma, i rifiuti sotto il sole d’estate, anche in strade di riferimento turistico e nelle periferie, la prostituzione di ogni genere. Durante il regno d’Italia si citava per la saggezza quotidiana, la pratica della casalinga di Voghera “la pratica rompe la grammatica” si diceva, per sostenere il buon senso e di riflesso il Buon Governo. Troviamo nella storia degli italiani i famosi dipinti medioevali l‘Allegoria ed Effetti del Buono e del Cattivo Governo, sono affreschi di Ambrogio Lorenzetti, conservati nel Palazzo Pubblico di Siena, databile tra il 1337-1340.

Gli affreschi dovevano ispirare gli interventi e l’operato dei governatori, già cittadini di una Polis dove si riunivano, in quelle sale. Gli affreschi sono quattro scene disposte lungo tutto il registro superiore dell’aula consiliare rettangolare, detta “Sala del Consiglio dei Nove, o della Pace”. Bisogno del ‘Buon governo’, la traccia è indelebile, la memoria è quasi ‘genetica’ per corsi e ricorsi storici degli italiani, pronti a riprendersi ancora il loro giusto posto nel mondo, circa sette secoli fa col ciclo di affreschi italiani in età pre-moderna, segnalava ai Governi come amministrare gli affari del suo popolo, della comunità, mantenere il governo sugli uomini, possedere la coscienza del fare, dell’agire. Invece la nostra democrazia parlamentare e le sue strutture territoriali regioni, province, comuni, municipalizzate enti, eccetera avviano discussioni “senza fine” e sforzi vani sulle regole, leggi, vari livelli di giustizia territoriale amministrava, civile e penale, tributaria, direttive oramai obsolete dell’Unione europea, parametri di Maastrich, burocrazia su burocrazia. E la qualità della vita? È il risultato peggiore mai conseguito, politiche scellerate, che hanno eroso anche il potere d’acquisto dei salari europei.

Effetti del Cattivo Governo La funzione di troppi governi passati, e dei governi europei nel loro insieme, ha concentrato nelle mani di pochi “timonieri”, la finanza e le banche, e nelle mani di spregiudicati imprenditori capitani di industrie ‘nomadi’ che vanno alla ricerca, sul globo, di zone franche e dello sfruttamento dell’uomo, spesso il minore d’età. Cose che nell’Ottocento e Novecento l’Europa aveva già rifuggito e combattuto grazie al socialismo, quello di tipo occidentale, ovvero Proudhon contro Marx. Il lavoro minorile, la giornata di 8 ore, lo sfruttamento delle donne; la protezione dell’ambiente, ecc. ecc. Dirigere e coordinare le forze sociali, produttive e vive di una Nazione, garantire l’ordine e la sicurezza sul lavoro anzitutto, anche esso criminogeno: la Legge 626 che fine ha fatto? Quanto si può reggere ancora? Quando la sfera dell’azione politica coincide con l’interesse pratico del solo profitto? Ne risulta che lo Stato politico di fatto è stato ‘raso al suolo’, sotto i nostri occhi, dal 1990-92 ad oggi, con la sparizione di lotte socialiste e sindacali iniziate in Europa, fattivamente, a partire dalla seconda metà del XIX secolo. E ci rimane al posto di una etica ed estetica del lavoro – “fatica senza fatica” e “Lavoro che orna e rende Bello il mondo” due modi di dire italiani dai tempi delle repubbliche marinare, un controllo schiavistico e servile dell’economia (i nuovi caporali) fondato sulla produzione a buon mercato, cioè quantità senza qualità, con inquinamento senza salvaguardia della natura! Tutto ciò ha trasformato la concezione profonda dello Stato, i governati finiscono col non capire. Stanno minando, un po’ come alla Corte di Luigi XVI di Francia, la loro autorità politica. Il decoro delle città, dei centri storici, e delle periferie, la buona decenza si trasforma, la classe politica ha passato il comando alla direzione economica delocalizzata, non si ha più il popolo di riferimento che, ad esempio non ha votato il Trattato Europeo, come in Italia, o se lo vota lo boccia, come avvenuto in Francia, Olanda e Irlanda. I cittadini dell’Unione Europea oltre 500 milioni, sono genti associate, loro malgrado, a questo Sacco d’Europa. Le libertà dell’Europa dove sono andate a finire?

Gli Effetti del Buon Governo in città, 1337-1340, 14 metri circa, presso Sala della Pace, Palazzo Pubblico, Siena

Lascia un commento