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Mario Cerciello …. Virgo Fidelis e l’ Arma dei Carabinieri

Come e perché è stato assassinato un Carabiniere

Una serie di interrogativi razionali ed inquietanti
indicati dall’Ambasciatore TORQUATO CARDILLI
 

Ora che il Brigadiere Cerciello è stato sepolto, dopo gli onori funebri e militari, il pianto della vedova e dei familiari, la commozione delle autorità, l’omelia accorata dell’ordinario militare, l’applauso dei cittadini, è arrivato il momento di chiedersi come siano andate effettivamente le cose, non tanto per spiegare l’efferatezza dell’assassinio (da parte di due giovani delinquenti americani drogati che vanno in giro con un pugnale da marines), ma per fugare le incongruenze evidenziate su quanto rivelato dai media che non hanno risparmiato servizi e collegamenti dando ogni volta elementi difformi.

La conferenza stampa tenuta domenica 30 luglio dal Procuratore Prestipino e dal Generale dei Carabinieri Gargano ha avuto due facce: il magistrato ha dato ampia assicurazione che i detenuti sono stati interrogati e trattati, nel rispetto dei diritti umani, secondo le regole del codice e della costituzione; il Generale, invece, visibilmente impacciato, manifestando il suo disappunto per le ombre ed i misteri sollevati sulla morte del brigadiere Cerciello, ombre e misteri che non ha dissipato o chiarito, non ha dato dettagli che come dice un noto proverbio (“in cauda venenum”), costituiscono l’ a,b,c, per qualsiasi investigatore.

Se si sceglie la via della conferenza stampa bisogna che questa sia ampia e veritiera, senza veli, puntuale nella ricostruzione dei movimenti, degli orari delle persone coinvolte, e descrittiva della catena di comando che ha impartito gli ordini.

Il Generale ha sottolineato con fermezza lo sdegno dell’Arma e della coscienza giuridica del paese per il fatto che sia stato fotografato uno degli arrestati con benda sugli occhi e polsi legati dietro la schiena e che è stata eseguita un’immediata indagine sull’autore del gesto, ma la sua ricostruzione degli eventi che hanno portato alla morte violenta del brigadiere Cerciello è stata molto deficitaria.

Prescindendo dal fatto che un Generale non avrebbe mai dovuto scivolare sulla accusa, a cadavere ancora caldo, rivolta al brigadiere Cerciello responsabile di aver dimenticato in caserma l’arma individuale (ritrovata nell’armadietto personale), senza specificare chiaramente se fosse stato in servizio o meno. Inoltre non si può non focalizzare l’attenzione sull’aggiunta che il brigadiere aveva indosso le manette. Con il che il Generale ha ammesso una violazione del regolamento, di cui non si sono avveduti i superiori di caserma, oppure ha scagionato tutti facendo presupporre che Cerciello non fosse in servizio. Infine ha fatto un’affermazione ancora più grave e cioè che comunque Cerciello non avrebbe fatto in tempo ad usarla, come se i carabinieri non fossero addestrati a fronteggiare un assalto all’arma bianca. Ma l’utilizzazione improvvida di quell’avverbio “comunque” sta a significare che non è sicuro che Cerciello fosse in servizio.

Il Generale avrebbe dovuto fornire delucidazioni e risposte sui seguenti interrogativi:

o1).  E’ vero (come pubblicato dalla stampa) che il carabiniere Varriale ha incontrato ben prima dell’assassinio il confidente? Quando e per quale motivo? E che cosa ha fatto lo stesso Varriale dopo l’incontro?
02).  A che ora è arrivata la telefonata del confidente al 112 sul furto del borsello?
03). Per quale ragione nella telefonata del confidente al 112 per la richiesta di intervento non c’è alcuna inflessione di rabbia o di preoccupazione, come se si fosse trattato di una telefonata tra persone che si conoscono?
04).  Come ha fatto il derubato a chiamare il 112 per chiedere l’intervento dei carabinieri se il suo telefonino era nel borsello, al cui numero ha chiamato i ladri per concordare le modalità di restituzione?
05).  È mai credibile che per un furto di un borsello con 100 euro ci si rivolga al 112? O il confidente si sentiva in qualche modo protetto e in rapporti confidenziali? 
06).  A che ora la centrale ha avvertito i carabinieri di zona? 
07).  A che ora la caserma di zona ha avvertito e su quale telefono Cerciello se non era in servizio, ordinandogli di recarsi sul posto del presunto appuntamento tra derubato e ladri.
08).  Quando Cerciello è partito dalla caserma se in servizio, o da casa se non in servizio?
09).  Cerciello si è recato sul posto fatale in auto di servizio con autista, auto privata o a piedi?
10).  Secondo il Generale il Brigadiere Cerciello era in borghese perché non in servizio salvo poi correggersi affermando che è prassi inviare carabinieri in borghese per interventi del genere. Dunque Cerciello era in servizio. E’ mai credibile che un carabiniere in servizio che si rechi sul posto di un reato vada disarmato?
11).  A che ora e in che punto Cerciello si è incontrato con il collega Varriale (anche lui in borghese e in servizio?). E Varriale è partito da casa, dalla caserma o stava già sul posto?
12).  Quale è stato il ruolo di Varriale che pur essendo armato non ha prestato soccorso impedendo l’assassinio del Brigadiere?
13).  Il Generale, evidentemente (facendo propria l’idea che un funerale certo è preferibile ad un processo probabile) ha scusato il mancato uso dell’arma da parte di Varriale affermando che il regolamento vieta di sparare al fuggitivo (cosa smentita dai fatti dei vari conflitti a fuoco per chi non si ferma all’alt), ma non impedisce l’uso in presenza di un’aggressione a sangue con arma bianca.
14).  E’ questo il senso di solidarietà, il dovere di soccorso e l’obbligo di impedire un reato così grave che si insegna ai carabinieri? 
15).  E se al posto di Cerciello ci fosse stato un normale cittadino, Varriale non sarebbe intervenuto? 
16).  Chi ha fornito agli inquirenti la notizia che gli assassini erano all’hotel Meridien?
17).  Sono stati requisiti ed esaminati tutti i telefonini del confidente, degli assassini e dei carabinieri intervenuti?

Troppi gli interrogativi che macchiano un’indagine su un corpo dello Stato, già offuscato dalle ombre, fin nei vertici, dei casi Cucchi, Ciontoli, Consip, Sisde, Marrazzo, Pantelleria, Firenze, Quadraro, Cagliari, Frosinone, ecc., che un tempo si diceva “nei secoli fedele”. …Fedele a chi?

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NOTE A MARGINE  – Personalmente ritengo sia particolarmente difficile cercare di approfondire, o di dissentire, o di condividere tutti gli inquietanti interrogativi indicati dall’Ambasciatore Torquato Cardilli, …. ed in particolare cosa pensare su alcune “ombre offuscanti”.
Sarebbe pertanto auspicabile, necessario e doveroso poter aprire un sereno confronto con le varie Rappresentanze dell’ Arma, fermo restando comunque il rispetto per tutte le “Vittime del Dovere”, nonché la comprensione degli umani sentimenti di tutte le persone coinvolte coscientemente o incoscientemente in questa tragedia.   (G.M.)  

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