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I Bersaglieri, Enrico Toti … e la “Palestra Audace”

L’AMOR DI PATRIA: SENTIMENTO PRESAGIO DI VITTORIA

L’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, con l’impegno del Presidente della Sezione “Enrico Toti” di Roma, Massimo Flumeri, anche quest’anno ha dedicato due importanti eventi alla memoria dell’ Eroico Bersagliere.

Il primo evento è stato organizzato lo scorso 26 Luglio a Roma nella sede storica della Palestra “Audace, sita nei pressi di Via Cavour, in Via Frangipane; nella Sala “Beniamino Gigli”, si è svolto un Convegno dal suggestivo titolo I Bersaglieri corrono anche senza gambe.
Domenica 4 Agosto, al Cimitero Monumentale del Verano, ha avuto luogo il successivo evento con raduno e corteo dei Labari e Medaglieri delle Associazioni d’Arma, presso il monumento-tomba dell’eroe.
Dopo la “Prolusione” del Bersagliere S. Tenente Massimo Flumeri, è seguita la benedizione del Sacello, la lettura della “Preghiera del Bersagliere” ed il Silenzio, nonché la recitazione di alcuni sonetti in vernacolo romanesco in onore di Enrico Toti, effettuata con passione da Enrico Pozzi, già bersagliere e valente interprete, in particolare per le rappresentazioni teatrali in vernacolo romanesco. 

Qui di seguito si riporta la Motivazione della Medaglia d’Oro:  «Volontario, quantunque privo della gamba sinistra, dopo aver reso importanti servizi nei fatti d’arme dell’aprile a quota 70 (est di Selz), il 6 agosto, nel combattimento che condusse all’occupazione di quota 85 (est di Monfalcone), lanciavasi arditamente sulla trincea nemica, continuando a combattere con ardore, quantunque già due volte ferito. Colpito a morte da un terzo proiettile, con esaltazione eroica lanciava al nemico la gruccia e spirava baciando il piumetto, con stoicismo degno di quell’anima altamente italiana».

Prima dell’ordine “sciogliete le righe”, i convenuti – con cappelli piumati o non – hanno reso un breve ma doveroso omaggio alla tomba del Generale Francesco De Pinedo,  eroico aviatore italiano, sepolto accanto ad Enrico Toti. 

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Il Convegno I Bersaglieri corrono anche senza gambe”

Una serie di interessanti interventi hanno messo in luce le gloriose gesta di sei Bersaglieri, oggi diremmo diversamente abili, che non si sono mai dati per vinti e che hanno tratto dalle più dure difficoltà e avversità, l’audacia per sprigionare tutte le loro energie, dimostrando una forza di carattere tale, da essere un esempio per il futuro e per le giovani generazioni.

I Bersaglieri sono lo Spirito dell’Italia ed è proprio attraverso queste figure che è stata attraversata la Storia d’Italia fino ai nostri giorni. Sono stati ricordati Niccolò Scatoli, Goffredo Mameli, Roberto Muscella, Enrico Toti, Salvatore La Manna e Monica Graziana Contrafatto.

Niccolò Scatoli è il trombettiere della Breccia di Porta Pia, immortalato dal dipinto di Michele Cammarano, che lo ritrae nel momento della presa di Roma, colpito a un piede, incurante della ferita, che continua la sua corsa. In seguito a questi fatti gli verrà amputata una gamba, morirà nel 1935 all’età di novant’anni. A Siena, città natale, lavorava all’Archivio di Stato, dove viene conservata la tromba della carica di Porta Pia, in una stanza detta “del trombone”. A Roma nel 1911, in occasione del 141° anniversario della Breccia, gli fu dedicata una strada, per rendere onore alla sua audacia. 
Un altro noto Bersagliere a cui venne amputata una gamba prima di morire, fu l’autore del nostro Inno Nazionale, Goffredo Mameli, morto nel 1849 il 6 Luglio, dopo aver preso parte agli scontri dei giovani valorosi combattenti, sempre nel tentativo di prendere Roma. 
Significativa la relazione tenuta da un discendente del Bersagliere Roberto Muscella, che si distinse per le gloriose gesta compiute durante la Seconda Guerra Mondiale, Grande Invalido. Il Bersagliere, insieme atleta e militare, che ispirò molti suoi compatrioti negli anni a seguire fino ai nostri giorni, fu l’eroico Enrico Toti, immolatosi nella Prima Guerra Mondiale, colpito a morte lanciò in sprezzo al nemico la sua stampella, gridandoNun moro io, mostrando una forza d’animo e un’audacia che lo accompagnarono per tutta la vita. Il Re Vittorio Emanuele III gli conferì la Medaglia d’Oro al Valor Militare,

perché ne sia tramandato il ricordo glorioso
e
d eroico alle generazioni future”

Toti perse la gamba durante un incidente ferroviario, prima della guerra, ma il suo amore per l’Italia era così grande che si arruolò volontario nonostante tutto. Toti si distinse in imprese sportive prima che in quelle militari, ma il filo rosso che accomuna tutti i suoi atti è l’Amor di Patria, un sentimento che necessita di essere alimentato costantemente. Nel 1911, in occasione delle celebrazioni per i primi 50 anni della Proclamazione del Regno d’Italia, Toti decide di compiere un viaggio in bicicletta con una gamba sola, attraversando tutta l’Europa e da ogni stazione mandava una cartolina con il timbro postale che ne attestava il passaggio. Il giorno della partenza del suo viaggio per l’Europa, lo volle far coincidere con quello dei militari, che da Roma partivano per la guerra Italo-Turca. Tra questi militari si distinse il Bersagliere Eugenio Di Castro, che sopravvisse all’eccidio di Sciara Sciat e che insieme al Bersagliere Ulderico Piferi (che fu vicino a Toti negli ultimi istanti della vita) nel 1946, finita la guerra, ricostituirono la Sezione di Roma dell’Associazione Bersaglieri.
La bicicletta di Toti, da Lui stesso costruita secondo le sue necessità, è oggi conservata nel prestigioso e storico Museo dei Bersaglieri, sito nella monumentale Porta Pia.

La vita di Enrico Toti e l’entusiasmo del Corpo dei Bersaglieri è arrivato intatto fino ai nostri giorni, grazie anche a due eroi militari e valenti atleti, che si sono distinti per le loro gesta militari e attualmente per la loro attività atletica, esempio di audacia e di disciplina. E’ doveroso ricordare i due giovani Bersaglieri Salvatore La Manna e Monica Graziana Contrafatto
Salvatore La Manna in seguito ad uno scontro armato, accaduto il 31 Luglio del 2009 in missione in Libano, perse la gamba sinistra, rimasta incastrata sotto un blindato. Tutto sembrava finito e invece la passione per il calcio e lo spirito del Bersagliere emergono e trovano la piena realizzazione nello sport paralimpico, riuscendo ad ottenere grandi risultati e medaglie. 
Monica Graziana Contrafatto, Primo Reggimento Bersaglieri, il 24 Marzo del 2012 viene colpita da un attacco nemico in Afghanistan, subisce gravi lesioni alla gamba destra, che le viene amputata. E’ la prima donna dell’Esercito Italiano che viene decorata con la Medaglia al Valore ed anche in questo caso la sfida alla vita continua; si aggiungono altre medaglie, l’ultima di una lunga serie nel 2018 a Sydney, ove ottenne la Medaglia d’Oro nei 100 metri piani, dando prova che i Bersaglieri corrono anche senza gambe”.

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Storia della Palestra “AUDACE”

Per sottolineare il nesso tra virtù militari e virtù atletiche è stata scelta come sede del Convegno la storica Palestra “Audace”, fondata nel 1901.
Il simbolo dai colori bianco e rosso, con lo scudo e la Lupa Capitolina, fu poi ripreso dalla squadra di calcio della Roma, dal momento che la palestra si distinse da subito per alcune discipline come il calcio, il nuoto, il ciclismo, l’atletica pesante, il sollevamento pesi, la lotta e la ginnastica. Dall’Audace sono usciti, e continuano a formarsi, molti campioni a livello nazionale e olimpionico. La sede da Corso Umberto I si spostò prima della Grande Guerra a Via Frangipane, ove è attualmente.

Si può visitare il bellissimo “museo” all’interno che conserva cimeli, foto, ricordi, memorie, coppe, trofei e  medaglie. Suggestiva la cartolina che lo stesso Enrico Toti, socio dell’ Associazione, spedì dal fronte della Grande Guerra nell’estate del 1915 agli amici e soci dell’Audace, custodita e visibile nella bacheca sociale….. dopo un anno esatto Enrico Toti morì nelle eroiche battaglie per la presa di Gorizia.
Significativo il racconto di un evento storico, riguardante il giorno della “Donazione delle fedi alla Patria”; infatti nel 1935, a seguito delle sanzioni contro l’Italia, la palestra donò molti trofei e medaglie, segno di un’ Alta Dedizione e di Amor di Patria. L’Audace ancora oggi porta avanti i “Valori della Tradizione”, perfettamente in armonia con i nuovi tempi, continuando a formare atleti e campioni, all’altezza del nome d’Italia e degni delle migliori Virtù Romane.  

Nella storica palestra si conserva con fierezza e orgoglio il ring, dove il pugile Nino Benvenuti conquistò l’Oro Olimpico a Roma nel 1960. Di fronte alla palestra sempre in Via Frangipane è interessante visitare la sala “Beniamino Gigli”, donata dal tenore nel 1922, oggi dedicata non solo alle attività atletiche, ma anche utilizzata come sala convegni, nel rispetto della tradizione romana mens sana in corpore sano. Non è un caso che la palestra si trovi vicino allo storico Liceo Scientifico Statale Camillo Cavour, considerato il primo liceo scientifico d’Italia. Mantenere viva la memoria nelle generazioni future attraverso queste iniziative è un dovere imprescindibile.

Significative le parole del Duca d’Aosta Emanuele Filiberto, Comandante della III Armata: “Onorare la memoria di Enrico Toti vuol dire onorare il popolo italiano che ha affrontato senza esitare i più gravi sacrifici per il conseguimento degli ideali patri; significa esaltare gli umili che alla grande Madre hanno fatto olocausto della loro esistenza senza nulla chiedere;   significa infine confermare la santità della nostra causa ed elevare l’animo e la coscienza nazionale.” 

Massimo Fulvio FINUCCI – Clarissa Emilia BAFARO

                                          

 

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