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Folgore, l’ultima battaglia in Africa del Nord, aprile – 8 maggio 1943

La presenza italiana in Tunisia, intervista a Craxi – parte I

 Raffaele Panico

Dalla rocca strategica di Takrouna, Bettino Craxi racconta dal suo esilio in Tunisia pagine di storia antica e recente sulla presenza italiana in Tunisia, in una intervista rilasciata a Marco Dolcetta.
Siamo nel 1998, a Roma si editava un’edizione de L’Avanti! In redazione quotidianamente giungevano fax, i “Fax dall’esilio”, a firma di Edmond Dantes. Ed altri con citazioni de l’Avanti degli anni Dieci del Novecento. Spesso occorreva a me stesso chiamare ad Hammamet – “Presidente dica alla segretaria di inviare di nuovo la pagina capovolta, non si leggono le ultime righe in basso”, la posta elettronica da lì a pochi mesi avrebbe ovviato tale inconveniente. Mio compito, in quanto allora segretario di redazione, esperienza molto formativa, conclusa poi tra 2000 e il 2002 con riconosciute mansioni superiori, dato che era una Cooperativa Editoriale. 
Proprio lo stesso anno il 1998 giunse per posta una pubblicazione su Garibaldi a Tunisi con dedica al segretario e al caporedattore e ad altri, ma non tutti pur avendo “sposato” il mestiere di giornalista avevano e hanno mantenuto inalterata progettualità, aggiornamento ai tempi, integra la stoffa della storia intesa come maestra della vita e tenuta in riservata “Amante”, ovvero un dopolavoro, il lavoro e la ragione – prima ossia il giornalismo – intercalato dalle avventure di passioni e d’amore – per la storia, la grande Storia.

Garibaldi a Tunisi dunque ma anche in Sud e Nordamerica, pagine che verranno raccontate dal presidente Craxi successivamente a questo capitolo “Ultima battaglia della Folgore”, e come si evince da una pubblicazione bilingue italiano-spagnolo edita a Montevideo Uruguay (dispersa in vari traslochi, ma recensita da “Il Nuovo Osservatore” nel 2001, edizione on-line da me stesso diretta) e dal volume dello storico Francesco Durante “Italoamericana. Storia e letteratura degli italiani negli Stati Uniti, 1776-1880” (vol. I, ed. Mondadori 2001) sulla presenza italiana prima dell’arrivo dell’emigrazione massiva, ossia gli intellettuali, gli esuli, durante i moti carbonari e soprattutto tra la prima guerra d’Indipendenza e successive.  

L’ultima battaglia della Folgore in Africa del Nord aprile – 8 maggio 1943

In quello stesso anno Craxi è raggiunto ad Hammamet nel dicembre 1998 da Marco Dolcetta che lo intervista. Scena prima. Siamo sulla rocca di Takrouna – gli dice “ti accolgono tutti con amicizia e simpatia” … ma certo, non è la prima volta che mi vedono” con questa battuta reciproca accompagnata da accenno a sorriso, e ilarità – Bettino Craxi racconta:

“In questo punto strategico, c’era una batteria d’artiglieria che era tenuta da un reparto della Folgore, siamo ai primi dell’aprile del ’43, le truppe italiane si arrenderanno l’8 maggio, la resa fu firmata in una notte, in una casa qui vicino, agli inglesi e francesi. Inglesi più rispettosi. Gli ufficiali plenipotenziari italiani firmarono di fronte a ufficiali inglesi e francesi. 
Le truppe arrivavano da Sud, Montgomery arrivava da Sud e salivano i carri armati; l’artiglieria italiana pur non essendo molto potente riusciva ad arrestarli. Quindi, i britannici organizzarono un attacco notturno. Le Divisioni corazzate venivano difatti, nella piana qui sotto, fermate dall’artiglieria italiana pur non essendo fornita di pezzi a lunga gittata. Il comando generale era del generale Montgomery, ma è stato il comando britannico che decise di attaccare questa resistenza in una notte anche con reparti pakistani e indiani. I giovani italiani della Folgore avvertirono l’attacco e decisero di passare all’arma bianca, si batterono casa per casa. Lì ci sono due cippi, messi l’anno scorso ai caduti inglesi e italiani”.  
“Qui terminò la battaglia d’Africa. Ci sono in zona cimiteri inglese e francese, non italiano” – (gli italiani ebbero nel tragico confronto moltissime meno perdite; Ndr) –  “Non so rispondere se gli abitanti del luogo ricordano, bisognerebbe chiedere agli anziani. Nella zona qui presso Hammamet c’era un padre italiano cattolico, nato qui, morto alcuni mesi fa.  

   

Cippi ai soldati inglesi e italiani  –  (fermo immagine del 1998)

                                               

 

 

 

 

 

                                                                                                                     Ingresso cimitero inglese 

 

                                     Cimitero inglese lato lato destra                  Cimitero inglese lato sinistra                               

                                                                             

       Cippi ai caduti inglesi e italiani  battaglia di Takrouna, primavera del 1943 

Segue parte II – Garibaldi a Tunisi

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