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C’era una volta a … Hollywood e a Roma sulle sponde del Tevere

Atteso in Italia per il 18 Settembre il nono film di Quentin Tarantino.

Nel Luglio del 2017, poco prima di completare l’ultima sceneggiatura, comunicò di un suo nono film incentrato sulla sua personale rivisitazione degli omicidi della famiglia Manson. Per la produzione provò subito a trattare con Harvey Weinstein, poi rinunciò verso Ottobre a seguito degli scandali del produttore. Verso Novembre 2017 terminò una lunga asta per la produzione del film, proprio quando fu comunicata la partecipazione di Leonardo Di Caprio come attore principale e si precisò che le vicende della Manson Family fossero secondarie alla trama. 
La Sony Pictures Entertainment si aggiudicò la produzione, stanziando 95 milioni di dollari, fornendo un compenso del 25% sugli incassi lordi, e uno straordinario controllo creativo al regista, oltre ai totali diritti d’autore concessi dopo un periodo da definire tra 10 e 20 anni. Dopo svariati incassi milionari degli anni passati era normale un’asta del genere.

Quello che stupisce sono le dichiarazioni del regista, sia prima della realizzazione del film che dopo, di lasciare la carriera, di arrivare a fare massimo un decimo film. Considerando la trama di C’era una volta a … Hollywood, di quanto sia diverso rispetto agli altri lavori,  sembrano dichiarazioni molto sensate.

La sua nona opera è un viaggio, tra i suoi film girati e le ispirazioni che le hanno permesso la realizzazioni. Un viaggio nella Los Angeles del 1969, tra gli hyppie e le loro immaginarie rivoluzioni sessuali senza spargimenti di sangue, tra i B-Movie da lui adorati, Spaghetti Western, polizieschi, film d’azione di arti marziali. Il protagonista Rick Dalton, interpretato da Leonardo di Caprio è un attore in decadenza che si avvicina alla B-Movie per continuare a lavorare, e il suo amico e stuntman personale Cliff Booth interpretato da Brad Pitt, si riscopre autista e guardia del corpo. Rick Dalton è l’attore ideale per Tarantino, immaginato da lui stesso, l’eroe degli Spaghetti Western di Sergio Corbucci tanto amati dal regista, ma allo stesso tempo è anche il protagonista delle sue ispirazioni, “Django Unchained “, “The Hateful Eight” e volendo visto gli scalpi e le musiche western anche di “Bastardi Senza Gloria”. Nel trailer i suoi stuntman è alle prese con Bruce Lee ( interpretato da Mike Moh) nel ricordare “Le cinque dita della violenza “, uno dei film preferiti dal regista e in parte tra i film d’azione che inspirarono Kill Bill.

L’elemento della violenza, onnipresente nei film di Tarantino, questa volta è maturata nel terrore più puro, perché è incarnata dal simbolo dei serial killer, da colui il quale si spacciava per la reincarnazione di Satana e Gesù Cristo,  dal capo di una setta satanica invasa di fanatismo e sangue versato negli svariati omicidi: Charles Manson. Che iniziò la sua Helter Skelter, la sua guerra santa, contro l’attrice Sharon Tate moglie di Polanski, nel film trasferita da poco vicino la casa di Rick Dalton. Straordinaria la somiglianza di Sharon Tate con Margot Robbie, l’attrice che la interpreterà.

A Cannes la prima visione del film è stata omaggiata da sette minuti di applausi, il film nel suo primo week end d’esordio ha incassato 35 milioni di dollari, un record per Quentin Tarantino. 

Non si sa ancora se sarà l’ultimo film, come la sua passione per Sergio Leone lascia intendere, prendendo spunto per il titolo da “C’era una volta America”, ultimo film di Leone. Sicuramente come lo hanno già definito molti il film è una dichiarazione d’amore al cinema che lui ha sempre amato.

Forse qualche appassionato potrebbe rimanere deluso, non ci sono le scene di simile impatto come in “Pulp Fiction” e in tutte le sue opere citate. Ha gli stessi ritmi di “Jackie Brown”, il più fallimentare dei film di Tarantino, anche se rivalutato successivamente da molti come il miglior film. E proprio come Jackie Brown è una storia che si intreccia con il passato del regista. All’età di 15 anni tornò scortato dalla polizia in casa per avere rubato in un centro commerciale il libro the “Swicht” di Elmore Leonard, dello stesso autore è il racconto “Punch al rum”, da cui è ispirato Jackie Brown, girate alcune scene proprio nel centro commerciale dove lo rubò anni prima.

Così è C’era una volta a .. Hollywood, ambientato nel 1969, proprio negli anni in cui la madre lo portava continuamente al cinema. Perché di Quentin Tarantino gli si può dire tutto, ma sicuramente è innegabile che da prima che divenisse regista, sin dall’infanzia, era stato un inarrestabile cineasta.                                                                                                                                      

om   Enrico Paniccia

 

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