IL FUTURO DEL SETTORE ALBERGHIERO
UNA ANALISI ELABORATA DELLA NECCI ACADEMY
di Roberto Necci
Molto spesso da imprenditore alberghiero ho cercato di immaginare quale sarà il futuro del mio settore. Immaginare il futuro per coglierne le innovazioni ma anche le criticità, esercizio oltremodo necessario quando gli investimenti per operare nel comparto sono esclusivamente di lungo periodo.
Alcuni aspetti di trasformazione sono abbastanza evidenti ed hanno avuto una forte accelerazione nell’ultimo periodo, contraddistinto da una accelerazione tecnologica che ha di fatto modificato le abitudini dei consumatori e necessariamente evidenziato alcuni limiti tipici del comparto.
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Immaginare un futuro è sempre un esercizio difficile, al limite del temerario poiché si immagina un domani con le conoscenze di oggi. Non si può tenere conto di quello che a noi è oggi ignoto, lo sviluppo della scienza e della tecnica oltre che mutevoli condizioni di mercato e/o sociali.
Tuttavia penso che sia un preciso dovere dell’operatore del comparto provare a simulare un futuro.
In questo esercizio ho necessariamente dovuto attingere al Porter che già negli anni 80 ci forniva un utile strumento di analisi per valutare la posizione competitiva di una impresa o di un intero settore. Attraverso questo modello si possono studiare le forze che possono diventare ostili allo sviluppo di una impresa e ne rappresentano una insidia nel medio lungo periodo.
Queste forze indicate dal Porter necessitano di una analisi molto approfondita.
Concorrenti diretti:
soggetti che offrono la stessa tipologia di prodotto sul mercato.
Ovvero quanti hotel e quante camere sono disponibili in una determinata area?
Quale è l’occupazione media dei concorrenti? Vi è spazio per tutti? I concorrenti si differenziano per prodotto/qualità o solo per dinamiche di prezzo?
È innegabile che in alcune zone delle nostre città vi è un surplus di offerta.
Fornitori:
Soggetti dai quali l’azienda acquista materie prime, semilavorati e servizi necessari per svolgere il processo produttivo e che potrebbero decidere di integrarsi a monte.
Relativamente ai fornitori del settore alberghiero non vi sono solo fornitori di beni (lavanderie, beni deperibili, utenze) ma anche di servizi finanziari (banche in primis). Anche in questo caso il processo di integrazione è in atto e di fatto limita le possibilità di approvvigionamento in canali alternativi o concorrenti tra loro.
Quanto questo può rappresentare una insidia?
Oltre al settore finanziario dove la concentrazione è in atto da anni ed ha fatto sparire una moltitudine di piccole e medie banche, interessante è la concentrazione dei fornitori di tecnologia; settore che si sta delineando con caratteristiche di oligopolio.
Clienti:
Fra i clienti dobbiamo necessariamente annoverare le OTA On line travel agencies ed i wholesaler che attraverso modelli di aggregazione (es hotelbeds) o di posizione dominante (Booking ed Expedia) rappresentano uno dei punti più critici su cui impostare dei ragionamenti.
Quando alla lunga può essere sostenibile questo rapporto? Che possibilità ha il settore di emanciparsi? Che costo/beneficio si avrà?
Potenziali entranti:
Soggetti che potrebbero entrare nello stesso mercato. Quante barriere vi sono nel mercato? Che vantaggio competitivo possono avere le aziende già presenti rispetto ai nuovi ingressi?
Produttori / Offerenti di beni sostitutivi:
Che impatto hanno sull’offerta tradizionale le nuove forme di ospitalità? Quanto soddisfano la stessa tipologia di bisogni?
Hanno dei punti di forza o agevolazioni all’ingresso del mercato? Anche in questo caso mi sembra piuttosto evidente che dall’attuale contesto normativo il settore alberghiero ne risulta piuttosto penalizzato.
Questo articolo volutamente non fa previsioni ma si pone l’obiettivo di stimolare spunti di riflessione, e come autore mi rendo disponibile a confronti in merito.