Skip to main content

Siamo un impero antico che va nel futuro

Il Gigante avanza

La Cina cresce, interi continenti sono sotto la sua influenza. Il Gigante Cinese è inarrestabile.

 

 

All’ultima China-Africa Friendly Night di Pechino erano apparse scritte in cinese con rispettive traduzioni in inglese. Innovazione, Efficienza, Trascendenza ed era apparsa la scritta inglese “ Exploitation “ ovvero Sfruttamento. Il clima che si era creato lo fece passare come un refuso di Esploration ovvero Esplorazione.  Ma sarà vero ? Alla serata parteciparono quasi tutti i leder africani, in palio c’erano 60 miliardi di dollari ridistribuiti in 3 anni di lavori.

La Cina finanzia le infrastrutture e poi inscena la trappola finanziaria del debito. Nei poveri paesi africani le infrastrutture servono, soprattutto ai leader africani, per ricostruire e recuperare il consenso politico e la Cina ha praticamente messo in pratica l‘Explotation, facendo affari miliardari da quasi vent’anni con l’intero continente africano, eccetto il minuscolo Swaziland, unico paese a riconoscere ancora il governo di Taiwan. Sono quindi cinesi i 30 mila chilometri di autostrade africane, le 8,5 miliardi di tonnellate di attività portuali annue, 9 milioni di tonnellate giornaliere per pulizia dell’acqua e investimenti che hanno fornito 900 mila posti di lavoro.

Nel corno d’Africa, precisamente nel porto Kenyota di Mombasa, sull’Oceano Indiano,  quasi due mila navi ormeggiano e forniscono carichi di oltre 30 milioni di tonnellate da commerciare per i paesi africani interni senza accesso al mare., Uganda, Ruanda, Burundi e Repubblica Democratica del Congo. Usato come garanzia per risarcire alla Cina i 470 chilometri di ferrovia costruiti che lo collegano con la capitale Nairobi, stimato per poco più di 3 miliardi di dollari. Dal 2020 il governo del Kenya insegnerà il mandarino nelle scuole, per una questione commerciale.

Situazione simile ai 6 mila e 500 Ghanesi che studiano in Cina, studiano nel paese che è diventato il più grande investitore, circa di 6 miliardi e 700 milioni di dollari, finanziando la centrale idroelettrica di Bui e l’impianto elettrico da 200 megawatt Sunon Asogli.

La Cina ha presentato 80 progetti in Somalia: ospedali, strade e stadi; ha persino fornito un aiuto nel pattugliamento anti pirata. Le sue navi possono liberamente ormeggiare in Somalia.

La Costa d’Avorio era legata alla ex madrepatria Francia e prima del 2010 non aveva debiti con la Cina. Attualmente deve al governo di Pechino 2 miliardi e mezzo di dollari, per la costruzione di stadi, porti e impianti d’acqua potabile. Ha preso letteralmente il posto di maggiore partner, posto che era francese da quando ottenne l’indipendenza.

Non solo i Ghanesi e i Kenyoti stanno imparando il mandarino, ma anche i cittadini dell’Uganda. Devono per il progetto Access to Satellite TV, che consentirà la comparsa della televisione a oltre 10 mila villaggi. Mano della StartTimes cinese e dell’ambasciata situata a Kampala.

L’amicizia Sino-Etiope vale 4 miliardi di dollari da pagare in trent’anni, per la ferrovia che collega il Gibuti con l’Etiopia. Oltre ai soldi già prestati, 12 miliardi  100 milioni. Proprio con il Gibuti che sarà il paese che ospiterà la prima base militare cinese all’estero, ottenuta dopo 15 miliardi già pagati per il porto e altre infrastrutture.

La Cina non blocca finanziamenti per violazione dei diritti umani e lo ha dimostrato in Tanzania, paese adatto al turismo. Il porto di Bagamoyo e i villaggi vicini sono considerati cinesi, i quali  hanno chiesto che venisse insegnato il mandarino più che si rispettassero i diritti umani.

Le miniere di rame della Repubblica Democratica del Congo, quasi tutte cinesi, fanno comprendere i buoni rapporti conservati tra i due paesi.

Eppure nessuno dei paesi africani è importante come l’Angola. Un paese di ricchezze sterminate, con una nuova classe emergente. Un paese che non le ha sfruttate dopo una guerra civile di 27 anni, terminata nel 2002. Con 23 miliardi di dollari di debito cinese. Praticamente tutto ciò che è avvenuto dopo la guerra è stato costruito dai cinesi. Persino le città fantasma e la nuova città di Kilamba pronta a ospitare mezzo milione di persone. Il governo di Pechino fornisce finanziamenti ai cittadini Cinesi che vogliono stabilizzarsi in Angola e figliare coi locali.

Il gigante cinese non è solo presente in Africa, ha sconfinato anche nel giardino degli Stati Uniti, tra i Caraibi e l’America Latina. In Giamaica, attratta dalla bauxite e dallo zucchero, un’amicizia siglata con 80 miliardi di dollari in lavori di strade. Non è l’unico paese dell’area caraibica. Ci sono pure Antigua e Barbuda, Barbados, Suriname, Trinidad e Tobago e Guyana. Nell’America Centrale Costa Rica e Panama. Meno ostica è stata l’America Latina, totalmente conquistata, eccetto il Paraguay. Il porto peruviano Chancay e il porto brasiliano Paranagua ne sono prove, come il petrolio venezuelano e la soia Argentina e Brasiliana. Il Venezuela, partner petrolifero maggioritario degli Stati Uniti, è combattuto e la sua crisi dimostra come sia terreno di scontro tra le due potenze.

Il governo australiano, posto in Oceania, quindi in una zona vicina l’Asia, non ha mai conosciuto crisi in questi ultimi venti anni, né quella asiatica di fine anni ’90 né quella mondiale del 2008 si è visto perso l’anno scorso. L’Australia è il maggior partner commerciale della Cina e allo stesso tempo ha gli USA come maggior partner di investimenti. Questa tensione tra i due paesi non piace.

Tutti i  paesi che hanno aderito alle infrastrutture cinesi non riconoscono internazionalmente Taiwan, cercano persino di evitare le manifestazioni per il Tibet libero. Insieme ai paesi europei, di cui solo quelli dell’Europa Orientale presentano rischi di ritrovarsi indebitati con la Cina, hanno aderito al grande progetto cinese OBOR ( One Belt One Road), chiamato Via della Seta in Italia, per via dell’utilizzo di Venezia, città di quel Marco Polo che raggiunse la Cina e aprì la via che porta questo nome. La più grande rotta di commercio mai realizzata dalla storia. Riguarderà 70 paesi, vedrà interessato il 62% della popolazione mondiale, saranno impiegate il 75% delle risorse energetiche conosciute e si vedranno investimenti che supereranno i mille miliardi di dollari.  

La frase di Napoleone Bonaparte ancora echeggia “ Lasciate che la Cina dorma perché quando si sveglierà il mondo tremerà. “. Nessuna guerra, il gigante asiatico gode di una storia millenaria di pace. Alla Cina non piace la guerra bellica, sono mercanti, prediligono una terribile guerra economica e commerciale. Vogliono che il colore rosso e giallo sia il vincitore del Risiko, il loro colore della bandiera.

La guerra fredda tra USA e Cina è differente rispetto  quella ideologica del ‘900 tra gli USA e l’URSS. L’URSS non ebbe mai un PIL competitivo, non esercitava influenze su interi continenti, la Cina sì. Furono proprio gli USA ad avvicinarsi alla Cina, quando Kissinger si rese conto di quanto Cina e URSS fossero competitive tra loro e non un monolite come si credeva. Lo storico incontro tra Richard Nixon e Mao Zedong, con lo scambio di coca-cola e libro rosso, fu il primo passo della Cina verso la politica mondiale. Soprattutto quando nel 1971 le Nazioni Unite tolsero a Taiwan la presenza al consiglio di sicurezza come membro permanente con diritto di veto e lo diedero alla Cina. Nessuno comunque credeva che la Cina sarebbe diventata la superpotenza attuale. Magari gli USA avevano ancora in mente quegli umili lavoratori cinesi sbarcati cento anni prima in California per costruire le ferrovie. Certo le costruiscono anche oggi nel mondo, ma come imprenditori.

Questa situazione sembra essere uscita da un dialogo del conte di Montecristo di Alexandre Dumas con la frase: “ Gli amici di oggi sono i nemici di domani “. 

Tutti i paesi che hanno siglato accordi con lei devono ricordarsi cosa è successo qualche anno fa nello Sri Lanka. Non potendo rinsaldare il debito di 8 miliardi ha ceduto al colosso Cinese la concessione del porto Hambantota per 99 anni. La Cina si è praticamente comprato lo Sri Lanka, decidendo per lei politicamente. Sarà forse questo il prezzo che pagheranno l’Africa e l’America Latina ? Se fosse così il gigante asiatico sarà veramente tremendo, le due aree del mondo sono povere sì, ma ricche di risorse.

La Cina al momento si è assicurata le risorse ma il suo sviluppo è nei Big Data, compresi i Bitcoin. Nella Cibernetica. Il suo cinema propone da anni film eroici, nel tentativo di rendersi competitivo con Hollywood. Ma il grosso  della ricerca cinese è nella genetica, nella manipolazione genetica. L’eredità politica cinese di Mao e di coloro i quali sono venuti dopo, sono sempre radicate in quello che fu l’URSS. Dal dopo guerra gli scienziati sovietici erano ossessionati dalla ricerca dell’immortalità, una vita eterna che sarebbe passata per una sorta d’automa umano detto Uomo Nuovo, uno Stakanov perfetto. La Cina lascia al momento in sospeso la questione dell’immortalità, ma pensa a creare geneticamente il suo Stakanov che non discute gli ordini del regime. Nascono sempre più esperimenti genetici e lo dimostrano anche le olimpiadi, competizioni sportive sempre ben volute dai regimi per farsi vedere aitanti dal resto del mondo. Sempre più unioni matrimoniali sono incentivate da Pechino tra gli atleti cinesi premiati, sempre più i nati in provetta con il loro DNA.  

 

                                                                                                                                    om   Enrico Paniccia

Condividi:

Lascia un commento