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Patologie della comunicazione contemporanea

Phubbing, Egosurfing, Analfabetismo Emotivo, Narcisismo Digitale,
ricerca di autostima attraverso i Like, pollici all’insù degli altri.

Facebook, Twitter, Instagram, Pinterest e Whatsapp hanno cambiato i meccanismi comunicativi contemporanei. Lodevole è l’immediatezza con cui avviene lo scambio d’informazioni e il fatto che si tratti di una comunicazione globale. Eppure essendo dei sistemi di comunicazione recenti hanno effetti collaterali che non riusciamo a prevedere, gli abusi scatenano vere e proprie patologie di massa che prima erano meno diffuse.

Il Phubbing, nato dalla fusione del termine phone (cellulare) e snubbing (snobbare), si riferisce a quel comportamento di persone che smanettano con il proprio smartphone e che intenti a compiere il gesto in maniera insistente e convulsiva, ignorano qualsiasi forma di vita o evento intorno a loro. Deteriora in maniera significativa la comunicazione e la capacità di interazione con il prossimo. Una vera e propria forma di auto esclusione sociale, una minaccia sia per l’ipotetico interlocutore che per l’incolumità dei soggetti che spesso attraversano la strada senza vedere.

Altro esempio è l’Egosurfing, altra parola che riporta Ego combinata con navigazione (surfing); determinate app consentono di dichiarare dove l’individuo si trova in quel momento o in passato. Somiglia a un disperato grido depresso di affermare di esistere, comunicare di essere presente in quel momento, in quel luogo.

Alessitimia o analfabetismo emotivo, il non essere in grado di riconoscere le emozioni, avvertire le sensazioni come ospiti sgradevoli e nell’apparente normalità sedarle, fin quanto non esplodono in comportamenti del tutto gravi o peggiorativi?

Un fenomeno non del tutto patologico nell’ambiente sociale, ma disturbante nei social è il Lurking, deriva dall’inglese dal verbo osservare. Si verifica su Facebook, Whatsapp e mailing list. Riguarda il 90% degli iscritti. Sono quelle persone che osservano una comunicazione ma non interagiscono. Inquietante il fatto che all’interno dei social network non sono preoccupanti, fino al momento in cui non sfociano nella vita attuale.

Il fenomeno che mostra la piattezza degli individui, di quanto forse siano depressi e vuoti, probabilmente il più disperato è il Narcisismo Digitale. Tappezzare la bacheche di informazioni personali con foto di sé, selfie, risaltando eventi insignificanti. Il fenomeno della ricerca dei like estranei, dei mi piace, un pollice all’insù messo dagli altri, è un qualcosa di veramente patologico, oltre a denotare una bassa autostima di fondo. I meccanismi generano un’appagante e virtuale benessere, per altro anche molto effimero. Quello di sentirsi apprezzato da più persone. Nella realtà tali meccanismi non funzionano e soprattutto chi ci rimette è l’umanità stessa.

L’umanità è intesa come gruppi di essere umani definiti animali sociali. Determinati comportamenti hanno distrutto la comunicazione, hanno reso gli individui poco seri e del tutto inaffidabili in ogni sorta di relazione. Prevale un forte narcisismo non legato all’ autostima, ma a sé stessi. Come automi non si riesce a gestire emozioni, che non vanno verso gli altri, ma unicamente verso sé stessi, si alimentano quindi le paure di non essere apprezzati perché ci si ignora. La distruzione dei rapporti sociali quindi è un’evoluzione e per quanto possa sembrare strano, si spendono molte più ore a cercare di relazionarci con il prossimo senza vederlo rispetto al passato che ci si vedeva di più, riferito a quando non esistevano i social network. Molto probabilmente se non scoppia una moda sana il fenomeno potrebbe cambiare totalmente il modo di relazionarci con il prossimo. Trasformando l’umanità in non si sa ancora in cosa.      

                                                                                                                                      om Enrico Paniccia

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