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Blue Mountain, Australia

Australia il soccorso di Madre natura

Nel continente australe finalmente la pioggia

in foto, Blue Mountain, Australia

Raffaele Panico

Era una guerra persa, fin da settembre scorso erano centinaia gli incendi che hanno devastato l’Australia, con almeno 29 persone morte, migliaia di edifici e case distrutte, ecosistema devastato, decine e decine di milioni di animali morti tra le fiamme.

La siccità, il caldo estremo i venti secchi, ora hanno lasciato il campo alla pioggia. Il cielo ha deciso di affiancare il lavoro dei vigili del fuoco per fare fronte comune contro l’emergenza epocale. A Melbourne, solo due giorni fa, si sono avute addirittura inondazioni.

Nel Nuovo Galles la pioggia è stata di fatto determinate nello spegnimento di numerosi incendi e in questo fine settimana sono previste altre piogge. Anche a Sidney si prevedono piogge almeno fino a domani, domenica.

Le precipitazioni sono le più importanti degli ultimi tre mesi, sebbene le attività agricole sono ancora compromesse dopo l’estrema siccità. Un significativo sollievo psicologico indubbiamente. I capricci di Madre natura quando nessuno quasi sperava più potesse piovere in aree divenute così aride. Le previsioni ora convergenti ad un nuovo corso per garantire un bilanciamento degli effetti a fronte di oscillazioni così ampie della natura da matrigna a Madre benigna, diventa ora intelligenza e capacità della rappresentanza politica, dei politici e dei governanti e della classe dirigente. Cosa da tenere presente anche nel nostro emisfero boreale e nel Belpaese. L’intensità adesso dopo l’assenza di precipitazioni, e quando e dove le piogge ora cadono, esse sono torrenziale e tali da provocare dissesti idrogeologici laddove il terreno oramai arido e ora composto tutto da cenere e detriti. Oltre il secco e l’umido, il fuoco e la pioggia, per il bilanciamento alle oscillazioni di Madre natura occorre sempre pensare che dal cielo cadono le saette di Zeus ossia i fulmini che accompagneranno sempre i forti rovesci e i temporali così violenti da sviluppare nuovi incendi nelle aree boschive finora salvate.

E’ il ciclo del cielo e della terra, l’ospite è l’uomo con la sua civiltà super tecnologica, incendi di enormi proporzioni sono sempre avvenuti nei secoli passati.

E per questo, che non si vive ospiti in una economia a carattere nomade che, ciononostante, il problema è sempre presente, tanto per gli agricoltori e allevatori, quanto per i milioni di abitanti di Sidney o Melbourne, che si ha bisogno di pioggia per almeno tre volte di quanto si è vista in questi ultimi giorni cadere per riempire gli invasi delle dighe. E’ necessario, è vitale programmare il futuro prossimo e di lunga durata o il futuro remoto nel tempo e nel rapporto intimo Uomo-Natura.   

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